Come sono finita così?

858 236 350
                                    

Come sono finita così?

Entro in casa barcollando, non per gli alcolici ingurgitati, e che anzi mi hanno dato la forza di sopportare l'orribile serata, ma per lo shock che simili serate esistano davvero e non siano l'invenzione di autori cinematografici con inclinazioni parodistiche e misogine verso gli appuntamenti al buio.

Per prima cosa mi getto carponi sul pavimento e finalmente posso sfilarmi i sandali-modello-schiava dai micidiali tacchi a stiletto che richiedono abilità circensi per procedere anche solo di pochi passi, nonché una buona dose di caparbietà masochista. Saranno anche all'ultima moda, ma si tratta di veri strumenti di tortura grazie ai quali i metatarsi urlano dolore per giorni.

Il secondo step, ormai consuetudinario, è levarmi all'istante le lenti a contatto per sostituirle con gli occhiali. La loro custodia è sul pavimento, posizione strategica stabilita dopo innumerevoli serate di rientri dove non potevo aspettare nemmeno un secondo per liberarmene.

Segue apertura di zip, bottoni ed eventuali aggeggi di costrizione del grasso. Finalmente posso respirare!

Sdraiata sul pavimento contemplo il soffitto chiedendomi come possa essere arrivata a considerare il mio rientro in solitaria a casa il momento più bello della giornata solo perché posso liberarmi di vestiti e accessori.

Non ho mai amato tanto casa mia come negli ultimi tempi. Rientrarci coincide con quello che ho imparato a chiamare "Lo Smontaggio". Libera da orpelli, aggeggi di costrizione e sorriso fasullo, mi sforzo di ignorare il dolore ai piedi martoriati e, gattonando, raggiungo la cucina in quella che è diventata un'altra consuetudinaria scena di vita casalinga. Perlomeno della mia.

Ora come ora non ho la forza emotiva necessaria per descrivervi nei particolari quanto è accaduto. Non adesso. Non stasera. C'è una cosa da fare che non può essere rimandata.

Con andatura sghemba, recupero da un cassetto la famigerata lista di tutte le belle cose che cerco in un uomo, mi isso su uno sgabello e rileggo la seguente voce:

6) Deve volermi coinvolgere nei suoi interessi

Zac! Con un rapido movimento, tiro una riga su tutta la frase.

"Mai più!" ripeto borbottando "Mai più!"

Contemplo le voci restanti e mi scopro a contarle. All'inizio di questa avventura, erano parecchie. Ma in poche settimane ne ho depennate più della metà.

Ripenso a quando tutta questa faccenda è iniziata. Alla stesura, insieme alle mie amiche, dei criteri che deve possedere il mio Uomo Giusto. Anzi, il Principe Azzurro. Culminata nella creazione del profilo perfetto, dove nessun dettaglio era lasciato al caso. Questo identikit doveva servirmi per non perdere di vista il mio obiettivo: trovare un compagno adeguato in tempi rapidi, perché potessi sfoggiarlo a un certo evento di cui vi parlerò a breve.

Ogni voce di questa lista mi sembrava ragionevole. Quanto può essere difficile, mi dicevo, trovare un uomo decente a Milano, una città con centinaia di migliaia di abitanti?

Ovviamente, la realtà è tragicamente diversa.

Sono trascorsi tre mesi da quando questa Caccia al Principe Azzurro, come l'ho battezzata, è iniziata. Tre mesi in cui la trentenne un po' trasandata ma piena di interessi, appagata sul lavoro, con energie da vendere e la passione per i giochi di società nel tempo libero, ha lentamente ceduto il passo a una versione più snella e curata, che grazie a una serie di esperienze incredibilmente negative nel mondo degli appuntamenti sta perdendo fiducia nel fatto che l'amore possa esistere davvero e non sia solo una montatura delle industrie produttrici di biglietti a forma di cuore. Sono affamata, irritabile, carica di lavoro arretrato, perennemente assonnata, il mio conto in banca punta al rosso, e c'è forse uno straccio di uomo papabile nei dintorni?

No. Milano mi sembra sempre più una palude infestata di rospi che non si trasformano in principi neanche baciandoli tutta una notte.

Cosa può essere successo per scatenare questa mutazione? Come può una donna adulta, realizzata ed equilibrata, cambiare le sue priorità di punto in bianco, stendere un'improbabile lista e darsi agli appuntamenti al buio?

È presto detto. Tre mesi fa venni invitata alla festa di fidanzamento di una parente, ed ebbi la sfortuna di scoprire come parlava di me alle mie spalle...

Caccia al principe azzurro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora