6. Bruno

3 0 0
                                    





Quando martedì diciotto luglio arriviamo all'indirizzo dell'appartamento di Madrid, l'host ci mostra la casa e un'ora dopo siamo pronti per vedere la città.
«Buongiorno, mi può dare una cartina della città, per favore?» chiedo in spagnolo, quando torniamo alla reception.
«Certo. Gliela prendo subito.» risponde il signore al bancone della reception.
«Mi può dire il numero per chiamare un taxi?» domando subito dopo che il signore mi ha dato la cartina.
«Non preoccuparti, zio. Farò io da guida.» salta su improvvisamente un ragazzo che avrà qualche anno più di me, arrivando alla reception.
Lo osservo e mi giro verso la mia migliore amica che sembra estasiata da questo ragazzo alto, moro, con gli occhi verdi e particolarmente carino.
«D'accordo.» dico io.
«Piacere, io sono Bruno.» esclama il ragazzo in spagnolo, porgendomi la mano e sorridendomi.
«Giorgia. E loro sono mia madre, il mio patrigno, Tommaso, Carlotta, Marco e Alessandro.» dico io.
Bruno stringe la mano a tutti, e quando deve stringerla a Carlotta gliela bacia.
«Piacere di conoscerti, Carlotta. Sei un incanto.» afferma.
«Grazie.» dice la mia migliore amica, e le sue guance diventano rosse.
«Siete mai stati a Madrid?» domanda Bruno.
«No, è la prima volta per tutti.» rispondo.
«Allora vi farò io da guida per la città. Conosco Madrid meglio di me stesso. Ho passato la maggior parte della mia infanzia qui.»
«E adesso dove vivi?» gli chiede Carlotta.
«A Roma. Mia madre è spagnola, ma mio padre è italiano. Sono nato qui a Madrid, ma a dodici anni io e i miei genitori siamo andati a vivere a Roma. Torno qui solo per buona parte dell'estate per aiutare mio zio e svagarmi. Voi di dove siete?»
«Non ci crederai, ma siamo proprio di Roma.» risponde Carlotta.
«Quindi sai parlare sia l'italiano che lo spagnolo?» aggiunge.
«Sì.»
«Wow!» esclama la mia migliore amica, e la guardo, soffocando una risata perché sono sicura che quel "wow" è più per la bellezza di Bruno che per il fatto che sappia due lingue.
«Cominciamo il nostro tour?» ci chiede.
«Certo.» risponde subito Carlotta.
«Allora seguitemi.» esclama.
«Quanti anni avete, ragazzi?» ci domanda Bruno, una volta usciti.
«Sedici.» rispondo io.
«Io quindici, sedici a dicembre.» risponde invece la mia migliore amica.
«Io diciannove.» risponde Tommaso.
«Quasi sedici.» risponde Marco.
«Io quasi quindici.» risponde infine Alessandro.
«Tu quanti ne hai, Bruno?» chiede Carlotta.
«Diciannove tra due giorni.» risponde lui.
«Ah, darò una festa, e ovviamente voi siete invitati, ragazzi.» aggiunge, sorridendoci.
«Verremo sicuramente, vero?» esclama Carlotta, guardandoci.
Rispondiamo tutti sì e la vedo sorridermi subito.
«È giovedì al rooftop bar dell'Hotel Riu alle dieci di sera.» ci spiega.
«Ci saremo.» dice subito Carlotta.
«Hai fatto la maturità anche tu quest'anno?» gli domanda Tommaso.
«Eh sì. Ho fatto l'orale ad inizio mese. Non vedevo l'ora di finire per godermi l'estate. Tu uguale?» risponde Bruno.
«Sì, ho fatto l'orale il quattro luglio.» risponde Tommaso.
«Io il tre.»
«In che scuola di Roma vai?» interviene Carlotta, curiosa.
Osservo incuriosita la mia migliore amica e Bruno parlare fra loro e scopriamo che abita nel quartiere Aurelio, poi Tommaso mi chiede qualcosa e parlo con lui.

«È davvero bello questo parco, vero?» mi chiede Tommaso, mentre passeggiamo per il Parco del Retiro.
«Sì, molto.» rispondo, e Tommaso mi stringe a sé con un braccio mentre camminiamo.
«Sei felice?» mi domanda ad un tratto.
«Certo che sono felice. Come potrei non esserlo? Sono qui a Madrid con te, la persona che amo più al mondo.» rispondo, guardandolo.
Tommaso mi sorride e mi dà un bacio, poi esclama:
«Non avrei mai pensato che io e te ci saremmo innamorati.»
Cosa? Ho sentito bene? Ha detto che anche lui è innamorato di me? No, dai, avrò sentito male.
Lo guardo confusa e non faccio neanche in tempo a parlare che lui dice:
«Sì, hai sentito bene, Giorgy. Ti amo anch'io.»
Gli faccio un mega sorriso e ci baciamo subito.
«Beh, all'inizio neanch'io lo pensavo. Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti?» gli chiedo, appena riprendiamo a camminare.
«Sì, come se fosse ieri. Mio padre ha invitato te e tua madre a casa nostra per poterci conoscere.»
«All'inizio, quando mia madre ha cominciato a frequentare tuo padre, non sapevo che avesse un figlio.» affermo.
«E io non sapevo che tua madre avesse una figlia. Ma c'era d'aspettarselo, visto che entrambi sono divorziati.» dice Tommaso.
«Sì, infatti immaginavo che avrei dovuto vivere con un fratello o una sorella.»
«Sai, Giorgy... probabilmente se non ti avessi sentito parlare con Carlotta io e te non staremmo insieme adesso.» esclama Tommaso, cambiando argomento.
«Lo credo anch'io. Allora è stato il destino che ha voluto così.»
«Ha voluto che io ascoltassi, ma ha anche voluto che mi innamorassi di te.» dice.
«Sì.» concordo, e ci baciamo.
Dieci minuti dopo vedo Carlotta correre verso me e Tommaso, e quando arriva esclama:
«Ho un appuntamento.»
«Con Bruno?» le chiedo.
Carlotta risponde di sì, sorridendo subito dopo, e io le dico che sono contenta per lei, e lo stesso fa Tommaso.
«Mi passa a prendere alle otto e andiamo a cena.» mi spiega.
«Stasera?»
«Sì.»
«Wow. Non perde tempo.»
Carlotta ridacchia ed esclamo:
«Se capita l'occasione baciatevi.»
«Ovvio.» dice, poi torna da Bruno, salutando prima me e poi Tommaso.

Più tardi, nella camera che condivido con Carlotta, sono appena arrivata dopo una doccia, quando improvvisamente sento qualcuno esclamare:
«Ehi, Gio.»
Mi giro e appena vedo Marco, mi copro con i vestiti che avevo lasciato sul letto, dato che sono in mutandine e reggiseno.
«Scusami, ti stavi cambiando. Torno tra un po'.» dice, visibilmente imbarazzato, e fa dietrofront, ma io esclamo:
«No, resta. Tanto è come se fossi in costume.»
Lo osservo sedersi sul letto e intanto io mi vesto.
«Ti posso fare una domanda? Però devi promettermi che mi dirai la verità.» salta su.
«Okay, fammela pure.» rispondo, confusa.
«Tu e Tommaso state insieme?»
Non so cosa dire. Non so se dire la verità o mentire. Così dopo qualche secondo decido di essere sincera almeno con un mio caro amico.
«Sì.» confesso, guardandolo.
«Come sì, Gio? Ma lui è il tuo fratellastro.»
«Lo so, ma lo amo troppo anche se è il mio fratellastro.»
«L'avevo immaginato. Ti comporti in modo strano. Ti conosco bene e ho visto che gli dai troppe attenzioni. Attenzioni che di solito si danno al proprio ragazzo.» dice.
«Infatti lui è il mio ragazzo.»
«Okay, ma è anche il tuo fratellastro, il figlio del tuo patrigno.» mi ricorda.
Come se non lo sapessi già.
«Lo so, Marco, lo so, ma sia a me che a lui non interessa. Siamo troppo innamorati. Ma tu forse questo non puoi capirlo, perché non sei mai stato innamorato.» dico.
«Già. È vero, non posso capirlo.» afferma.
Lo osservo e sta guardando per terra. Sembra triste e non capisco il perché.
«Comunque, Gio... ti dico solo che stai facendo una grandissima cazzata.» esclama, alzando lo sguardo e cambiando tono ed espressione.
«No.» dico semplicemente.
«Posso farti un'altra domanda?»
Rispondo di sì e lui mi chiede:
«Ci hai anche...?»
«Fatto sesso? Sì. Non che siano affari tuoi, ma sì.» rispondo.
«Lo so che non sono affari miei, ma posso almeno prendermi cura di te e preoccuparmi per te?» mi domanda.
«Certo che puoi. Noi due siamo cresciuti insieme fino a quando ti sei trasferito a Firenze.» rispondo, osservandolo.
«Lo so. È da sei anni che ci vediamo poco e niente, sentendoci solo al telefono, e siamo entrambi cambiati.»
«Sì, siamo cambiati, Marco.»
«Già. Fino a sei anni fa non provavo niente di quello che provo adesso.» confessa.
«Cosa vuoi dire?» gli chiedo, confusa.
«Niente niente. Ciao, Gio.» risponde, e si alza dal letto.
Fa per uscire dalla camera, ma io lo chiamo, così lui si gira e mi domanda:
«Che c'è?»
«Non dire a mia madre e al mio patrigno di me e Tommaso, per favore.»
«Non preoccuparti, Giorgia.»
Lo ringrazio ed esce dalla camera, così raggiungo Tommaso in balcone e mi siedo accanto a lui.
«Ciao.» lo saluto.
«Fatta la doccia?» mi domanda, girandosi verso di me.
«Sì.» rispondo.
«Adesso lo sa anche Marco.» aggiungo.
«Cosa?»
«Di noi. Poco fa è entrato in camera mia e mi ha chiesto se io e te stiamo insieme. Non potevo dirgli una bugia, quindi gli ho detto di sì.» gli spiego.
«Ti fidi di lui?»
«Certo.»
«D'accordo. Quindi adesso rimane solo suo fratello, giusto?» mi chiede.
«Sì, ma probabilmente lo verrà a sapere anche lui. Glielo dirà Marco.»
«Sicuro.»
Rimango un po' in balcone con Tommaso e quando Carlotta ritorna dalla cena con Bruno mi racconta che si sono baciati.

Qualcosa di piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora