Hanna
mi ero promessa di non avere alcuna relazione dopo David.
David mi ha distrutta mentalmente e fisicamente, facendomi odiare me stessa è stare alle sue regole pensando che avesse ragione lui, ma mi sbagliavo, mi stava manipolando pensando tutte quelle cose che diceva fossero vere.
nessuno non se ne mai accorto che non stavo bene, guardano il mio aspetto e pensano che io stia bene.
ma l'unico che non crede alle mie cazzate è Kayson.
nonostante io abbia paura di lui, é stato l'unico a starmi vicino nei momenti «lasciatemi tutti in pace».
ormai sono tutti uguali, non c'è ne mai uno che si salva. Kayson mi cerca solo nel momento del bisogno, poi? scompare.
l'unica cosa da fare é essere menefreghisti con gli uomini, nessun però.
ero nel pullman a giocare a Candy Crush. Io non lo perdo, non sono come Allen.
stavo andando nel mio solito locale dove lavoro Georgea.
sapete quei soliti locali dove si mettono vestiti sunciti e molti pali dove ci ballano le ragazze? ecco, Georgea.
al età di 18 anni me ne andai di casa ed essere responsabile di me stessa, ovviamente nei anni della mia adolescenza ho raccolto molti dollari per un piccolo appartamento.
ora, ha 19 anni. Ho il mio piccolo appartamento, un lavoro, e vado al college. E da un po' di settimane che penso di abbandonare il college, ma non so, ci penserò più avanti.
scesi dal pullman e mi dovetti fare un pezzo di strada per arrivare nel locale.
ero un po' in ritardo, spero che non mi ritrovo George -il capo del locale- a farmi la ramanzina come tante delle altre volte.
entrai nel locale e vidi George davanti alla porta con le braccia incrociate, aveva un abito elegante blu scuro, i suoi soliti abiti che indossa sempre.
«possibile che fai sempre ritardo Hanna? hai pure i turni di sera. Dovevi arrivare per le 22, invece sei arrivata per le 22:30.» disse duro guardandomi male come se l'avessi deluso per il mio ritardo.
non lo facevo apposta, volevo essere impeccabile come sempre, dovrebbe essere fiero, non deluso.
gli faccio fare sempre fare un sacco di dollari grazie a me, non capisco perchè si lamenta così tanto.
certe volte mi paga pure di più.
«mi dispiace» dissi svogliata, gli ho detto cosi tante volte scusa che me lo sono pure scordata.
«vai, non perdere tempo» mi lasciò andare verso i spogliatoi mentre c'erano le altre ragazze che si mettevano una gonna corta argentata e un top stretto argentato, quella roba me la dovevo mettere anche io. Si.
«amoree» mi saluto con la mano Stacy, le altre ragazze con un semplice «hey» ma mi basta e avanza.
mi avvicinai al mio armadietto spogliandomi lasciando l'intimo e mi misi il top e la gonna corta.
mi avvicinai verso lo specchio guardandomi il mio seno grosso , me lo portai all'insu e sorrisi mettendo le mani sui fianchi. Sotto lo specchio c'èrano i miei tacchi a spillo argento, senza aspettare altro me li misi e uscì dallo spogliatoio.
mi avvicinai al palo sentendo sbattere i miei tacchi sul pavimento lucido. Salì sul palco e la mia mano andò sul palo. Iniziai a girare guardando tutti i presenti a testa alta facendo ondeggiare le mie trecce.
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Ruthless
RandomAllen Megan, una studentessa del collage che non gli frega niente di studiare, preferisce starsene a casa ad ascoltare ogni tipo di musica che gli capita su Spotify. Poi c'è lui, Logan Beverlay. Non si sa niente di lui a parte il nome e il cognome...