1. Nessun legame di sangue

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Quando la mattina del nove giugno mi alzo, apro la porta-finestra ed esco in balcone.
Le mattine d'estate sono solita uscire in balcone per assaporare l'aria estiva.
Amo l'estate, perché finalmente l'aria è calda, le giornate sono più lunghe, il divertimento è assicurato e la scuola è finita.
Quando sento una voce maschile non lontana da me, mi volto subito verso sinistra e vedo il mio fratellastro mandare un messaggio vocale a non so chi.
Lo osservo con indosso dei bermuda di cotone grigi, una maglietta a maniche corte bianca, alto 1.80 cm, i suoi capelli corti castano chiaro e i suoi occhi azzurri, poi sospiro, perché in versione estiva mi piace ancora di più del solito.
Vivo con mia madre, il mio patrigno e il mio fratellastro in questa casa del quartiere Eur da quattro anni. Vivere sotto lo stesso tetto con il mio fratellastro Tommaso, nonché la mia cotta segreta, non è male, anche se vorrei che fossimo più che semplici parenti acquisiti.
«Giorgy, tutto okay?» sento che mi chiede ad un tratto, mentre io fingo di guardare di fronte a me per non fissarlo come una stupida ragazzina quale sono.
Mi giro e rispondo:
«Ciao, Tommy. Sì, tutto okay. Perché me lo chiedi?»
«Stai fissando il vuoto.»
«Buon compleanno.» gli dico ad un tratto.
«Vieni qui che mi dai un abbraccio.» mi incita lui, così gli sorrido, rientro in camera e raggiungo la sua, uscendo nell'altro balcone.
Non me lo faccio ripetere due volte e lo abbraccio subito, con indosso il mio pigiamino estivo con la maglietta a maniche corte e gli shorts.
Sento le sue braccia su di me, sul mio corpo e sento che mi stringe con esse, andando sotto la maglietta del pigiama.
Quando ci stacchiamo l'uno dall'altra mi schiarisco la voce ed esclamo:
«Buon compleanno.»
Oggi compie diciannove anni e stasera ci sarà la sua festa di compleanno allo Chalet del Lago, di fronte al Lago dell'EUR.
«Grazie, Giorgy.»
«Sei nervoso per la maturità?» gli domando.
«Un po' sì. È dall'inizio dell'anno scolastico che i prof ci fanno una testa così. Non ne posso più, guarda.» risponde, sbuffando.
«Immagino.» ridacchio io.
«Cosa ridi, Giorgy? Guarda che è una bella rottura di palle. Non vedo l'ora che finisca tutto, così potrò godermi l'estate prima che inizi l'università.» esclama, poi inizia a farmi il solletico, cogliendomi di sorpresa.
Io urlo e poi rientriamo in camera sua, cadendo sul suo letto mentre lui continua a farmi il solletico sui fianchi.
«Tommaso, lasciami andare che ho la pipì. Devo ancora farla da quando mi sono alzata.» esclamo, dimenandomi da lui.
«Allora adesso ti farò pisciare addosso.» afferma divertito.
«Tommaso!» urlo, e lui improvvisamente smette di farmi il solletico, così mi alzo dal suo letto ancora sfatto ed esco dalla sua camera mentre lo sento che mi segue.
Entro nel bagno di fronte a camera sua e a quella di mia madre e di suo padre solo per fare pipì e chiudo la porta.
«Hai già fatto colazione, Giorgy?» mi chiede da dietro la porta.
«No, ti ho detto che mi sono alzata poco fa.» rispondo, e dopo essermi lavata le mani esco dal bagno.
«Andiamo a farla?» mi domanda.
«Sì, così mi freghi i Pan di Stelle come fai sempre.» dico, facendo un finto sorriso.
«Certo, Giorgia. Non è ovvio?» domanda, mentre gli passo accanto per andare verso la cucina.
Più tardi, dopo essere stata in bagno a lavarmi i denti, raggiungo la sala dove Tommaso sta giocando alla Play Station 5, lo osservo per un attimo e poi gli chiedo:
«Stai facendo qualcosa in particolare?»
Si volta subito e risponde:
«Sto giocando alla Play. Perché?»
«Vieni in camera mia.» rispondo.
Lo vedo mettere in pausa il gioco al quale sta giocando, poi rimane stranamente in silenzio per pochi secondi e si alza dal divano.
«Cosa sono venuto a fare in camera tua?» mi domanda subito.
Prendo il regalo di Tommaso dal cassetto della mia scrivania e glielo porgo.
«Cos'è?» mi chiede, afferrandolo.
«Il tuo regalo di compleanno.»
«Pensavo me lo dessi stasera alla festa, come gli altri.»
«In realtà sono due, o meglio, questo è per la maturità, mentre quello che ti darò stasera è per il tuo compleanno, ma questo riguarda anche a me.» dico.
«Dai, apri la busta.» aggiungo, incitandolo ad aprire la busta bianca che tiene in mano con scritto per Tommaso a penna.
Apre la busta e lo vedo cambiare espressione, da tranquillo e calmo ad emozionato e felice, perché ad un tratto spalanca gli occhi e poco dopo alza lo sguardo ed esclama:
«Il concerto di Blanco all'Olimpico? Giorgy, ma sei pazza?»
«È da novembre che ho preso i biglietti. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto vederlo e anch'io vorrei vederlo in concerto, quindi ho pensato di regalarti il biglietto per la maturità dato che cadrà a pennello.»
«Non so ancora quando avrò l'orale, ma non posso perdermi Blanco. Grazie, Giorgy.» esclama, e mi abbraccia improvvisamente.
«Di niente, Tommy.» dico, stringendolo forte.
«Quindi siamo solo io e te, giusto?»
«Sì, Blanco mi piace tanto quanto te.» rispondo.
Mi sorride e osserva i biglietti che ha in mano, e si vede che è felice.

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