•CAPITOLO 9

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"L'incontro tra due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una  qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati."
-Carl Gustav Jung

JADEN

Quando avevo letto il messaggio di Thomas in cui mi raccontava cosa gli avesse detto Narissa sono rimasto alquanto colpito e stranito.

In questi giorni Brendon ha avuto la febbre molto alta, la dottoressa ci aveva avvertito che sarebbe stato male e che una volta ripreso, anche solo leggermente, gli avremmo dovuto dare delle medicine apposite. Così abbiamo fatto, ma è sempre straziante vedere tuo fratello che sta male e non poterlo aiutare in nessun modo; è per questo che non sono andato alla Columbia.

In realtà Thomas sapeva il vero motivo, ma non sapeva che anche Narissa è a conoscenza della malattia di Brendon perciò le ha inventato una mezza scusa, che poi è anche la verità. Ci sono volte in cui sparisco anche per giorni senza rispondere al telefono e in quei momenti voglio essere lasciato in pace.

Sto sistemando i libri sul tavolo quando mi arriva una chiamata da mio padre.

Cosa vorrà ancora?

"Pronto..."

"Ciao figliolo come state?"

Sempre la solita tiritera.

"Io bene, Brendon è ancora in fase di ripresa."

"Spero che si rimetta presto, se ha bisogno di qualsiasi cosa lo sai puoi chiamarmi."

Ha bisogno della tua presenza non dei tuoi soldi.

"Sì,lo sappiamo."

"Ti ho chiamato per dirti che quando rientrerò, cioè dopo domani, non sarò solo ma con degli amici e loro hanno una figlia tua cotanea e mi chiedevo se potessi farle conoscere il posto e la Columbia?"

Ho altra scelta papà? Vorrei dirgli ma come al solito, mi trattengo.

"Ok."

"Perfetto, ci vediamo tra pochi giorni"e blocca la chiamata.

Ciao papà.

Mi passo una mano in faccia frustato dalla situazione in cui mi ha messo mio padre.

Cerco di calmarmi facendo un lungoo respiro. Guardo l'orologio appeso alla parete per vedere che ore sono.

Perfetto tra una decina di minuti dovrebbe arrivare.

Mi perdo a guardare il salotto di casa mia, pieno di foto, ma privo di affetto.

Riprendo in mano una cornice con una vecchia foto, siamo tutti e quattro assieme: io, mamma, Brendon e mio padre. Brendon è in braccio a mamma tutto sorridente mentre io sono per terra in mezzo a mamma e papà.

Vorrei tornare a quei tempi, quando ero ancora ignaro della malattia di mio fratello e delle condizioni di mia madre; a quando rincorrevo per casa mio fratello, ancora in forze, e mia madre ci rimprovera anche se so che sotto sotto sorrideva nel vederci così uniti.

Ma poi tutto è cambiato, Brendon cominciava a stancarsi dopo neanche un passo fatto, mio padre era sempre fuori per lavoro e mia madre iniziava a ingoiare tutte quelle pillole.

Un' improvvisa rabbia mi sale.
La sento fin dentro le ossa, il cuore pompa forte e adesso vorrei solo spaccare il vetro di questa cornice in mille pezzi; ma fortunatamente il suono del campanello ferma qualsiasi mio tentativo di spaccarmi le nocche per l'ennesima volta.

E se Invece fosse per sempre? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora