Capitolo 4

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Ero in un cimitero, la pioggia cadeva scrosciante e il celo era completamente nero.
Mi trovavo davanti una bara che stava per essere seppellita, un prete stava dicendo parole a caso che non riuscivo a sentire per il tamburellare della pioggia sul legno lucido di quella che sembrava contenere una salma.
La mia famiglia era tutta intorno a me, mia madre si asciugava le lacrime con un fazzoletto bianco e mio fratello Joe le teneva una mano sulla spalla per darle forza. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, dentro di me sentivo un vuoto immenso e sentivo le lacrime riempirmi gli occhi e annebbiarmi la vista. Mi guardai in torno per cercare di capire, vicino la bara c'era una foto di Toby. Quando mi resi conto che mi trovavo al suo funerale era troppo tardi, lui era già ricoperto da tre metri di terra e io mi trovavo lì da sola, in ginocchio nel fango.
-Toby! Toby!- gridai il suo nome come se sentendo la frustrazione e il dolore nella mia voce potesse tornare da me.

Mi svegliai di soprassalto, con il fiatone e in un bagno di sudore, per fortuna era stato solo un sogno, ma sembrava tutto così reale, quasi impossibile credere che non fosse accaduto veramente.
-Ehi cos'è successo?- Toby entrò di corsa in camera con solo un asciugamano legato alla vita,
-Ti ho sentita gridare. Stai bene Nora?- ero così sollevata di vederlo lì davanti a me vivo e vegeto.
Mi alzai velocemente e lo abbracciai,
-Che succede?- mi chiese non capendo cosa mi stesse prendendo,
-Zitto e stringimi.- risposi sorridendo e affondando la faccia sul suo petto, sentivo io suo cuore battere all'impazzata, allo stesso ritmo del mio. Mi sentii quasi tra le nuvole quando lui finalmente ricambio il mio abbraccio, volevo solo che quel momento non finisse più come tutti quelli passati con lui.
-Ti sei pazza Nora!- rise e a me sembrò di impazzire a quel suono, lo amavo così tanto e il fatto di non riuscirglielo a dire per paura che lui non provasse lo stesso per me mi distruggeva.
Alzai il viso e lo guardai negli occhi per qualche istante, i capelli biondo cenere erano bagnati e appiccicati sulla fronte, gli occhi azzurri rispecchiavano il colore del cielo e le fossette incorniciavano il suo magnifico sorriso. Cercai di imprimerlo nella mente come se fosse una foto. Toby si avvicinò lentamente al mio viso e mi baciò, era così delicato e ogni volta che le nostre labra si sfioravano sentivo i brividi scorrermi lungo tutto il corpo come delle piccole scosse elettriche ed era una sensazione così piacevole.
Mi andai a sedere sul letto a gambe incrociate e lo guardai mentre si vestiva, valutavo l'idea di raccontargli del mio incubo o no.
-Ma perché stavi gridando prima che entrassi?- mi chiese guardandomi dalla specchio mentre si infilava una maglia.
Mi presi qualche secondo per soppesare la risposta giusta, mi sistemai dietro l'orecchio alcune treccine nere,
-Non lo so... Forse stavo facendo un incubo ma non lo ricordo.- mentii per non farlo preoccupare, non volevo si spaventasse e poi era solo uno stupidissimo sogno che non contava niente.
-Cavolo! Mi hai fatto spaventare Nora.- mi diede un leggero bacio a stampo e si avvicinò alla porta ancora con quel suo bellissimo sorriso e le fossette,
-Dai scendiamo a fare colazione.- mi invitò e io accettai.

Passammo il resto della mattinata in cameretta da soli fra coccole e risate, non mi sarei fatta scappare nemmeno un minuto senza di lui dopo che avevo provato per un momento cosa significasse perderlo.
Il pomeriggio subito dopo pranzo andammo in un giardinetto molto isolato dove tutte le domeniche ci incontravano con il nostro amico Sam.
Eravamo cresciuti tutti e tre insieme, inseparabili pesti che giravano per il quartiere combinando casini. Quante secchiate di acqua ci siamo prese dalle signore perché strillavamo e quante volte ci siamo sbucciati le ginocchia cadendo con la bici quando facevamo le gare, mi ricordo ancora il nostro posto segreto che erano quattro assi di legno che si reggevano per miracolo in uno sfascia carrozze abbandonato. Ci abbiamo passato tutti i nostri pomeriggi dai sei a quattordici anni, poi ci eravamo un po' allontanati ma rimanevano comunque amici per la pelle. Il nostro era un rapporto particolare, io ero la più piccola così loro erano molto protettivi nei miei confronti e con loro mi sono sempre sentita al sicuro. Sam è l'unico che sa di me e Toby e non ne ha mai parlato con anima viva, ci fidiamo ciecamente gli uni degli altri ed è questo che rende speciale il nostro rapporto.
Quando arrivammo Sam era già lì, seduto sullo schienale di uno panchina di legno tutta sfasciata e con una sigaretta in bocca.
Aveva la pella più scura che io avessi mai vista, più scura della mia e di qualsiasi altro nero del nostro quartiere e non ce ne erano pochi.
- Ehi fratello!- disse battendo il cinque a Toby,
- Sam ti trovo in forma!- mi sistemai al suo fianco sulla panchina e gli lasciai un bacio sulla guancia.
- Grazie marmocchia anche tu non stai niente male!- odiavo quando mi chiamava marmocchia e lui lo sapeva, ci avrei scommesso che lo faceva solo per darmi fastidio come qualsiasi cosa, noi non facevamo altro che punzecchiarci e darci fastidio.
- Scusa fratello e tutta tua.- disse assestando un pugno leggero sul braccio di Toby notando l'occhiataccia che gli aveva lanciato per avermi fatto un complimento.
Anche Toby si sedette affianco a noi e chiacchierammo per parecchio tempo di cose futili e senza senso giusto per scherzare come facevamo sempre ma per un po' ci fu un lungo periodo di silenzio, non di quelli imbarazzati, sembrava più che tutti stessimo pensando a qualcosa di troppo importante da accorgerci che nessuno stava più parlando.
- Devo dirvi una cosa- Sam ci fece velocemente risvegliare dai nostri pensieri,
- Che cosa?- mi stava incuriosendo il modo in cui era diventato stranamente serio e i suoi occhi brillavano di una luce particolare.
- Ho deciso di arruolarmi.- sganciò la notizia come una bomba,
- Ormai ho finito la scuola e voglio fare qualcosa di utile, voglio andarmene da questo posto. Pensate che se mi sposassi mi darebbero anche una casa lontana da qui, tutto pagato capite? Un futuro diverso, migliore.- sinceramente lo avevo sempre sapute che se ne sarebbe andato da questa città perché era un tipo in gamba ma saperlo in qualche posto disperso nel mondo immerso in una guerra non mi tranquillizzava.
-Sai che potresti rimanerci secco?- gli dissi immediatamente allarmata,
- Qui no, Nora? Ma dai non diciamo stupidaggini, si rischia di più la vita in questo quartiere che in guerra.-
Sam non aveva tutti i torti e io non avrei potuto fare niente per impedirgli di arruolarsi se eta quello che voleva.
- Noi approviamo la già scelta e ti sosteniamo Sam.- disse Toby posandogli una mano sulla spalla,
- Grazie fratello.- si stava facendo ora di cena e mamma non ce l'avrebbe fatta passare liscia se fossimo arrivati tardi,
-Toby dobbiamo tornare a casa!- mi apprestai a dirgli controllando l'orologio al mio polso.
- Nora io devo dire ancora una cosa a Sam puoi aspettarmi più in la?- feci cenno di si con la testa e dopo aver salutato Sam con un forte abbraccio mi incamminai per uscire dal giardinetto e mi misi ad aspettare Toby e in centinaio di metro di distanza per dargli della privacy, non so di cosa volessero parlare ma mo sembrava molto serio Toby e anche un po' preoccupato, forse per la scelta di Sam di arruolarsi.
Mi poggiai ad un palo sul marciapiede dando le spalle alla strada e guardandoli cercando di capire di cosa stessero parlando di tanto importante e top secret. Erano uno davanti all'altro, in piedi e Toby stava parlando ma era di spalle quindi lo vedevo solo gesticolare, lessi per un attimo sulla faccia di Sam dello stupore e vedevo che non riusciva a capire quello che gli stava dicendo, poi poggio la mano sulla spalla di Toby e la sua esperrione cambiò, sembrò capire a pieno e fece cenno di si con la testa dicendo qualcosa che non riuscii a capire. Si abbracciarono e vidi Toby venire verso di me cosi mi girai dal lato opposto.
Mentre camminavamo in silenzio sul marciapiede decisi di affrontare l'argomento,
- Cosa dovevi dire a Sam?- forse ero troppo invadente ma la curiosità mi stava mangiando viva.
- Niente, te ne parlerà lui in futuro.- mi lasciò con queste parole e non volle aggiungere altro ma nella mia mente erano sorte sola altre domande e cui non riuscivo a dare una risposta.

~ Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia!! Commentate e votate a favore please!!!!!

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