O un Principe o niente!

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“Era un debole, senza stima di sé. Un fossile dell’età della pietra che credeva di poter portare solo lui i pantaloni in casa e il pane in tavola. Ti pare un uomo uno che ha bisogno di sentirsi superiore alla compagna invece di gioire per ogni sua conquista?”

“Un verme.” contribuì Giulia accalorandosi “Maschilista, mascalzone. Ha solo cercato scuse per giustificare il tradimento. Dare la colpa all’essere più basso di te! Non devi sprecare nemmeno un minuto a rimpiangerlo.” detto da quella che stava gettando dodici anni dietro il re del Mi-impegno-ma-non-con-te.

“Tranquille, non lo rimpiango.” mi soffiai il naso “Ma le sue parole mi sono rimaste scolpite qui.” indicai la testa “Mi sono chiesta se sono davvero così concentrata sulla carriera da non accorgermi di essere indelicata. Se davvero cerco di superare tutti in tutto finendo col ferirli perché li trascuro o mi vanto di quanto ottengo.”

“Naaah. Ti conosco dal liceo. Sei un po’ competitiva ma non una che se la tira, nemmeno quando ne hai motivo.” mi rassicurò Daniela “Ultimamente hai avuto brutte esperienze, d’accordo. Quello che devi ricordare è che non è stata colpa tua. Una persona era insicura e ti ha mollata brutalmente per gratificare il suo ego. L’altra è un’egocentrica malata di pigrizia in cerca di facili soluzioni. Vali molto di più di entrambe, le loro offese non devono toccarti. Adesso faccio un altro po’ di tè e mangiamo qualcuno di questi bei pasticcini. Bisogna parlare solo a stomaco pieno.”

Nel mezzo della proposta, squillò il telefono in camera da letto. Mi scusai e andai a rispondere.
“Sandra, sono la mamma. Come stai?” riuscì a dirlo come se fosse stata un’unica parola. Riconobbi la preoccupazione genitoriale in atto. Se non la tranquillizzavo rischiavo di vedermela piombare in casa con la borsa dell’acqua calda.

“Meglio, mamma. Si, si. Ti dico di si. Ho solo lo stomaco sottosopra, ma ci sono Daniela e Giulia con me. Si, si, il tè lo stiamo bevendo. Ah, meglio una camomilla? Va bene, glielo dico. Si, cracker o qualcosa che asciuga lo stomaco e poi a dormire. Si, si, non ti preoccupare.” trent’anni e ancora non avevo avuto il privilegio di usare un no con mia madre.

Il primo e unico tentativo risaliva alla mia adolescenza, e da quel momento mi limitai a una laconica sfilza di si, anche e specialmente quando avrei seguito la linea di condotta del no.

Ci sono forze oscure a questo mondo, che non possono essere contrastate. Mia madre è tra queste.

“Si, si. Ti dico di si. Va bene ti chiamo domattina prima di uscire. Si, va bene. Ne parliamo un’altra volta. Buonanotte.” da brava dominatrice passivo-aggressiva non ha mai digerito il fatto che ho lasciato il suo tetto togliendole così la possibilità di decidere della mia esistenza.

Ho odiato essere figlia unica. Con un’altra presenza da governare in casa, sicuramente avrei dovuto sopportare meno invasioni della mia privacy.

Presi il telecomando per spegnere il televisore, rimasto in pausa. Per togliere il dvd dal lettore dovevo prima farlo ripartire. Era la scena dove gli stracci di Cenerentola diventano un abito sfavillante e lei salta sulla carrozza-ex-zucca diretta alla festa del principe. Me la gustai e feci per spegnere.

Alt! Aspetta un momento.

Qualcosa, un’intuizione, mi portò a premere il tasto di riavvolgimento e guardai una seconda volta lo spezzone dal momento in cui appare la fata madrina.
“Ehi, che fai?” Daniela mise la testa dentro la stanza “Oh, no! Metti giù quel telecomando. La tua dipendenza da quel film è ridicola. Sei come mia figlia di due anni. Ma a lei metterò subito in testa che i Principi Azzurri non hanno il castello in fondo alla strada dove abitiamo e soprattutto non bussano alla nostra porta!”

“Sssssstth! Ho un’illuminazione!” dissi, secca, e riavviai lo spezzone di nuovo.    
Guarda, riavvolgi, guarda, riavvolgi.

“Ma che caspio…” arrivò Giulia, zittii anche lei con un tono che non ammetteva repliche e ignorai il commento addolorato di Daniela “E’ partita.”

Caccia al principe azzurro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora