Capitolo 3

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- Ti prego! Ti prego! Ti prego Nora!
Era sabato mattina, per fortuna non c'era scuola ma Cece non la smetteva di rompermi le scatole per accompagnarla alla festa del mio amico Jordan, anche lui mi aveva chiesto di andarci e gli avevo risposto che ci avrei pensato. Non sono mai stata una tipa da feste di alcun genere, preferivo starmene a casa con Toby.
-Dai Cece non rompere! Ti ho detto che ci sto pensando.
Le risposi scocciata lanciandogli il telecomando della TV addosso ma lei si scansò,
-Ehi ma sei pazza!?!?! Pensaci in fretta perché la festa è stasera.
Cavolo come passava veloce il tempo, non pensavo fosse già arrivato il giorno della festa.
Andai in camera mia lasciando Cece in soggiorno con gli altri, Toby anche oggi era andato a lavoro ma sarebbe tornato tra poco. Nella stanza c'era un forte odore di lucido da scarpe e per quanto mi piacesse addosso a lui così era troppo, aprii la finestra e diedi un'occhiata fuori, mi saltò subito all'occio una figura seduta sul marchiapiede, sembrava un ragazzo,si girò di lato e riuscii a vederlo, era Toby. Mi infilai una delle sue felpe per ripararmi dall'aria fredda di gennaio e lo raggiunsi, appena uscii di casa un vento ghiacciato mi investì, mi strofinai le mani sulle gambe e incrocia le braccia al petto.
Era ancora seduto lì con una sigaretta in bocca,
-Ehi, ne dai una anche a me?- Gli chiesi andandomi a sedere al suo fianco sul marciapiede freddo, non mi neanche guardò mentre mi porse il pacchetto aperto così ne presi una e gli sfilai l'accendino dalla tasca del giubbotto di pelle.
- Come mai non sei entrato subito?- guardai la mia sigaretta bruciare rapidente per via del forte vento, mi strinsi ancora nella felpa aspettandomi una risposta.
- Non mi andava.- mi rispose scrollando le spalle e prendendo un'altro tiro, non riuscivo a capire cosa avesse, di solito rientrava subito, andavamo in cameretta insieme e fumavamo lì.
- Cos'hai?- insistetti ancora,
- Niente! Non ho niente solo volevo godermi un altro po' di silenzio prima di rientrare e sentire le urla di Molony, Sandy e Cece che litigano e tutto quel casino. Tutto qui!- mi disse tutto d'un fiato quasi gridando, si alzò e dopo aver buttato la sigaretta vicino ai miei piedi rientrò lasciandomi lì da sola.
So che alcune volte potevano essere davvero insopportabili e quindi lo capivo, Sandy e Cece litigavano quasi tutti i giorni perché una diceva a l'altra che gli rubava i vestiti o i trucchi mentre Molony aveva solo cinque anni e visto che Kevin e Joe le facevano sempre i dispetti lei piangeva. Ma in fondo era la nostra famiglia non la potevamo cambiare. Gettai anche io la mia sigaretta e corsi in casa, non mi sentivo più il naso per il freddo. Toby non era in soggiorno con gli altri, sicuramente era in cameretta, decisi che lasciargli un po' di tempo da solo sarebbe stata la cosa migliore.
Mi andai a sedere vicino a mia sorella sul divano,
-Nora allora hai deciso se vieni alla festa?- mi chiese Cece per la millesima volta,
- Si ci vengo basta che non me lo ripeti ancora per favore. Non ne posso più!-
Mi aveva portato all'esasperazione per quella festa che alla fine non ho potuto dirle di no.
Toby non scese a mangiare malgrado avessi mandato Molony a chiamarlo, a lei non dice mai di no e nel pomeriggio noi ragazze aiutammo Cece a scegliere qualcosa da indossare.
Entrai nella camera che dividevano e spostati qualche orsacchiotto sul letto della piccola Molony per sedermi,
- Ehi, hai fatto cadere Kitty!- mi sgridò raccogliendo il suo peluche,
-Scusami non volevo. Credi che Kitty accetterà le mie scuse?- cercai di reggere il gioco in fondo era ancora una bambina non volevo farla uscire da quel mondo fantastico troppo presto.
- Credo di si.- mi disse sorridendo e sedendosi vicino a me.
Sandy si accomodò sulla moquette viola e imbracciò un cuscino, mentre guardavamo Cece aprire l'armadio e tirare fuori moltissime cose che a me sembravano andare bene ma che lei stava scartando perché le riteneva non adatte.
In fine optò per un vestito celeste che le stava benissimo,
- Nora credo di avere qualcosa anche per te.- mi disse praticamente infilandosi nell'armadio per cercare,
-No grazie, io mi metterò un paio di jeans e una maglia come sempre.-
Cece si girò verso di me con una faccia sconvolta quasi avessi bestemmiato.
-Non ci pensare neanche per sogno ora tu ti provi questi e ci fai vedere come ti sta. Sbrigati!- mi costrinse a mettermi una gonna che arrivava a metà coscia di jeans e una camicetta nera. Sandy mi sistemò i capelli e Cece mi trucco, Molony insistette per mettermi il lucidalabbra e fu molto brava sinceramente mi aspettavo di ritrovarmelo fin sotto il mento.
Decisi di non dire niente a Toby che sarei andata alla festa, volevo lasciarlo solo a sbollentare e riflettere. Arrivammo a casa di Jordan e suonammo il campanello, da fuori si sentiva una musica assordante e sembrava esserci molta gente, non sarebbe stata tranquilla come me l'aspettava. Una ragazza che non conoscevo ci venne ad aprire, c'erano persone ammucchiate ad ogni angolo e la musica faceva rimbombare tutto,
- È bellissimo!- urlò Cece sovrastando la musica, non capivo cosa ci fosse di bello in tutta quella baraonda.
- Lì ci sono le mie amiche.- mi disse all'orecchio indicando un gruppo di ragazzine poco distanti da loro. Le raggiungemmo, so che lei avrebbe voluto stare sola con le sue amiche ma lasciarla non mi sembrava una cosa prudente.
- Cece vuoi una birra?- le chiese un ragazzo che andava a scuola con lei,
- Assolutamente no!- risposi prima che lei potesse aprire bocca e il ragazzo se ne andò alzando le spalle.
Mi addetti su un divanetto poco lontano dalla piccola pista da ballo ricavata nel salotto dove mia sorella e le sue amiche stavano ballando, un ragazzo si sedette al mio fianco,
- Ehi tesoro vuoi bere qualcosa?- mi gridò vicino all'orecchio,
- No grazie.- gli risposi senza neanche guardarlo,
- Vieni a ballare con me.- mi disse alzandosi e tirandomi per il polso, non mi piaceva affatto come si stava comportando quel ragazzo, era chiaramente ubriaco e forse si era anche fatto di qualcosa e mi stava mettendo a disagio. Mi divincolai liberandomi dalla presa, ma lui si sedette di nuovo al mio fianco ma più vicino di prima, troppo vicino. In fretta poggiò la sua mano sulla mia gamba e io rabbrividii a quel tocco.
Mi alzai velocemente e cercai Cece tra la folla, spintonai qualcuno prima di afferrarla per un braccio e trascinarla fuori. Mi guardava confusa quando arrivammo sul marciapiede, conti uammo a camminare a passo svelto verso casa,
-Un ragazzo ubriaco ha provato ad infilarmi la mano sotto la gonna!- le spiegai.
- O mio dio! Davvero?- mi chiese stupita aumentando il passo per raggiungermi.
- Credi che potrei inventarlo!?!-
Sentii dei passi pesanti e un po' trascinati dietro di noi, io e Cece ci guardammo e lessi la paura nei suoi occhi, le presi la mano e iniziammo quasi a correre, casa sembrava sempre più lontana e quei passi più vicini.
Una mano mi afferrò il polso e ci trascinò entrambe nel vicolo buoi al nostro fianco, non riuscivo a distinguere la figura davanti a me ma riconoscevo l'alito di birra. Mi teneva ferma contro il muro, sentii mia sorella gridare, lui le diede un pugno e vidi la sua figura cadere a terra priva di sensi. Stavo tremando e sentivo gli occhi briciarmi, non avevo paura per quello che mi sarebbe potuto succedere in quel momento mi stavo preoccupando solo per Cece. Cerca di andare verso di lei per aiutarla ma lui mi spinse di nuovo verso il muro e schiacciò i suoi fianchi sui miei fino a farmi male, cercai di gridare ma una grande mano mi bloccò la bocca. L'altra stava leentamente risalendo sulla mia coscia, le mie urla erano soffocate dalla sua mano, cercai di divincolarmi ma più mi muovevo e più mi faceva male, sentivo le lacrime rigarmi il volto.
Ad un tratto mi lasciò e io caddi a terra, c'era una figura che lo aveva tolto da me ma non riuscivo a distinguere il suo volto, gli diede un cazzotto in pie o volto e quando si piegò dal dolore lo buttò atterrà e lo riempì di calci.
- Giuro che ti uccido figlio di puttana!- quando sentii la sua voce capii che era Toby e tirai un sospiro di sollievo, era venuto a salvarci ma come aveva fatto a trovarci e a sapere che avevamo bisogno di lui?
Mi avvicinai a mia sorella per accertarsi che fosse ancora viva, sembrava morta distesa inerme sull'asfalto, la poca luce la illuminava fievolmente su un lato. Misi l'orecchio sul suo petto e sentii il cuore battere per mia gioia, la presi tra le braccia e le accarezzai il volto, le lacrime ancora rigavano le mie guance.
Toby era sul ragazzo e gli tirava pugni sul viso, sul suo viso illuminato fievolmente leggevo immensa rabbia, lo avrebbe ucciso.
Mi alzai a fatica, le gambe mi tremavano ma lo afferrai per le spalle e lo strattonai cercando di farlo smettere.
- Toby così lo uccidi!- gli gridai disperata,
- È quello che si merita questo bastardo- rispose lui senza distogliere lo sguardo dal ragazzo a terra sanguinante ormai quasi privo di sensi.
- Giuro che un giorno di questi io ti ammazzo bianco di merda!- disse il ragazzo a terra prima di svenire.
- Toby smettila ti prego andiamo via!- non lo avevo mai visto quello sguardo pieno di odio e di rabbia e speravo di non vederlo mai sul suo volto, come poteva avere un lato così buono, gentile e amorevole e uno così cattivo?
Quando si fermò il ragazzo era ormai svenuto, si alzò e mi guardò negli occhi, lo abbracciai forte grata che fosse lì in quel momento ma subito il pensiero passò a Cece che si stava risvegliando con quelche lamento.
Toby la prese in braccio e ci incamminammo verso casa, mi sentivo distrutta, a pezzi sull'orlo di un precipizio. Pensai che non mi sarei fidata mai più di una persona molto facilmente,
- Come facevi a sapere che eravamo in pericolo?- gli chiesi una volta rientrati in casa e aver messo mia sorella a letto.
- Vi ho viste uscire per andare alla festa così ho deciso di tenervi d'occhio.- mi tolsi le scarpe e mi buttai sul letto mentre lui si sfilava la maglia e i jeans. Come tutte le sere sistemò il lenzuolo sul pavimento e ci buttammo i cuscini, ci si allungò subito e io feci lo stesso dopo essermi infilata una sua maglia. Ci addormentammo una nelle braccia dell'altro e in quel momento desideravo solo non svegliarmi più, che quel momento durasse per sempre. La voce di quel ragazzo mi rimbombava in testa
- Giuro che un giir o di questi io ti ammazzo bianco di merda!-
Non era una cosa da prendere tanto alla leggera da queste parti.

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