Capitolo 5.

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Sono molto confusa, mi sento scoppiare la testa.. Mi fanno male le tempie e sento una voce che fa eco nella mia testa ed è leggermente fastidioso.
Apro gli occhi lentamente e vedo la faccia preoccupata di mio padre che continua a parlare ma non riesco a sentire quello che dice.

"P-Papà.." Sussurro, ho le labbra secche e sono molto debole.
"Piccola di papà, come ti senti?" Chiede molto preoccupato e continua ad accarezzarmi il viso.
Non rispondo e chiudo di nuovo gli occhi. Li sento pesanti.

"Sam..." Si schiarisce la gola e mi prende la faccia a coppa, inizia a scuotere la faccia lentamente.
Apro gli occhi con una faccia confusa.
"Papà."
"Si?"
"Cosa diavolo stai facendo?" Sbotto con una faccia confusa. La mia voce è bassa e lenta.
"Oh..no nulla.. Per un attimo ho pensato che fossi svenuta di nuovo" curva le labbra così da sembrar dispiaciuto. Infatti lo era.
"No sto bene adesso" lo assicuro, ma non assicuro me stessa.

"Adesso ti porto qualcosa da mangiare, mamma mi ha detto che non mangi da quando Louis ha fatto l'incidente.. Mi dispiace per Lou." Si alza e mi aiuta a sedermi, facendomi poggiare la schiena alla testiera del letto..
"Anche a me" abbasso lo sguardo e mi guardo il grembo, sento le lacrime che minacciano di uscire.
"Però ..sinceramente io tengo più alla vita di mia figlia, quindi, triste o meno devi nutrirti, hai bisogno di vitamine.. Devi pur mangiare qualcosa" a volte sa essere davvero bastardo. Non sa cosa significa avere un migliore amico in fin di vita.
"Papà..tu non capisci" piagnucolo e metto una mano sulla fronte.
"5 minuti e risalgo" mi avverte ed esce dalla mia camera.

Abbasso lo sguardo, mi fa stare male quando parla così.. Io sono molto affezionata a Louis. Anzi.. Lo amo.
Questo segreto non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno a Louis. Non voglio rovinare il nostro rapporto, lui non ricambia e lo so. Perché a lui piace un altra ragazza.
Ally Jackson, 20 anni, magra, alta, mora e occhi scuri.
Fanculo.
Lo ammetto è una bella ragazza, è ricca ed è popolare. Non posso commentare sul suo carattere perché non la conosco, ma la odio lo stesso.. Ha rubato il cuore del Mio Lou...

Papà interrompe i miei pensieri.

"Piccola mangia" la sua voce è dura ma con un pizzico di preoccupazione.
"No papà ..non ho fame." Sbuffo alzando gli occhi al cielo.
"Samantha, non era una domanda. Io esigo che mangi qualcosa" alza la voce."E non alzare gli occhi con me!" Urla di più, ho subito pensato al peggio..
Ma invece no.
"Scusa.." Abbasso lo sguardo e le lacrime calde scivolano sul mio viso velocemente.
"Ascoltami piccola, io non voglio farti piangere.. Ma mi preoccupo per te. Hai perso molti chili, già eri abbastanza magra.. E a me non piace vederti così ..tu non capisci quanto sto male p-" lo interrompo.
"Papà no! Tu non capisci quanto io stia male! Non hai un migliore amico in coma, e non sai come mi sento! Basta." Urlo e lancio il banchetto con il cibo a terra.
"Forse era meglio se restavi a New York." Ringhio ed esco dalla camera, lasciandolo li'. Come uno stupido. Perchè lui è uno stupido.

Sono le 18 in punto, indosso degli shorts a vita alta e una canotta bianca corta. Decido di mettere una giacchetta di velo bianca e la lego sull'ombelico
Lascio i capelli sciolti ondulati che mi cadono sulle spalle,arrivano al seno e con un semplice fermaglio nero tirò indietro il ciuffo abbastanza lungo.
Mi guardo allo specchio, davvero sono dimagrita. E non penso che a Lou piacerà quest'essere che si sta guardando allo specchio.

Alzo gli occhi al cielo ed esco fuori, prendo il cellulare che si trova sul comodino, lo metto in tasca e scendo al piano di sotto.Sento delle urla provenire dalla cucina.. Mi avvicino alla porta che è socchiusa, sbircio e vedo mamma e papà che urlano entrambi.. Non riesco a sentire bene cosa dicono. Solo alcune cose..

"Sei tu che rompi le palle non appena vieni qui! Non ti sopporto più" urla mia madre spingendolo via. Dato che è abbastanza vicino.
"Nemmeno io ti sopporto più! Vaffanculo Olivia!" Urla molto forte e apre la porta. Rimango li' impalata e guardo mamma e papà con gli occhi spalancati. Non hanno mai litigato in questo modo.

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