Capitolo 9

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Camila detestava le attese ma odiava ancor di più i confronti dove sapeva già chi avrebbe vinto e quella volta non sarebbe stata di certo lei.

Non riuscì ad aspettare il giorno seguente.

Rifiutò l'invito di Normani e si diresse a piedi verso la casa di Lauren. Fare quella strada la fece tremare ad ogni falcata. Erano trascorsi 4 anni ma ricordava ogni mattonella che componeva il marciapiede e ogni crepa formatasi per via delle radici sotto di esso.

Sospirò più di una volta prima di suonare il campanello.

"Ciao, chi sei?" rispose la mamma di Lauren, interrompendo i pensieri di Camila e lasciando il bucato sullo stendino, si avvicinò incuriosita dalla sagoma minuta che era ferma oltre la proprietà da almeno un quarto d'ora.

"Ciao signora Jauregui.." rispose timidamente la cubana appena si aprì il cancello.

Sospirò ancora una volta prima di azzardare il primo passo.

"Camila quante volte ti ho detto di chiamarmi Clara, solo Clara" le sorrise "Posso offrirti qualcosa da bere?"

"In realtà sto cercando Lauren, è in casa?" Si sentiva strana in quella situazione. Stare nella casa dove è praticamente cresciuta, sentendosi una estranea davanti alla donna che l'ha vista nascere mentre lei l'ha vista mettere su qualche ruga.

"Purtroppo non è in casa ma a momenti dovrebbe tornare dagli allenamenti di softball" cazzo gli allenamenti. Aveva stampato gli orari degli allenamenti e i periodi in cui Lauren era solita avere partite più o meno importanti.

"Allora gradirei volentieri una tazza di tè.. se non è un problema.." e così entrarono in casa.

"Arriva subito" Clara le sorrise e sparì in cucina.

Camila non notò enormi differenze: i quadri erano sempre negli stessi chiodi sul muro, le foto erano cambiate ma mantenendo le stesse cornici... Anche i libri impilati nella libreria in soggiorno sembravano gli stessi finché non notò un quadernino che oscillava tra il mobile e il pavimento. Lo sfilò dalla libreria ma una fotografia finì a terra.

Era una loro foto al lunapark. Entrambe avevano un peluche gigante in braccio. Ricordò che fosse stata proprio Lauren a vincerli colpendo tutte le lattine senza perdere neanche un colpo con la pistola giocattolo.

Sorrise e nonostante la voglia di portare con sé la foto, la ripose nel quaderno e lo lasciò sulla libreria.

"Allora Camila, cosa si dice tra le pop star?" Clara porse la tazza a Camila che istintivamente si sedette sul divano, dal lato sinistro che preferiva da sempre. Probabilmente perché la televisione era esattamente di fronte a quel posto. Clara non le fece notare nulla ma sorrise dietro la tazza fumante.

"In realtà non è fantastico come sembra.. Le persone importanti guardano gli interessi, provano invidia, commettono falsità, promettono bugie.. In quell'ambito non ho mai deciso nulla per me e in genere per la mia vita. Mi hanno imposto di delegare e così ho fatto, a vantaggio della mia carriera ma a costo di vivere seguendo un copione. Sarei ipocrita se dicessi che non mi piacciono i soldi, le attenzioni e la fama ma sarei superficiale se dicessi che questo mi basta e mi rende felice" Camila parlò sinceramente sapendo che Clara potesse capirla, come era sempre stato.

"Camila, tesoro, sei qui. Questo sono sicura sia dipeso da te. L'unica persona che sei destinata a diventare è la persona che decidi di essere. Non incolparti per quello che non hai fatto, goditi le cose che invece hai fatto e continuerai a fare. La vita non è ciò che ci accade ma ciò che facciamo con ciò che ci accade." Camila le sorrise grata per ciò che le aveva detto.

"Credo andrò a casa, grazie per tutto Clara. Il tuo tè è delizioso come sempre. Ti auguro una buona serata." si approssimò alla porta.

"Vorrei solo pregarti di non dire nulla a Lauren, mi hai dato molto su cui riflettere.. E non vorrei essere troppo impulsiva parlando con lei.." la supplicò.

"Camila sta tranquilla.. e salutami i tuoi genitori" le diede un abbraccio materno e la salutò affettuosamente.

"Sarà fatto, salutami Mike e le altre pesti" La cubana fece cenno con la mano prima di sparire lungo il vialetto di casa Jauregui.

————

Lauren posò le chiavi di casa e il borsone vicino alla porta d'ingresso.

"Mamma? Sei in casa?" chiamò la corvina.

"Lauren, si sono in cucina. Vieni." finì di lavare le stoviglie nel lavandino e si asciugò le mani sul grembiule.

"Il cancello era accostato, hai avuto compagnia? Tipo le signore delle partite a burraco o la tua amica con il Parkinson.. non dovrebbe uscire da sola secondo me anche se abita qui a fianco.." Lauren nel frattempo cercò qualcosa da sgranocchiare nella dispensa.

"In realtà si, ma niente signore del burraco o la vicina con il Parkinson.."

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