10. Quasi scoperti

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La mattina di domenica dieci settembre, mentre sono ancora in dormiveglia, sento la voce di Tommaso che mi chiama, e con la coda dell'occhio vedo che entra in camera mia con un sacchetto marcato Pandora e si avvicina al letto.
«Amore.» sento che dice.
«Buongiorno.» dico, sbadigliando.
Mi porge il sacchetto ed esclama:
«Questo è per te. So che saranno tre mesi domani, ma volevo darti questo regalo appena sveglia. Domani però inizi la scuola, quindi non ci sarà tanto tempo, così te l'ho dato oggi.»
Mi tiro su a sedere e afferro il sacchetto, ringraziandolo, poi ci diamo un bacio e lui mi incita ad aprire il mio regalo.
Apro sacchetto e scatola di Pandora e dentro trovo un anello argento con un cuore, identico alla collana che mi sono comprata a Madrid.
«Grazie, amore.» affermo.
«Di nulla.»
Ci baciamo di nuovo e lui esclama:
«Aspettami qui che ho un'altra sorpresa.»
«Va bene, prima però vado in bagno.» dico, alzandomi dal letto e poi raggiungendo il bagno.
Quando ritorno in camera mia trovo Tommaso sotto le coperte del mio letto, così chiudo la porta a chiave e gli chiedo:
«Perché sei sotto le coperte?»
«Alza le coperte.»
«Tommy, dai.» dico, scocciata, accanto al mio letto.
«Alza le coperte, Giorgia. Fidati.»
Alzo le coperte e Tommaso è completamente nudo nel mio letto.
«Ma sei scemo? Ci sono i nostri genitori in casa.»
«Dai, sdraiati qui con me.» mi incita.
«Dov'è finita la mia sorpresa?» gli domando.
«Guarda sulla scrivania.»
Guardo verso la mia scrivania e vedo un vassoio con una tazza di latte e i Pan di Stelle.
«La tua colazione preferita.» esclama, appena io mi giro verso di lui.
Gli sorrido subito e dico:
«È anche la tua colazione preferita.»
«Sì, è vero.» conferma, poi mi tira per la maglietta del pigiama e finisco sopra il suo corpo nudo.
«Stasera usciamo a cena, okay?» salta su.
«Sì.» rispondo semplicemente, guardandolo.
«Voglio portarti a Trastevere.»
Gli sorrido e osservo il suo corpo nudo sotto di me, poi gli chiedo:
«Cosa vuoi fare adesso, Tommaso?»
«Tu cosa vuoi fare, Giorgia?» mi domanda, scrutandomi anche lui.
«A parte colazione... beh, un'idea ce l'avrei, anche se i nostri genitori sono in casa.»
«Lo so. Forse è meglio aspettare che escano nel pomeriggio.»
«Già.» concordo.
«Ma per stasera a cena che scusa usiamo? Io domani inizio la scuola, lo sai. Mia madre rompe le palle se sto fuori fino a tardi, lo sai.» aggiungo.
«Tu dille che sei fuori con me, Carlotta, Marco ed Ale.» risponde.
«Effettivamente.» dico, poi gli do un bacio e aggiungo:
«È perfetta come scusa. E poi domani entriamo alle nove, quindi scialla.»
«Ma infatti.»
«Certo che tu sei fortunato, inizi l'università due settimane dopo di me. E poi non poteva iniziare martedì la scuola? Così domani avremmo festeggiato i tre mesi. Che palle.» esclamo, sbuffando.
«Dai, Giorgy, domani ti vengo a prendere a scuola e andiamo al parco o dove vuoi.» afferma, accarezzandomi prima il viso e poi i miei lunghi capelli ricci neri.
«Va bene.» dico, e gli sorrido, poi lui mi dà un bacio come si deve.

Appena i nostri genitori escono di casa, io e Tommaso ci buttiamo l'uno addosso all'altra e facciamo sesso in camera sua, poi iniziamo a prepararci per uscire fuori a cena.
Quando torniamo a casa i nostri genitori sono già tornati, così mia madre ci chiede:
«Allora, com'è andata con i vostri amici?»
«Bene, mamma. A voi la cena?»
«Bene, bene.» risponde.
«Ti ricordo che domani inizia la scuola, Giorgia. Non andare a letto tardi, mi raccomando.» aggiunge mia madre per l'ennesima volta in poche ore.
«Sì, mamma, lo so.» dico, mentre sto raggiungendo camera mia.
«Che palle, Gio! Non ho voglia di tornare a scuola. Si sta così bene in vacanza.» dice la mia migliore amica in un messaggio vocale di Whatsapp.
«Neanch'io, Carly. Che palleeee!» le rispondo sempre con un messaggio vocale.
Mi chiede com'è andata la serata con Tommaso e io le racconto tutto, dicendole anche del sesso pomeridiano.
Quando più tardi mi metto a letto, ad un tratto sento aprirsi la porta e nel buio riconosco la sagoma di Tommaso, che vedo infilarsi sotto le coperte con me.
«Cosa ci fai qui?» gli chiedo, sussurrando.
«Voglio dormire con te.» risponde.
«Ma sei scemo o cosa? Domani inizio la scuola e devo svegliarmi presto.»
«Lo so. Posso portarti io a scuola?» mi propone.
«Tommy, così però sospetteranno. E poi ci vedranno insieme davanti scuola e tu non vai più in quella scuola.» gli ricordo.
«E allora? Non posso accompagnare a scuola mia sorella?»
«Sorellastra. Comunque no. E poi non mi hai mai accompagnato a scuola. A parte che dista cinque minuti a piedi da qui, quindi cosa mi devi accompagnare.» rispondo, guardandolo.
«Per forza, andavamo a scuola già insieme. Comunque come vuoi, Giorgy. Volevo solo fare un gesto carino.» esclama, e sembra dispiaciuto.
«Lo so, ho capito, ma davvero, Tommy, non serve che mi accompagni. Stai a letto, tu che puoi.» affermo, sorridendogli per tranquillizzarlo.
«Va bene, allora non ti accompagnerò, ma almeno lascia che ti venga a prendere.»
«Va bene.» dico, e ci baciamo.
Mentre ci stiamo toccando e baciando sotto le coperte, ad un tratto qualcuno bussa alla porta di camera mia e sento che si apre, così Tommaso si alza di scatto e si lascia cadere sul pavimento dall'altra parte del letto.
«Mamma.» esclamo, vedendola entrare in camera mia.
«Volevo augurarti buon primo giorno di scuola per domani.» dice, sedendosi sul letto accanto a me.
«Grazie.»
Merda, se va dall'altra parte del letto vedrà Tommaso.
«Avvertimi quando arrivi a scuola, okay? Così sono più tranquilla.»
«Va bene, mamma.» rispondo.
«Buonanotte, tesoro.» dice, e mi dà un bacio sulle guance.
«Anche a te, mamma.» esclamo, poi le sorrido e lei esce dalla mia camera.
Tommaso risale subito sul mio letto ed io esclamo:
«C'è mancato poco e ti vedeva.»
«Lo so.» dice, sospirando.
«Ora mettiamoci a dormire, per favore.» affermo.
«D'accordo, però prima dammi un bacio come si deve.»
Gli sorrido e ci baciamo, e pochi minuti dopo ci addormentiamo l'uno accanto all'altra.

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