Allen.
Hanna mi ha costretto ad andare a una festa che si terrà a scuola. Illegalmente.
Sapremo come andrà a finire.
Come avete visto, io e le feste non andiamo molto d'accordo, soprattutto dopo come è finita con il mio telefono, ormai rotto. Ma per fortuna ne ho preso uno nuovo e mi sono sentita con mio padre.
Lui mi aveva chiesto cosa fosse successo e perché non mi fossi fatta sentire. Gli ho detto la verità senza problemi.
Ho deciso di chiamare Lisa, almeno mi tiene un po' di compagnia mentre mi preparo.
Prendo il cellulare e chiamo Lisa. Squilla per un paio di secondi, poi risponde.
«Allen!» esordisce dall'altro capo del telefono.
Lisa, nonostante la distanza, è sempre stata lì a consolarmi in certe situazioni, soprattutto quando litigavo con mia madre.
«Andrò a una festa a scuola, ma non è finita qui. Ci andrò illegalmente.» Andai subito al dunque.
Non mi piace far aspettare le persone senza dir loro le cose. Mi piace essere diretta. Quindi, se devi dirmi qualcosa, vai al dunque, non prolungarti.
«Sto bene anche io,» dice ridendo, facendomi ridere a mia volta.
«Scusa. Anche io sto bene.»
«Lo sento dalla tua voce squillante.» Lisa è sempre una persona solare, riesce pure a nasconderlo, ma non con me. Oggi, però, la sento davvero di buon umore.
Non riesco ancora a togliermi dalla testa quella notte in macchina con Logan.
Vorrei tanto maledirmi per quello che ho fatto.
Gli ho concesso troppo, anche se non mi conosce abbastanza, anzi, non mi conosce per nulla.
Vorrei tanto maledirmi per avergli chiesto dell'alcol. E poi, perché tiene l'alcol in macchina? La polizia potrebbe scoprirlo.
Saranno affari suoi, non certo miei.
«Allora... la festa di cui mi stavi parlando?» riprese il discorso Lisa.
«Io non sono una festaiola, come sai. Infatti, credo che arriverò in ritardo e per giunta ci starò dieci minuti.» Sbuffai, prendendo un lucidalabbra dal cassetto.
«Lo so, Allen. Non andarci, no?»
«Non posso lasciare sola Hanna.»
«Allora fai come hai detto!» Grazie Lisa, non ci voleva mica un genio.
Sbuffai e continuammo a parlare per un'altra mezz'ora mentre mi preparavo.
Indossai un jeans semplice e una felpa lunga grigia.
Amo il grigio, ma non è tra i miei colori preferiti.
Salutai Lisa e chiusi la chiamata. Si era fatto davvero tardi.
Sì, volevo arrivare tardi, ma non così tanto.
Presi il telefono, lo infilai in tasca e uscii di corsa da casa.
Indovinate un po'? Ho perso il bus.
A piedi non posso certo farcela, la scuola non è dietro l'angolo.
Perché sto andando a questa festa se nemmeno ci voglio andare?
Mi pongo sempre queste domande ogni volta che faccio qualcosa che non voglio fare.
Devo sempre seguire certe persone. E così non mi sento me stessa. Non mi sento quella che non segue la moda. Mi sento una che fa le stesse cose degli altri. La sensazione più brutta della mia vita.
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Ruthless
RandomAllen Megan, una studentessa del collage che non gli frega niente di studiare, preferisce starsene a casa ad ascoltare ogni tipo di musica che gli capita su Spotify. Poi c'è lui, Logan Beverlay. Non si sa niente di lui a parte il nome e il cognome...