Sofia Gambini non è mai stata come me, come noi.
Se siete persone normali il primo sentimento che vi ispirerà la sua storia è l'odio. Appaiato all'invidia.
Di per sé è una vista che non incute timore, semmai l'opposto : altezza media, snella, capelli lisci e rossi con relativa pelle diafana, lentiggini che le conferiscono un'aria fanciullesca e sbarazzina. Bella femmina, insomma.
Il suo retaggio è straordinario quanto il suo aspetto. L'esistenza di persone come Sofia ci fa capire quanto la sorte sa essere straordinariamente iniqua nel distribuire i doni della vita.
Il padre è stato un importante amministratore delegato di un'azienda farmaceutica.
La madre era direttrice di una catena di cliniche private.Il tutto li collocava, se non nella fascia degli straricchi, nelle immediate vicinanze.
Quando ci conoscemmo, Sofia ammise di non avere nessuna praticità nei lavori domestici, e che questa deficenza era imputabile al fatto che a casa sua se ne era sempre occupato il personale di servizio.
Credetti ingenuamente che la sua famiglia fosse di quelle in grado di pagare la serva a mezza giornata.Sbagliavo. A casa Gambini c'erano due domestiche fisse, cuoca, autista e tata a tempo pieno, più il giardiniere.
I genitori, votati alla carriera, avevano immense ambizioni per la loro unica figlia fin da quando questa era una tenera speranza racchiusa nei loro cuori. Volevano semplicemente il meglio del meglio per lei... e da lei.
L'infanzia di Sofia fu un susseguirsi di istitutori per aiutarla a tenere il passo in costosissime scuole private, allenamenti in circoli sportivi, lezioni d'arte, viaggi d'istruzione, sedute mensili dallo psicologo incaricato di individuare eventuali problemi. Si mirava all'elitè, e la piccola prometteva bene.
Nonostante un'adolescenza un po' irrequieta eccelse negli studi diventando una delle tre migliori laureande nel suo corso di marketing director, alla Bocconi. A quel punto tutta la strada era in discesa, perché grazie ai loro agganci le avrebbero permesso una rapida carriera ai piani alti. Dopo ci avrebbe pensato lei, a conquistare il mondo.
E lì, a un passo dal raggiungimento dei loro sogni, dopo aver speso una fortuna per istruirla e molto probabilmente preparato il discorso di devozione da dedicarle nel giorno che fosse divenuta il primo presidente della repubblica donna, i genitori ricevettero un colpo quasi mortale.
Sofia annunciò che non le interessava fare carriera nel marketing, nell'amministrazione o in qualunque campo servisse la sua laurea e la loro influenza.
Aveva seguito un corso di pasticceria professionale nel tempo libero e trovato una socia con cui avviare una piccola attività. Inutile dire che da allora mi videro come fumo negli occhi e divenni colpevole di aver trascinato la figlia in questo buco di mondo dal loro comodo universo di privilegiati.
Tutto questo per spiegare in parte i problemi di gestione della voce di Sofia. Non gestione della rabbia. Della voce. Come lei stessa è stata tanto abile da farmi osservare, cosa si chiede di saper fare a un dirigente dei massimi livelli? Urlare. Se urli la segretaria si spiccia a trovarti una macchina, gli impiegati scattano, il mondo gira come vuoi tu. E lei è stata allevata per saper urlare. Solo per quello.
Iniziavo appena a controllare le email ricevute quando Sofia entrò, un turbine di casacca e pantaloni candidi su cui i capelli parevano una crocchia di sangue.
Bella femmina, l'ho definita. Nessuno riesce a capire come sia possibile che una creatura come lei sia single."E che cazzo, sto andando, sto andando, Rompipalle!" strepitava a chi era rimasto in corridoio.
Naturalmente appena apre bocca tutti smettono di chiedersi perché tanta grazia non è sposata e la domanda naturale che segue è: riapriranno mai i manicomi?
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Caccia al principe azzurro
RomanceTre mesi fa venni invitata alla festa di fidanzamento di una parente, ed ebbi la sfortuna di scoprire come parlava di me alle mie spalle...la protagonista ha una sola missione: accaparrarsi un uomo che chiunque le invidierebbe, per la soddisfazione...