6. Honey sweatshirt

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-Where you go I go
What you see I see
~Skyfall, Adele

Axel mi ha indicato la strada per arrivare in palestra. Ma nel caso non la ricordassi, o nel caso in cui mi perdessi, avrò davanti due opzioni.

La prima opzione sarebbe quella di guardare la strada dalle videocamere, che posso consultare visto che so come arrivare alla 'Camera Room'.

Come seconda opzione potrei controllare le mappe che sono appese qua e là per l'Alveare.

Oppure potrei chiedere a un passante, ma questo è ben oltre il piano B. Eviterei volentieri di farlo.

Axel mi ha avvertito che in palestra farà caldo, perciò opterò per dei vestiti leggeri. L'ultima cosa che desidero è sudare troppo, rischiando di puzzare davanti a tutti.

Axel non ha specificato chi mi allenerà oggi, sempre che ci sia qualcuno a farlo, e non so come funziona in questo Alveare ,perciò cercherò di mettere a freno la mia ansia a riguardo.

Avrei preferito avere molte più informazioni, ma quando Axel mi ha spiegato un po' di oggi ho deciso di tenere la bocca chiusa come una scema.

Estraggo varie opzioni dal mio armadio, che è in realtà composto da vecchi vestiti di Annalisa.

Ho sbriciato nella sua carta operaia, ieri, scoprendo che ha solo un anno in più di me.

Axel invece ne ha due in più di me. Lui compierà gli anni prima di Annalisa e di me. Per qualche mese, lui è il più grande fra noi tre.

Io ne ho quasi 18, Annalisa 19, Axel da poco 20.

Mi concentro sui vestiti e passo in rassegna tutte le opzioni. Sul divano ho steso vari completi.

Il primo completo è formato da dei ciclisti attillati grigi e un top nero aperto sul retro, dove gli elastici delle spalline formano degli intrecci che eviteranno di farmi morire di caldo.

Non so cosa portarmi dietro né dove trovare un borsone o uno zaino adatti. Di certo mi serve l'acqua, ma nel frigo è finita. Sbuffo e chiudo la faccenda decidendo di comprarla in palestra, dove di certo sarà presente un distributore.

Quando Bread è tornato dal suo viaggio mistico, ieri, oltre ai vestiti e al tesserino mi ha anche lasciato delle banconote.

Non le avevo mai viste e quel giorno le ho abbandonate sul mio comodino senza prestarci troppa attenzione. Ripensandoci, le guardo.

Sono tutte di colori diversi ,un po' sbiaditi, corrispondenti al loro valore numerico.

Al centro campeggia un'ape con delle ali un po' insolite aperte lateralmente. Sopra la testa dell'insetto fluttua una corona stilizzata.
È lo stesso simbolo di cui è provvista anche la mia divisa.

Distolgo lo sguardo e torno ai vestiti, indosso le altre due opzioni che mi ero lasciata in serbo ma la maggior parte dei vestiti mi stanno larghi.
La prima opzione, invece, mi calza a pennello.

Infilo le vecchie scarpe da tennis di Annalisa, bianche e grigie, dalle suole un po' usurate dal tempo.

Tiro su i capelli corvini in una coda, utilizzando l'unico elastico nero e un po' allargato che possiedo, ancora abbastanza spesso da tenere fermi tutti i capelli.

Passo una mano sulla testa, cercando le imperfezioni dell'acconciatura e vedendo se ho tralasciato qualche bolla qua e là.

Sono pronta. Una scarica di agitazione mi arriva dallo stomaco.

Ho scovato uno zaino nero in fondo al mio armadio. L'ho riempito con una tovaglia sottratta dal bagno in camera, un pacco di fazzoletti, una brioscina e... qualcosa cattura la mia attenzione.

The Gold Beehive-L'Alveare d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora