Capitolo 2

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Continuavamo a baciarci, sentivo mancarmi il fiato ma non mi sarei mai staccata per prima.
Mi tirò giù con lui e ci rittovammo uno sopra l'altro allungati sul divano di pelle logora.
Avevo l'orecchio posato sul suo petto e sentivo il cuore battere con suoni regolari, mi faceva sentire più vicina a lui, non so perché. Chiusi gli occhi e feci un gran respiro inalando tutto il suo profumo, odorava della pelle del suo giubbotto e del lucido da scarpe che una volta alla settimana passava sui suoi anfibi preferiti, quelli che portava tutti i giorni. Passò qualche minuto prima che uno dei due parlò,
-Gli hai fatto male?- gli chiesi ripensando a quello che mi aveva raccontato quando gli avevo chiesto come era andata a lavoro,
-Di chi parli?- rispose confuso alzando il viso per guardarmi negli occhi,
-Sai di chi sto parlando, Ricky Smells!- sapevo che in realtà aveva capito subito quello che avevo chiesto.
Lasciò andare la testa sul cuscino del divano e prese un sorso dalla birra,
- Perché lo vuoi sapere?-
-Non rispondermi con un'altra domanda Toby, sai benissimo che mi mandi su tutte le furie quando lo fai.- gli quasi gridai ricordandomi che al piano di sopra Cece stava studiando. Feci per alzarmi dal divano ma lui mi prese per il braccio e mi fece ricadere su di lui, mi divincolai un po' ma non riuscii a liberarmi dalla sua presa, ma forse non lo volevo veramente.
-Scusami, ma mi piace troppo vederti così.- mi sussurrò nell'orecchio, la sua voce era così sensuale che mi sarei scordata di tutto se avesse continuato, ma cercai di ricompormi. Mi alzai e andai in cucina,
-Allora puoi rispondere alla mia domanda?- gli dissi sedendomi sul ripiano e guardandolo finire la sua birra prima di alzarsi per buttarla nella pattumiera al mio fianco.
- È ancora vivo non ti preoccupare. Ma non penso che lo rivedrai in giro tanto presto.- finalmente mi rispose con aria quasi strafottente ma nei suoi occhi leggevo chiaramente che non gli piaceva quello che aveva fatto, lui non era cattivo ma questo mondo si.
Lo tirai per il braccio e lo portai tra le mie gambe, era più alto di me anche seduta sul ripiano, poggiai la fronte alla sua finché i nostri respiri non si fusero insieme e lo abbracciai forte, più forte che potevo, intrecciai le mani alle sue e lo guardai dritto nei suoi occhi azzurri.
Purtroppo era entrato in un brutto giro anche non volendo, sosteneva che era l'unico modo per avere abbastanza soldi ed andarcene da quella merda di posto, voleva portarmi via, scappare e ricominciare tutto solo noi due, non ci saremmo più dovuti nascondere e non avremmo più vissuto con la paura di uscire di casa.
Sentimmo lo scatto della serratura, subito lui aprì il frigo e fece finta di star prendendo qualcosa e io di mandare un messaggio con il mio antiquato cellulare.
Entrò nostra madre con delle buste della spesa sotto braccio, Toby le andò subito in contro per aiutarla e posarono tutto sul ripiano al mio fianco.
-Ciao mamma, come mai sei tornata cosi presto?- di solito non tornava mai prima di cena,
-Il capo si è sentito male così ha dovuto chiudere il negozio prima oggi.- mi rispose facendomi una carezza sulla guancia e poi facendo lo stesso con Toby che era poggiato vicino a me.
-Dov'è Cece?- chiese iniziando a mettere in ordine la spesa,
- È di sopra che studia.- le rispose Toby,
- Allora meglio non disturbarla, vado a salutarla dopo. Potete finire voi qui così mi vado a fare una doccia?- ci guardò speranzosa, si vedeva dal suo viso che era molto stanca anche se non lo lasciava vedere, i suoi due lavori la sfiancavano e noi tutti lo sapevamo così qui in casa non le facevamo fare praticamente niente, pensavamo a tutto io, Toby e Cece visto che eravamo i più grandi e lei ce ne era grata per questo.
- Certo vai mamma ci pensiamo noi qui, riposati un po' ti chiamiamo quando e pronta la cena se vuoi.- gli disse Toby, la chiamava mamma perché l'aveva cresciuto lei, sapeva benissimo che non lo era veramente ma era la cosa più vicino ad una madre che avrebbe mai avuto.
-Grazie mille, non saprei cosa fare senza di voi.- ci ringraziò avviandosi al piano di sopra.
Io e Toby cominciammo a riordinare la spesa e lui non la smetteva di punzecchiarmi, mi dava pizzichi sui fianchi, mi dava dei schiaffetti sul sedere e mi tirava le cose addosso.
-Smettila Toby.- gli sbottai tirandogli in pacco di tovaglioli e trattenendo la mia risata rumorosa.
-Tu smettila di essere così bella.- mi disse togliendomi un flacone di detersivo dalle mani e baciandomi velocemente, quasi di sfuggita, con la paura che qualcuno scendesse da quelle scale e ci scoprisse. Quello era sia un lato negativo che positivo della nostra relazione, baciarlo di nascosto magari mentre nostra madre o uno dei nostri fratelli era nella stanza affianco mi iniettava adrenalina e mi faceva sentire viva ma a volte vorrei solo poter gridare al mondo il nostro amore, vorrei andare in giro mano nella mano con lui, vorrei uscire e fare tutte quelle cose che fanno le coppie normali.
Cenammo tutti insieme, Kevin, Joe, Sandy, la piccola Molony, Cece, Toby, io e mamma, una grande famiglia. Con i nostri problemi, i segreti e i litigi ma anche le nostre risate e gli abbracci. Una famiglia che non avrei cambiato per nulla al mondo!
Mentre gli altri guardavano la televisione sul divano io e mamma lavavamo i piatti,
-Mamma ce la faccio anche da sola, non ti preoccupare vai a riposarti.- le dissi vedendola stanca,
-No tesoro voglio darti una mano. Mi aiuti così tanto in casa.- mi diede un bacio sulla nuca guardandomi in modo così dolce e premuroso sembrò quasi che fosse orgogliosa di me, mi sarebbe molto piaciuto sentirmelo dire.
Subito dopo mi diressi verso le scale ma prima lanciai uno sguardo a Toby che già mi stava guardando e ci intendemmo subito, come ogni sera.
Arrivai in camera e pochi minuti dopo arrivò anche lui, mi sorrise chiudendo la porta a chiave. Dormivamo nella stessa cameretta mentre gli altri fratelli avevano una camera a parte, era uno dei privilegi di essere i più grandi.
Avevamo due lettini messi ai lati opposti della camera ma noi tutte le sere mettevano un lenzuolo sul tappeto per terra, ci buttavamo qualche cuscino e dormivamo abbracciati.
Mi sfilai i leggins neri e la canotta infilanfomi subito dopo una maglia di Toby, la sua preferita che mi lasciava indossare la notte, c'era stampato il nome del suo gruppo preferito e odorava di lui, per questo la mettevo.
Sentivo che mi stava guardando, era seduto nel nostro letto improvvisato sul pavimento così lo raggionsi e mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe. Gli diedi dei dolci baci sulle labra carnose e poi scesi verso il mento, sfiorando con il dito la sua fossetta e sul collo inalando il suo odore.
Lui mi posò le mani calde sui fianchi, sotto la maglia e io le affondai come sempre nei suoi morbidi capelli. Risalii sulla sua bocca ed intensificai il bacio, mi sfilò velocemente la maglia e io feci lo stesso con lui scoprendo il suo fisico mozza fiato. Vedevo a mala pena il suo viso con la luce dei lampioni che entrava dalla finestra, faceva risaltare gli addominali e sfiorai ogni linea del suo busto con la punta del dito ammirando tutta la sua bellezza.
Facemmo l'amore e fu così intenso e passionale, come quasi ogni sera.
Per me lui era stato la mia prima volta ed era stati così dolce con me, ero molto agitata e appena finimmo corsi in bagno a vomitare! Fu così imbarazzante aver vomitato che non ci parlammo per tre giorni dopo averlo fatto, io pensavo che lui fosse arrabbiato con me e lui pensava lo stesso di me, dopo chiarimmo.
Lui mi fece subito capire la differenza tra fare sesso e fare l'amore, il sesso non implica emozioni, lo puoi fare con chiunque, anche con chi non conosci, mentre l'amore è tutto il contrario, si fa con chi ami davvero. Fu quella la prima volta che mi disse di amarmi e non ne seguirono molte altre soprattutto perché lui non è una persona che dice spesso quello che prova. Lo fa quando meno te lo aspetti ed è una della cose che amo di più di lui.
Mi addormentai poggiata sul suo petto, con il battito del suo cuore a cullarmi.
Suonò la sveglia alle cinque di mattina, mi girai e poi non la sentii più, Toby l'aveva spenta e si alzò per vestirsi ed andare a lavoro. Il sole stava appena tramontando e la luce fievole del mattino illuminava quel che bastava per vestirsi. Lo sentii andare in bagno, mi alzai e mi infilai le mutandine che aveva buttato sul pavimento la sera prima e la sua maglia e mi sedetti sul pavimento vicino alla finestra guardando fuori.
C'era un ragazzo che ne sorreggeva un altro probabilmente stavano rientrando da una notte molto movimentata, non avevo mai amato quelle cose, ubriacarsi fino a stare male, non aveva senso. Toby rientrò in cameretta con addosso solo i boxer,
-Buongiorno.- gli dissi sporgendo un po' il viso per fargli capire che volevo un bacio e lo desideravo davvero, non era solo una sciocca abitudine baciare una persona come pensavano quelli che ormai non sapevano più cosa significa amare.
Lui mi guardo e sorridendo si avvicinò a me e mi baciò sulle labbra, un semplice bacio a stampo che può migliorare tutta la giornata e dare un senso alla mia vita.
-Buongiorno.- mi disse infilandosi una maglia nera e i jeans, lo guardavo vestirsi per andare a lavoro e pensavo che anche oggi sarebbe potuto non rientrare a casa.
Quando gliene parlavo lui mi diceva sempre che sapeva cavarsela e non dovevo preoccuparmi, ma non ci riuscivo, come avrei fatto senza di lui? Lo amavo così tanto che non riuscivo ad immaginarla una vita senza lui.
-Stai attento.- mi raccomandai abbracciandolo per poi baciarlo intensamente.
-Lo farò.- rispose uscendo dalla cameretta, mi sedetti di nuovo vicino la finestra aspettando che passasse come ogni mattina.
Sentii il portone di casa chiudersi e pochi minuti dopo lo vidi passare sul marciapiede ed entrare nel suo catorcio a motore, l'unica auto che ci potevamo permettere.
Quando passò la curva tornai a dormire, il suo cuscino aveva ancora il suo profume, lucido per scarpe e la pelle del giubbotto.

~Ecco un altro capitolo! Se vi è piaciuto votate a favore e commentate se avete qualcosa da dirimi, accetto tutto e imparo dalle critiche.
Grazie a tutti di aver letto.~

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