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Passarono alcuni giorni dall'arrivo delle due ragazze. Una di loro continuava a pronunciare il nome di Thomas nel sonno, l'altra invece non dava segni di vita.

"Cominciamo a credere che sia morta per davvero, ma io direi di aspettare. Se si sveglierà da sola bene, sennò la dovremo svegliare noi, e se non si sveglierà la seppelliremo. Va bene Newt? Newt....terra chiama Newt...NEWT!!"

"Eh? Cosa? Scusami stavo pensando al biglietto che una delle due aveva accartocciato nella mano. Cosa hai detto?"

"Lascia perdere. Sei insolitamente distratto in questi giorni. Qualche motivo in particolare?" Chiese Jeff mentre riordinava le medicine.

"No, sono solo molto stanco a causa delle perlustrazioni e confuso riguardo a queste due tipe alquanto strane. Insomma, siamo un gruppo di 50 ragazzi, come mai improvvisamente ci vengono mandate due ragazze con un biglietto che dice che sono le ultime?"

"E io che ne so? Sono solo un umile medicale...il compito di comandare e risolvere i misteri della radura li lascio tranquillamente a voi." Rispose Jeff ridendo.
Lui e Newt erano sempre stati amici da quando Jeff è arrivato nella radura. Era smarrito e l'unico che si era interessato davvero a lui e che gli era sempre stato accanto nonostante tutto ciò che era successo era sempre stato Newt.
All'improvviso si sentì un forte rumore e una persona urlare.

"HELIG TICK! DESSA SAKER ALLTID FÖR MIG. Men ja, jag är redan en förlorare, jag kan inte bli mer förlorare än så, eller hur?"

"Eh? Cosa hai detto?" Domandò Jeff non appena sentì Newt parlare in una lingua strana.

"Nulla...è la mia lingua nativa. Sono riuscito a ricordarmela dopo qualche mese che mi trovavo qui."

"E che lingua sarebbe?"

"Svedese....si lo so, non sembro svedese."

"No, decisamente. Avrei scommesso che fossi britannico, di Londra."

"Mio padre era britannico, credo. Non mi ricordo bene. Mia mamma svedese."

Continuarono a parlare per un po' finché Frypan non chiamò tutti per la cena.

"Finalmente, stavo morendo di fame. Mi dai due bistecche?"

"Minho devono mangiare tutti, non solo tu. Ricordatelo." Precisò Newt

"Ma se tu non ne mangi nemmeno mezza...almeno datemene una e mezza."

"No Minho, in caso se avanzano ne avrai un'altra, ma per ora ne mangi una."

"No Minho, non puoi, gne gne." Fece il verso Minho.

"Mi dispiace tantissimo interrompere questa conversazione decisamente matura, ma dov'è Thomas?" Domandò Ben.

"Non lo vedo da tutto il giorno, ma starà bene, non preoccuparti." Spiegò Minho con la bocca piena.

"Non ci credo, hai già finito la bistecca?" Disse Newt con un tono stupito e irritato.

"SI! Te lo avevo detto che avevo fame."

"Sei incredibile Minho." Affermò Newt mentre si allontanava per andare a cercare Thomas.

"Lo so grazie."

"NON ERA UN COMPLIMENTO!!"

Newt controllò dappertutto, ma di Thomas nessuna traccia. Dove poteva essere andato? Non ci sono molti posti, inoltre le porte de labirinto erano chiuse e non poteva essere entrato. Continuò a cercarlo per ore, finché non raggiunse la foresta. Era pericoloso andarci con il buio a causa delle radici sporgenti degli alberi, ma se voleva trovarlo doveva affrontare i rischi. Si addentrò nella foresta e subito inciampò su una radice.

"Complimenti Newt. Hai fatto un passo e sei subito caduto... complimenti." Si disse mentre si rialzò da terra.

Tutto ciò era già successo ma quella volta era Thomas a cercare lui nella foresta. E se Alby lo avesse rapito di nuovo? No, di sicuro Minho lo avrebbe avvisato se Alby fosse scappato dalla capanna. Decise di non arrendersi e di continuare a cercare.
Newt non sapeva che ore fossero, ma di sicuro era già passata la mezzanotte. Se Thomas si trovava ancora nella radura non aveva modo di scappare, quindi Newt decise di tornare indietro e andare a dormire. Mentre ritornava sui suoi passi inciampò ma non cadde. Qualcuno lo aveva afferrato per la vita.

"Newt?! Ma che ci fai qui a quest'ora?" Chiese una voce familiare.

"Thomas, sei tu?"

"No, sono il suo fantasma...certo che sono io. Mi spieghi che cosa stai facendo qui?"

"Potrei farti la stessa domanda." Rispose Newt cercando di aggrapparsi a un ramo di un albero. Il ramo però non riuscì a reggere il peso di Newt e perciò si spezzò. Per evitare di cadere  il ragazzo si aggrappò a Thomas, che non aspettandosi nulla del genere volò per terra insieme al suo amico.
Caddero uno sopra l'altro e per poco non si baciarono per sbaglio. Rimasero in quella posizione per qualche secondo, scambiandosi sguardi intensi, prima che Thomas decise di alzarsi da terra e aiutare Newt a fare lo stesso.

"Scusami, non volevo trascinarti giù con me."

"Nessun problema. Ora mi dici il perché sei qua?"

"Per cercare te. L'ultima volta che dovevamo parlare non ti sei presentato e improvvisamente tutti dicono che non ti vedono da quasi un giorno. Quindi mi sono preoccupato e ho pensato di venirti a cercare. Comunque...di cosa dovevi parlarmi ieri?"

"Del bacio."

Newt rimase senza parole. Non si aspettava che Thomas gli parlasse del bacio che si erano scambiati qualche giorno prima, credeva che se lo fosse ormai dimenticato.

"Senti...è stato solo uno stupido errore, non ho pensato a quello che facevo. Ero stanco e stordito. Perdonami."

"No Newt, aspetta. Non ho mai detto che mi era dispiaciuto, volevo chiederti cosa avesse significato per te."

"Nulla" mentì Newt. "Assolutamente nulla. E per te? Significava qualcosa?"

Thomas non rispose subito, anzi, non rispose affatto. Decise però di cambiare argomento.

"È meglio se vai a dormire ora Newt. Domani dovrai andare con Minho nel labirinto. Ci vediamo." E detto ciò si allontanò senza guardarsi indietro.

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Nota dell'autore:
Ciao a tutt*, questa volta il capitolo ho pensato di farlo più corto perché non avevo molta voglia di scrivere. Prometto che mi impegnerò di più. Inoltre ho intenzione di fare qualcosa di veramente spicy in uno dei prossimi capitoli, quindi se leggere certe cose vi da fastidio ditemelo così cerco di contenermi :)

Newtmas: out of the closetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora