8. Jealousy, jealousy

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-I'm so sick of myself
I'd rather be, rather be
Anyone, anyone else
My jealousy, jealousy

*Annalisa
una settimana
prima

Eccola fare capolino in questa orribile stanza, ricolma di computer e schermi dorati del cazzo.

Le sue gambe flessuose avanzano mentre osserva l'ambiente circostante, con sguardo quasi sognante. Ingenua. Povera ingenua.

Da quando è arrivata non faccio altro che ripetermi ostinatamente di doverla scollegare da Axel.

So che lui ha agito esclusivamente in funzione del piano: trovare suo padre. Con lei, ha  trovato finalmente una risorsa preziosa che possa aiutarci: una ragazza che ha messo l'intero Alveare in crisi per ben quaranta minuti.
È stata un'occasione da non perdere, per noi due. Ci servono altri ribelli, o non ce la faremo mai a raggiungere le celle. E lei sarebbe rimasta secca dopo pochi minuti se non fossimo venuti noi in suo soccorso.

Ma io vedo come lui la guarda. Lo riconosco, perché quello è lo sguardo che fingeva di preservare a me.

Scuoto leggermente il capo e cerco di concentrarmi sul lavoro, questi pensieri non fanno altro che distrarmi.

Devo accogliere Grace come quello che è: un aiuto, un nuovo membro della squadra.
Senza gelosia, e senza risposte taglienti.

Respira, Anna, respira.

Nonostante tutto, però, continuo a guardarla con circospezione. Non posso fidarmi del tutto, d'altronde.

Il fatto che Axel l'abbia salvata non significa che non sia tutto un piano malevolo e ipocrita di quei vermi che ci fanno da soffitto.

Devo tenermi in guardia, perché lei stessa potrebbe tendermi una trappola da un momento all'altro.

In fondo, lei mi preoccupa. Perché so che ha già stregato Axel.

Lo vedo, che stanno facendo di tutto per non correre troppo, ma sembrano fatti per completarsi.

Un dolore al petto mi cattura il respiro. Forse il passato con Axel non smetterà mai di tormentarmi.

Sospiro. Rabbia repressa a parte, spero solo, più per Axel che per me, che questa ragazza non rappresenti un pericolo. Anche perché somiglia estremamente a qualcuno la cui presenza resta impressa per sempre.

*Grace
Oggi

Quella mattina sollevai le palpebre col cuore più leggero. I ricordi di ieri mi scaldarono il cuore, non so perché. Nel complesso, ero soddisfatta della serata.

Sicuramente Annalisa è già andata a lavoro, il mio turno inizia sempre dopo rispetto a quello di Axel e lei, visto che svolgo compiti leggermente diversi dai loro.

Mi prendo del tempo per guardarmi intorno.
La luce vitrea che filtra dal soffitto vetrato mi colpisce il polso, crea una scia di luce sul mio letto fino a piegarsi nel muro. Le due arcate dorate si intrecciano sopra la mia testa.

Mi tiro su dal letto e inizio a darmi una sistemata.
Ora che ci rifletto, più passano i giorni qui, ormai più di una settimana, più inizio a sentirmi anche io un membro del settore operaio.

E pensare che poco prima conducevo la vita più sedentaria sul pianeta è piuttosto ironico.

Ho capito che se voglio davvero comprendere i segreti di questo Alveare, se voglio dissotterrarli e stringerli tra le dita, devo diventare anche io un insetto di quello sciame.

The Gold Beehive-L'Alveare d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora