Capitolo 4 - Solo io non sto cogliendo il punto?

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Una cosa che Harry amava era l'odore del pane e delle brioche appena sfornati. All'alba, mentre la Capitale stava ancora smaltendo i postumi delle nottate appena trascorse, Harry era solito andare a fare jogging per le vie del centro, concedendosi come degna conclusione uno dei dolci ancora caldi venduti dal forno a soli due isolati dalla sua abitazione.

Con un cappellino con visiera, una canottiera oltremodo scollata e degli shorts che coprivano a malapena l'attaccatura della sua coscia, entrava in panetteria, si faceva mettere una brioche fragrante in un sacchetto e poi riprendeva il suo percorso fino a casa.

"Tante belle cose" ripeteva gioioso, prima di allontanarsi soddisfatto con il suo bottino.

Quella mattina, però, dopo aver salutato l'anziana commessa che quotidianamente lo accoglieva, raddoppiò il suo ordine, prendendo due dolcetti e non solamente quello per sé.
Dopo la serata trascorsa pensò che non sarebbe stata una cattiva idea comprare a Louis la colazione, consegnandogliela di persona in negozio.
'È solo per sdebitarsi del passaggio in Vespa' fu quello che si raccontò.

Dopo essersi fatto una doccia ed essere sgusciato nell'ennesimo paio di jeans che gli facevano da seconda pelle, consentendo a chiunque lo osservasse con attenzione di delineare nettamente più del necessario, si incamminò verso la bottega.

"Buongiorno, straniero" gli disse Zayn, sogghignando nel vederlo varcare l'uscio per la terza volta in tre giorni. "Stai rinnovando casa?" domandò, pur conoscendo già la risposta.
"Il mio nome è Harry"
"Lo so" rise, senza premurarsi di nascondere cosa implicasse la conoscenza del suo nome.

Harry non poteva saperlo, ma Louis quella notte era rientrato in preda al panico nell'appartamento che condividevano.

***

"Non va bene per un cazzo" inveì con frustrazione, spalancando la porta della stanza dell'amico, senza nemmeno porsi il problema che stesse dormendo o che fosse occupato. Poi si tuffò a peso morto sul materasso, nella parte di letto in cui spesso si intrufolava quando voleva un po' di compagnia.

"Ehiiii, ma che cosa...Zayn, che cazzo..." disse con affanno una voce maschile apparentemente sconosciuta, facendo balzare di scatto Louis verso il bordo del letto.
Il rumore di un interruttore portò nella stanza un po' più di ordine, illuminando con luce fioca i volti dei presenti.
Un ragazzo dai profondi occhi nocciola, decisamente in forma, con decine di tatuaggi in bella mostra, giaceva nel letto dell'amico con un'espressione stralunata, coperto solo dalla vita in giù con un lenzuolo leggero.

"Merda Lou, ma come ti salta in mente?" biascicò Zayn, accarezzando dolcemente il suo ospite sul bicipite, nel tentativo di tranquillizzarlo. "Scusalo, è un rompicoglioni melodrammatico, non credevo avrebbe fatto un'entrata simile."
"Louis, immagino..." tentennò Liam, porgendogli una mano, mentre con l'altra reggeva stretto il lenzuolo per coprirsi ulteriormente i genitali.

Louis inarcò un sopracciglio, guardò i due ragazzi nel letto e per ultima la mano del ragazzo ancora senza nome.

"Speravo potessi conoscerlo in altre circostanze, magari con dei boxer addosso, ma sì... lui è Louis, il mio migliore nonché mio coinquilino. Louis lui è Liam. Ti avevo detto che avrei avuto un appuntamento questa sera. Ricordi?".

Zayn calcò l'ultima parola, guardandolo con maggiore intensità, quasi volesse incenerirlo con un'occhiata o quantomeno cacciarlo fuori dalla porta.

"Sì giusto, Liam. Ti spiace se parlo un attimo con Zayn? Immagino che abbiate già...beh sì insomma, se vuoi puoi continuare a dormire. Bei tatuaggi, però".
Esterrefatto dalla sfacciataggine del ragazzo ritirò la mano che attendeva ancora di essere stretta e poi sospirò "Deduco sia una domanda retorica. Accomodati".
Liam senza troppe lamentele si strinse verso il bordo del letto, lasciando a Louis lo spazio necessario per sistemarsi tra i due, fortunatamente sopra le coperte.

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