Capitolo 7 - Il carrello della discordia

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"Dunque. Ho sentito Alessandro e Giovanni al telefono poco fa, mi hanno detto che verranno a cena questa sera. Anche Nick sarà dei nostri. Vuoi che mandi un messaggio a James per sentire se sia in città?"

Niall aveva un paio di Rayban Wayfarer incastrati tra i capelli biondi, mentre con i denti mordicchiava il retro di una Bic. Organizzare serate era uno dei suoi talenti. La sua indole così affabile e socievole lo rendeva non solo di compagnia, ma anche amato dagli amici dei suoi amici.
Divertente, chiassoso, i romani l'avrebbero definito caciarone. Sapeva sempre, però, rispettare i limiti altrui, merito della sua spiccata empatia.

"Sicuro sia una buona idea? Avremmo potuto cenare davanti alla tv, guardando Le pagine della nostra vita" si lamentò Harry, sdraiato all'ombra della quercia in giardino. Un libro aperto da ore allo stesso punto giaceva sul suo stomaco.
"Ora più che mai sono convinto che sia una grande idea. Le pagine della nostra vita, Harry, seriamente? Sono praticamente certo che Gosling non ricordi a memoria le sue battute con la tua stessa accuratezza".
"Spiritoso. È un gran film, dovrebbero mostrarlo nelle scuole"
"Già perché mostrare un capolavoro di Fellini quando c'è Le pagine della nostra vita a disposizione".

Harry gli fece il verso, poi, deciso a voler chiudere il discorso alla svelta, lasciando a Niall ogni sorta di eventuale incombenza, appoggiò il libro sulla sdraio, tolse la t-shirt e i calzoncini che stava indossando e si gettò nell'acqua fresca della sua piscina.

"Che cazzo. Quante volte ti ho detto che non voglio vedere quel... coso al vento." si lamentò Niall, poco distante, ancora intento a completare le sue liste di ospiti, della spesa, di cose da fare.
"Non è più al vento, infatti" puntualizzò Harry: i capelli ormai zuppi dell'acqua della piscina erano incollati alle gote piene, le ciglia imperlate da minuscole gocce che sapevano di cloro.
Niall non lo degnò di una risposta, aggiunse solo la parola "costumi da bagno" alla lunga lista di cose che parevano mancare nella vita del ragazzo riccio.

***

"Raggio di sole, dobbiamo uscire a prendere un po' di cose per stasera. Si sta facendo tardi. Tra parentesi, non abbiamo nemmeno un cucchiaino in questa casa, è ridicolo. Dovremmo fare un salto al supermercato e poi in un negozio di casalinghi, che dici?"

Harry si pietrificò.
Aveva raccontato ogni singolo dettaglio di quella notte al suo migliore amico, ne avevano discusso e sviscerato ogni ipotetico significato, Harry però non aveva menzionato a Niall come si fossero incontrati, perché, conoscendolo, avrebbe finito con l'andare sul posto di lavoro a prendersela con quell'adorabile stronzo sparito nel nulla.
L'universo, però, sembrava volerci mettere di nuovo lo zampino, solo che Harry, questa volta, non lo avrebbe permesso.

"Nì, in effetti è un po' tardi, guadagniamo tempo. Io vado a fare la spesa alla Coop, tu magari vai al negozio di casalinghi più vicino. Ci ritroviamo a casa tra un'ora."
"Mi piace quando sei propositivo, bravo il mio tortino alla panna. Però invertiamoci. Francamente non me ne intendo di... oggetti da colazione a Buckingham Palace. Scegliti tu i cucchiaini che preferisci, io sono molto più ferrato sul cibo e sugli alcolici da bere".

In qualsiasi altra circostanza il discorso di Niall non avrebbe fatto una piega ed Harry sarebbe stato felice di assecondarlo. Cercò quindi di non sembrare sospetto quando disse di no, proponendo di attenersi al suo piano d'origine.

"Nì, non ho voglia di parlare con sconosciuti, tantomeno di prendere decisioni. Desidero solo arraffare qualche confezione dagli scaffali del supermercato e pagare con la carta alle casse automatiche."

Forse sarebbe risultato convincente, questa volta.

Trenta minuti dopo Harry stava varcando con flemma le porte scorrevoli della Coop, mentre Niall si stava facendo guidare dal navigatore verso la bottega di oggetti per la casa che le recensioni proposte dal motore di ricerca gli avevano suggerito.

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