3.Sete di rivolta

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"Finché non diverranno consapevoli della loro forza

non si ribelleranno, e finché non si ribelleranno

non diverranno consapevoli della loro forza"

George Orwell, 1984

*Grace
Canada

Io, la mia famiglia, riuniti a tavola, le venti di sera.

Ho il fiato corto inceppato in gola e un raccapricciante presentimento, che cerco di opprime concentrandomi sul cibo.

Lenticchie. Un banalissimo piatto di lenticchie viene poggiato da mamma davanti ai miei occhi.

Tutti i componenti della famiglia prendono posto a tavola, papà come sempre a capotavola, mamma davanti a me e Ginger a fronteggiare mio padre, nell'altro posto a capotavola.

Ho la sensazione di star inghiottendo questo silenzio che sa di instabilità e di angoscia al posto delle lenticchie.

Mi guadagno solo uno sguardo bieco da parte di Ginger. Di rimando, cerco di rassicurarla sorridendole.

Mi sento pesante, come se stessi per sprofondare nella sedia.

Mangiando, incrocio lo sguardo cupo e vacuo sul volto di mio padre che mi fa sussultare: non l'ho mai visto così.

Le occhiaie a scavargli il viso, simili a quelle di mamma, e l'espressione accigliata.

Guardo il resto della famiglia, e per poco non urlo accorgendomi del viso intarsiato di lacrime antiche e mai asciugate sul viso smunto e scavato da notti insonni della mamma , che per tutto il tempo era stata davanti a me, ma ero troppo impegnata a puntare gli occhi sul mio piatto di lenticchie per osservarla bene.

Le labbra di mamma si stringono in una smorfia di dolore e rabbia non appena mio padre si schiarisce la gola, presagio che forse sta per dire qualcosa.

Non comprendo i loro gesti.

Comprendo solo che qui dentro regna un quadrato di tensione che è quasi possibile tagliarlo con delle forbici.

Mi sento come una candela che pian piano si sta sciogliendo, solidificandosi in questa esatta posizione.

Ginger è impassibile e mappa la situazione coi suoi occhi verde acqua.

D'un tratto, mio padre si rivolge a mia madre con l'ira a bruciargli gli occh.

"Sai cosa mi ha detto Kevin?" Inizia lui, sembra indignato:" Che devo smetterla con quelle cazzate sul regime, sulla cura per il virus. Che tutto quello è compito suo. Che sta lavorando a una soluzione per il Canada e che ha tuto sotto controllo..." gli fa eco, alzando sempre di più il tono della voce, rendendolo un'imitazione stridula:"Quando invece non sta facendo un bel nulla!Quel bastardo!" Sibila lui, sputandolo su mamma.

Vanno avanti così per minuti che mi ingannano e sembrano ore.

Minuti dove mia madre ribatte, ammonendo papà di non mettersi in situazioni scomode e pericolose che si ripercuoterebbero anche su tutti noi, disse, anche se io non ne capisco il significato.

Non li avevo mai visti in una discussione così accesa e solo sentirli mi fa arrovellare lo stomaco, i timpani mi fanno male.

Continuo a ripetermi, in una cantilena traditrice, che è normale in una famiglia che capitino delle discussioni, me lo aveva insegnato Ginger.

The Gold Beehive-L'Alveare d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora