Capitolo 6

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Il giorno seguente Lauren ebbe in testa solo una cosa:

fuggire.

Era solo il secondo giorno di scuola e già avrebbe voluto essere ad Harvard o magari in un altro continente. Anche quel giorno non ebbe alcuna lezione con la cubana ma è come se fosse stata con lei per tutto il tempo.

Dovette rimettere a posto l'armadietto da cima a fondo poiché il giorno precedente scaraventò con non curanza libri, fogli e quaderni pur di nascondersi da occhi indiscreti. Occhi color nocciola, indiscreti.

"Lauren" ora si che avrebbe voluto prendere un aereo di sola andata per l'Europa.

Fece finta di non sentire sperando fosse una qualche illusione sensoriale a giocarle brutti scherzi ma sprofondare con la testa nell'armadietto non aiutò.

"Volevo chiederti se potessimo vederci più tardi, mi bastano pochi minuti anche durante il pranzo" si girò non con poca sorpresa ma non le uscì alcun suono dalla bocca e per raffazzonare fece un labile cenno con la testa.

"Grazie, è importante per me.. Ci vediamo in mensa Lauren" e si affrettò ad allontanarsi.

"Ci vediamo dopo Normani" abbassò lo sguardo, e strinse le sue mani in un pugno delusa dal provare ancora tanta rabbia e tristezza per la sua ex migliore amica. Sa che avrebbero parlato di lei.

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"Tu hai fatto.. COSA?" Camila era su tutte le furie.

"Ehi Mila calmati, volevo solo darti una mano. Se non vorrai andare tu in mensa, ci andrò io.. Dimmi solo cosa vuoi che le dica" Normani era mortificata ma anche stanca di sentir nominare la corvina.

"Non devi dirle proprio nulla.. fingi di aver sbagliato persona o che ne so.. fai finta di svenire." Camila aveva perso tutto il coraggio del giorno precedente, aveva preso come un segno del destino il fatto di essere stata trattenuta in corridoio per tutta l'ora di pranzo.

"Camila, non dire cazzate, è la tua occasione.." si impuntò.

"Ti prego non adesso Mani, non ce la potrei fare" ed era la verità.

"Come vuoi, ci vediamo dopo allora.. mi trovi in mensa con Lauren se ci ripensi" attese un po' prima di alzarsi, sperando che la sua amica cambiasse idea ma fece solo un sospiro frustrato.

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Lauren fu la prima ad arrivare in mensa, prese il suo vassoio e si recò nei tavoli del cortile.
Fece a pezzi il sandwiches ma senza mangiarlo.

"Lauren" la salutò Normani.

"Ciao" sorrise debolmente.

"Andrò dritta al punto, so che non vuoi perdere tempo e io non voglio fare l'avvocato del diavolo, anche se il diavolo in questione è la mia migliore amica" Lauren fece un sorriso sornione ma la fece proseguire.

"Non sei l'unica che sta male per questa storia" la corvina fece per ribattere ma Normani alzò una mano per frenarla.

"Pensi sia stato facile per lei perderti? Eri la sua migliore amica, neanche lei voleva questo. Ti chiedo solo di dare ascolto ai suoi sentimenti, quando avrà il coraggio di farlo. Io non vi ho mai capito, sai? Non immaginavo quanto ci fosse tra di voi, non oso immaginare il dolore che avete provato. Ma so una cosa: se lei ora è qui, è perché vuole rimediare con te. Dopo 4 anni ha avuto il coraggio di mettere da parte la vita che si è costruita per anni, anche al costo di perdere le persone più care che ha, pur di correggere i suoi sbagli con te. Non dovrai accettare le sue scuse o perdonarla, ma ti chiedo di ascoltarla." Normani aveva quasi gli occhi lucidi ma Lauren sentiva il dolore e la rabbia aumentare ad ogni parola.

"Dopo 4 anni? Non poteva pensarci prima? Dove sono stata per lei dopo tutto questo tempo? Mi ha ignorata, ferita, abbandonata e dimenticata. Credo tu ti stia sbagliando. E poi perché non è venuta lei a dirmi queste cose?" Lauren si trattenne dall'urlare ma una lacrima scese così velocemente da non riuscire a fermarla sul nascere.

"Nelle sue canzoni." Normani affermò con tristezza.

"Cosa?" Lauren non ricevette risposta poiché Normani si alzò e andò via ancor prima di udire la domanda.

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