23. Mi mancherai

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La mattina del giorno dopo mi alzo e dopo aver fatto pipì, raggiungo la camera di Tommaso per fargli gli auguri. Trovo la porta chiusa, così busso e dico:
«Sono io! Posso entrare?»
Nessuno risponde, così la apro. Non c'è nessuno, ma entro comunque nella stanza e sul letto noto un biglietto. Lo prendo e leggo quello che c'è scritto.
«Buongiorno, Giorgy. So che sarai venuta in camera mia per farmi gli auguri. Voglio solo dirti che sono partito per la Sardegna. Farò l'animatore in un villaggio insieme ad un mio amico dell'università. Tornerò a casa a settembre, quando inizia l'università. Forse ho fatto l'errore più grosso della mia vita a non dirti niente, ma volevo che non lo sapessi, altrimenti mi avresti fermato. Ho visto che non ce la faccio a dimenticarti veramente se resto a Roma. Non cercarmi! Ti amerò per sempre. Tommy.»
Sono scioccata, così lascio cadere il foglio per terra e comincio a piangere.
Poco dopo mia madre arriva e mi chiede:
«Hai letto il biglietto, vero?»
«Sì.» rispondo.
«Tu lo sapevi?» aggiungo, guardandola con le lacrime agli occhi.
«Sì, e ovviamente anche Fabio. Tommaso ci ha raccomandato di non dirti niente, altrimenti l'avresti fermato.»
«Sì, l'avrei fatto.»
«Lui non voleva che lo facessi.»
«Lo so.»
«Mi dispiace, tesoro.» dice mia madre.
«Non è colpa tua, mamma, e neanche di Fabio.»
«Vieni qui.» esclama mia madre, così la abbraccio.
Poco dopo arriva anche Fabio e ci abbracciamo tutti e tre insieme.
«Ecco perché non ha voluto festeggiare il suo compleanno quest'anno.» esclamo all'improvviso, asciugandomi le lacrime.
«Se ti avessimo detto qualcosa non l'avrei mai lasciato andare.» dice Fabio.
«Già.» concordo.
«Se non vi dispiace adesso vorrei chiamarlo.» aggiungo, guardandoli entrambi.
«Ti lasciamo sola.» afferma mia madre, poi si allontana con Fabio.
Ritorno in camera mia con il biglietto di Tommaso, prendo il mio cellulare e lo chiamo, uscendo in balcone.
«Buon compleanno.» esclamo appena mi risponde.
«Ciao, Giorgy. Grazie.»
Rimaniamo in silenzio pochi secondi, poi lui aggiunge:
«Hai letto il mio biglietto?»
«Sì, e ci ho anche pianto sopra.» rispondo.
«Dovevi dirmelo, cazzo. Adesso come faccio a non vederti per tutta l'estate?» aggiungo.
«Ce la farai, Giorgy. Tutte le mattine ti alzerai, andrai in balcone e sentirai l'aria estiva, come piace a te. Poi penserai a me che sono in Sardegna.» risponde.
Sospiro e Tommaso dice:
«Me ne sono andato per staccare la spina, per divertirmi, prendere un po' di soldi e dimenticarti definitivamente.»
«Però ci sentiamo, vero?» gli domando.
«Certo. Ti manderò delle foto, dei video, quello che vuoi.»
«Com'è la Sardegna?»
«Bellissima, anche se c'è molto vento.»
«Sì, lo so, me l'hanno detto delle amiche.»
Rimaniamo ancora in silenzio, poi sospiro.
«Senti, Giorgy, io devo andare. Ci sentiamo, okay?»
«Sì.» rispondo.
«Tommy?» aggiungo.
«Sì?»
«Mi mancherai.» confesso, e sento che gli occhi si bagnano.
«Anche tu, Giorgia. Ti voglio bene.»
«Anch'io. Allora ciao.» dico.
«Ciao, piccola Giorgia.» esclama, poi riattacchiamo.
Faccio un respiro profondo e alzo lo sguardo e osservo dritto davanti a me, guardandomi poi intorno e rientrando in casa.
Mi mancherà da morire, ma è giusto che sia andata così. Io qui a Roma a godermi la mia storia con Marco e l'estate, e lui in Sardegna a distrarsi da me e da qualsiasi cosa.
Sì, probabilmente sarà per sempre nel mio cuore, ma in nessun caso in futuro ci sarà mai qualcosa di più fra noi.

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