cose che tu non sai. | QUATTRO.

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Logan

Prima di presentarmi, mi sono preso un momento per assicurarmi di conoscerla nella giusta maniera. La verità è che so praticamente tutto di lei, visto che parla sempre di ogni cosa con le sue amiche a scuola. Pensare a lei, però, mi fa male. La odio e mi detesta così tanto che non ha mai rivolto parola a me; l'unico contatto che abbiamo avuto è stato un semplice sguardo.

Ho sempre spiato ogni sua mossa dietro quel fottuto muro che ci separa, e lei ne è perfettamente consapevole. Quel giorno, quando finalmente mi rivolse la parola, sbiancai mentalmente. Non riuscivo nemmeno a ricordarmi chi fosse. Era così inaspettato che mi sembrava di aver dimenticato l'argomento che avevo studiato con più impegno durante l'anno.

Era stupenda, con i suoi occhi marroni intensi che brillavano nella mia mente. I suoi capelli erano sempre curati, a volte disordinati, e le sue labbra piene mi lasciavano senza parole. Solo a guardarla, mi aveva completamente stordito.

Era incredibilmente arrogante, quasi in modo insopportabile. «Vuoi?» mi chiese, porgendomi un pacchetto di caramelle Bailey, la mia migliore amica. Con Bailey ci siamo cresciuti insieme, ma non ci siamo mai piaciuti veramente. Pensa che io sia gay, e forse ha ragione, perché non abbiamo mai condiviso una cotta ed è meglio così.

Negai con un movimento della testa, sapendo bene che se avessi mangiato anche solo una caramella, me ne sarei sentito in colpa. Non riesco più a mangiare come facevo da bambino, senza preoccupazioni o sensi di colpa.

Bailey non mi rispose, infilandosi una caramella in bocca. Presi un pacchetto di sigarette e ne accesi una, espirando il fumo lentamente. Ero perso nei miei pensieri, immerso nei continui danni che creavo nella mia vita. Solo il giorno prima avevo picchiato un tizio, ma fortunatamente non c'era polizia nei paraggi.

«Che ti frulla in quella cazzo di testa, Gigi?» Mi chiese Bailey, usando quel nomignolo che mi riportava indietro nel tempo, quando da bambino, mentre accendeva le candeline, mi diceva: «Buon compleanno, Gigi». Era il mio giorno preferito.

«Nulla.» Tagliai corto.

Le parole di mio padre mi rimbombavano nella mente: «Non farti mai mettere i piedi in testa. Cammina a testa alta e fai vedere chi sei. Sei un Beverlay, Logan.» Questo pensiero continuava a suonare nella mia testa, soprattutto quando mi trovavo coinvolto in una rissa.

«Dai, racconta.» Insisteva Bailey, ma non avevo alcuna intenzione di confidarmi. Mi alzai, lasciandola nel salotto di casa sua, e uscii, dando l'ultimo tiro alla sigaretta. Spensi la sigaretta tra le piante e la lasciai lì.

Ero in preda ai miei pensieri, un comportamento che non mi apparteneva affatto. Avevo bisogno di una corsa in moto per svuotarmi la mente. Presi il casco, me lo misi e mi sedetti sulla sella della moto. La accesi e impennai, accelerando lungo le strade.

l'adrenalina mi attraversava il corpo; il cervello smetteva di pensare, e mi trovavo nel vuoto totale. Il vento colpiva il mio corpo a 100 Km/h. Quando finalmente arrivai al mio appartamento, i pensieri tornarono prepotentemente.

Vivo da solo, senza nessuno. Ho lavorato duramente per mantenermi, facendo due lavori diversi. Ma fortunatamente, ho trovato un impiego come bodyguard per una ragazza molto ricca, se così si può dire. Sono riuscito a permettermi un appartamento in affitto, una moto e un po' di cibo. Non posso lamentarmi, in fin dei conti.

Mio fratello è in carcere, e di mia sorella non si sa nulla da cinque anni. Le ricerche continuano anche ora, ma senza risultati. Non si ha più notizia di lei. Due settimane fa hanno trovato un suo braccialetto nel bosco, ma tutti i test sul DNA sono risultati negativi. Era pulito.

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