•CAPITOLO 10

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"Bianca è una ragazza,
Una ragazza come le altre
È di cattivo umore
Ma porta il sole nelle tasche
Bianca sente il peso
Di una famiglia sulle spalle
Nonostante questo peso
Nessuno glielo abbia mai voluto dare"
-Bianca di Olly

NARISSA

Chiudo la porta di casa in fretta e in furia.

"Ehi tesoro tutto bene?"mi chiede mia madre vedendomi incontro.

"Ehi mamma, papà. Quando siete tornati?"Chiedo mentre provo a riprendere il controllo del mio stesso corpo.

"Di pomeriggio e tua sorella ci ha detto che stavi dando lezioni ad un tuo compagno."

"Sì infatti ero da lui."

"Ok..."

"Adesso vado in camera, chiamatemi per cena"dico dopo aver dato un bacio in guancia ad entrambi.

Cerco di controllare i battiti accelerati del mio cuore e il respiro corto, ma continuo a sentire il suo respiro contro il viso.

Decido di farmi una doccia per riuscire a placarmi.

Non mi era mai capitato di sentirmi così, era anche più di un semplice sfiorarsi, ritrovarmi così vicina a una persona tanto da vedere qualsiasi imperfezione; talmente vicini da baciarci.
La cosa ancora più assurda è che non mi sarei voluta allontanare, avrei continuato a sentire il suo fiato corto tremendamente vicino al mio. Avrei continuato ad annegare nel nocciola dei suoi occhi.

Esco dalla doccia e mi metto il pigiama.

Anche a tavola si accorgono che sono strettamente silenziosa, ma c'è un pensiero che continua a ronzarmi in testa da quando ho preso in mano la foto della madre di Jaden e di sua zia.

Mi sembra si chiamasse Flora; ed ha un'aria così familiare. Ma non so dove io l'abbia vista, anche il nome non mi è nuovo.

Dopo cena aiuto mia madre a sparecchiare,dopo di che me ne salgo in camera mia e accendo il computer.

Più penso alla foto che ho visto, più mi ritornano in mente spezzetoni della mia infanzia e di questa signora mentre eravamo in istituto.

Ma non so quanto possa fidarmi della mia mente.  
Dopo tutto quello che ho passato in orfanotrofio, tramite  un supporto psicologico, ho riscontrato il DPTS(disturbo da stress post-traumatico) e ciò ha compromesso alcuni dei miei ricordi.

Dopo la diagnosi ho imparato la definizione a memoria:Il disturbo da stress post-traumatico complesso è una forma di disagio mentale che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche; si presenta in individui che hanno sofferto una serie di eventi traumatici in contesto senza o con poche possibilità di via di fuga. Ne risulta che l'evento di natura traumatica è spesso prolungato o ripetuto.

Se non fosse stato per la dottoressa Johnson starei ancora vivendo dentro una bolla fatta di flashback spiacevoli e ricorrenti, sarai ancora bloccata, e non riuscirei ad avere neanche il più piccolo contatto con una persona che non faccia parte della mia famiglia.
Ancora fa male pensare a quel periodo, quando mi isolavo e mi nascondevo da tutti e tutto. Non volevo parlare con nessuno, neanche con Sophia, mangiavo poco, avevo continui sbalzi d'umore e incubi ogni sera.

Gli anni in orfanotrofio sono stati duri, ma quello che ho dovuto vivere dopo mi ha messo ancora di più  a dura prova.

Scaccio via questi pensieri e mi concentro su quello che sto facendo, anche se non so bene cosa cercare.
Della madre di Jaden non ci sono notizie in rete, nulla che mi possa aiutare a trovare sua sorella perlomeno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 04 ⏰

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