Capitolo 5

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Passarono diversi giorni, ma Alex continuava a pensare a quel pomeriggio... e a quella luna. Ogni tanto cercava di nuovo il suo contatto e restava lì a fissarlo, come per assicurarsi di non averlo solo immaginato. Normalmente, data la sua eccessiva curiosità, sarebbe andata immediatamente a chiedere cosa significasse, ma le sembrava sempre inopportuno fermare la Bianchi all'interno della scuola per chiederle una cosa del genere, in più, aveva paura di fare un'altra delle sua figure. Le sue amiche, come sempre, appena saputo l'accaduto erano partite in quarta inondandola di film mentali e strane cospirazioni, ma Alex continuava a ripetere loro che era sicura non significasse nulla e che sicuramente la Bianchi aveva cliccato qualcosa involontariamente. Una piccola parte di lei sperava non fosse così, ma Alex preferiva mettere da parte questa piccola parte che un po' la confondeva.

Vera's pov
Sono giorni che noto che ogni volta che incrocio Alex, dopo avermi salutata educatamente, lei sembra combattuta tra il continuare ad andare nella sua direzione e il dirmi qualcosa, attua sempre lo stesso schema, mi vede, mi saluta, fa una faccia un po' confusa, e proprio quando sta per aprire bocca continua a camminare come se nulla fosse. Ed io, come sempre, continuo per la mia strada con un leggero sorriso, perché so benissimo cosa vorrebbe chiedermi, e aspetterò pazientemente che abbia il coraggio di farlo.

Finalmente la scuola aveva rilasciato l'orario definitivo, il professor Wilson mi aveva lasciato davvero molte classi, ma la cosa più difficile non era la gestione di queste, quanto invece l'accettazione da parte degli alunni. Prendere il posto di un professore così tanto amato e stimato da tutti non è per nulla semplice, e questo lo avevo riscontrato soprattutto nella classe di Alex, una classe che nonostante le difficoltà deve crescere ed impegnarsi per affrontare gli esami di quest'anno. Con loro avrei avuto tre ore settimanali, una il lunedì alla prima ora, una il venerdì alla penultima ora e una il sabato all'ultima ora. Sicuramente non l'orario ideale per avere ragazzi freschi e concentrati.

Alex's pov
Su consiglio del professor Wilson durante una delle nostre chiamate serali cercai di parlare con la Bianchi, ma non avevo mai abbastanza coraggio per far uscire quella frase che avevo ormai imparato a memoria.

Durante la ricreazione la incrocio ancora una volta in corridoio, ogni tanto mi piacerebbe far finta di non averla vista, ma è a dir poco impossibile, puntualmente appena si sente il rumore dei suoi tacchi tutti si zittiscono e la guardano come se fossero ammaliati e intimoriti allo stesso tempo, poi mi passa accanto, incastra il suo sguardo nel mio, ed io faccio uscire dalla mia bocca un flebile "buongiorno", che lei in quel silenzio riesce sempre a sentire, così lo ricambia cordialmente e continua a camminare inondandomi del suo profumo.
Giulia: "Il mio obiettivo nella vita è riuscire ad avere un'aura potente tanto quanto la sua, però senza una ragazzina che mi rovini il momento di potenza e superiorità"
Alex: "ed io sarei la ragazzina che rovina il suo momento?"
Giulia: "Esatto. Guardali, quando passa si pietrificano tutti, solo tu le rivolgi la parola"
Alex: "io questo timore non lo concepisco, è una bravissima persona, mi ha praticamente salvata da non oso neanche immaginare cosa, ed è stata gentilissima in ogni situazione, fa anche delle battute divertenti"
Giulia: "Prima dici così, poi hai paura di porle una semplice domanda che ai miei occhi hai totalmente il diritto di fare, e probabilmente è anche quello che sta aspettando che tu faccia"
Alex: "basta con questa storia, parliamo di altro, pomeriggio mi accompagni a prendere la moto?"
Giulia: "si certo, non te la lascerei prendere senza la mia approvazione"

Quando parlai a mia madre di quel giorno si preoccupò davvero molto, tanto da voler lasciare la sede di Parigi per tornare a casa da me, ma ero riuscita a tranquillizzarla. Avrebbe tanto voluto ringraziare la Bianchi, ma durante il racconto preferii omettere il dettaglio del numero di telefono, e le dissi che avrebbe sicuramente avuto modo di parlarle agli incontri scuola-famiglia. Solo su una cosa non volle obiezioni, non avrei più dovuto prendere l'autobus. Appena compiuti i 16 anni la pregai di farmi prendere la patente A1 e di regalarmi una moto, l'avevo sempre desiderata, ma era una moto da cross che utilizzavo in luoghi specifici, dunque a fine agosto avevamo deciso di lasciarla nel garage della nostra casa al mare, in tutt'altra città.

In questo caso mamma aveva insistito affinché ne prendessi una da strada, così da non dover chiedere passaggi a nessuno ed essere indipendente, ma soprattutto non essere più bloccata ad una fermata dell'autobus. Onestamente non me lo feci ripetere due volte, chiamai immediatamente per un appuntamento con la concessionaria Yamaha più vicina, e Giulia mi avrebbe accompagnata per porre fine alla mia indecisione tra due moto in particolare.

La mattina seguente arrivai a scuola piuttosto presto, decisi di parcheggiare appositamente accanto al solito posto che occupava la Bianchi, anche se in quel momento era ancora vuoto. Le mie amiche mi circondarono curiose di vedere il nuovo mezzo, una Yamaha r125 tutta nera. Mentre loro erano ancora davanti a me, discutendo su chi di loro dovesse essere la prima a fare un giro con me, io venni distratta dal motore di un'auto impossibile da non riconoscere. Mentre ero ancora in sella cercai di guardare la macchina che, come previsto, aveva appena parcheggiato accanto a noi, quando scese si girò, probabilmente avrà percepito che la stessi fissando. I nostri occhi si incontrarono, lei mi sorrise lievemente e alzò la mano per fare il cenno di un saluto, gesto che replicai continuando a seguirla con lo sguardo. L'avevo deciso, oggi le avrei parlato.

Alex: "si è fatto tardi, dobbiamo entrare, avete deciso chi sarà la prima?"
Melissa:"Giulia, ma ha vinto solo perché io voglio fare un giro più lungo del ritorno a casa"
Alex: "Mi dispiace, ma oggi non riaccompagnerò a casa nessuno, today is the day"
Gi: "resterai a parlare con la tua Cate?"
Giulia: "Ginevra stai zitta, quella donna è ovunque"
Melissa: "ti correggo, non è ovunque, ma è ovunque si trovi la signorina Parisi"
Alex: "vorrei ricordarvi che ha detto di avere un ex marito, è etero ed è la mia professoressa"
Gi: "disse la ragazza bisessuale con le mommy issues"
Alex: "smettetela e andiamo a lezione, ho cinque ore per trovare il coraggio di parlarle, sempre se accetterà di restare a farlo"

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