12. Una decisione importante

4 0 0
                                    





Quasi un mese dopo, il primo venerdì di ottobre, poco prima di cena sono tranquilla in camera mia, quando sento la voce di Tommaso parlare con mia madre e suo padre in sala.
Mi alzo dal mio letto e li raggiungo.
«Giorgia non lo sa ancora.» sento che dice Tommaso ai nostri genitori, così gli chiedo:
«Cosa non so ancora?»
Tutti si girano e noto l'espressione preoccupata di Tommaso, che qualche secondo dopo esclama:
«Vieni con me.»
Mi afferra la mano e andiamo in camera mia, così lo guardo confuso e gli domando:
«Allora? Cosa non so ancora?»
Tommaso fa un respiro profondo e risponde:
«Promettimi che non ti arrabbierai.»
«Okay.» rispondo, titubante.
«In quest'ultima settimana ci ho pensato e ripensato un sacco di volte.» inizia a dire, e mi guarda dritto negli occhi.
Oddio! Ho una brutta sensazione.
«È stata una decisione difficile, ma... ho deciso che è meglio porre fine alla nostra storia. Per favore, non ti arrabbiare. Fidati di me, è meglio così, Giorgy.» sputa il rospo.
Dai miei occhi verdi scendono le lacrime, e non posso fare a meno di essere delusa e arrabbiata con lui. Perché vuole lasciarmi? Andava tutto bene fra noi, anche dopo che i nostri genitori hanno saputo della nostra storia.
«Non puoi farmi questo, Tommy. Perché? Perché vuoi finire la nostra storia? Perché vuoi lasciarmi?» gli chiedo, tirando su col naso.
«Perché siamo fratello e sorella. Facciamo parte della stessa famiglia, non possiamo stare insieme. Non sai quanto mi dispiace, ma è meglio così. È meglio per entrambi, fidati.»
«No! No, non è vero. Mi ami ancora, Tommaso?» gli domando, seria e arrabbiata al tempo stesso.
«Certo che ti amo, Giorgia, e probabilmente ti amerò per sempre, ma questo non conta.» risponde.
«Invece conta.»
«Sì, se non fossimo fratello e sorella. Pensaci, Giorgy, pensaci bene. È meglio finirla qui.» insiste, toccandomi un braccio.
«No!» urlo d'istinto, e mi scrollo di dosso il suo braccio.
«Non piangere, per favore.» mi dice, guardando i miei occhi verdi colmi di lacrime.
Tommaso fa per abbracciarmi, ma io lo allontano ed urlo:
«Non voglio che mi abbracci, non voglio la tua compassione. Vattene via! Non voglio più vederti! Vattene!»
Tommaso prova ad abbracciarmi di nuovo, ma io comincio a dargli dei pugni sul petto, e intanto urlo:
«Vattene! Vattene via!»
«Okay, okay, stai calma, Giorgy. Me ne vado.» dice, alzando le braccia in segno di resa, così esce da camera mia.
Scoppio a piangere e dopo aver chiuso la porta di camera mia, mi sdraio sul mio letto.
Una decina di minuti più tardi mia madre arriva in camera mia e mi avverte che è pronta la cena.
«Non ho fame, mamma.» le dico.
«Giorgia, non puoi non mangiare.»
«Non ho fame, mamma, vattene via!» urlo.
«Dai, Giorgia, ho cucinato il tuo piatto preferito.» mi informa, ma non me ne frega niente.
«Esci dalla mia camera! Ti ho già detto che non voglio mangiare! E non mi va di parlare.» urlo, sempre più arrabbiata e delusa.
«D'accordo.» dice mia madre, arrendendosi.
«Ma ricordati che è stato meglio così per entrambi, tesoro.» aggiunge, prima di chiudere la porta di camera mia.

Un paio d'ore dopo sento il mio cellulare squillare. Vedo che è Carlotta, così rispondo.
«Ciao, Carly.» rispondo, con voce rotta.
«Che hai, Gio? Hai un voce.» mi chiede subito.
«Tommaso mi ha mollato.» confesso.
«Cosa? Ma andava tutto bene fra voi.»
«Già, lo so, ma mi ha mollato perché dice che è meglio così, dato che siamo fratello e sorella.»
«Prima di baciarvi, fare sesso e stare insieme non era già così?» mi domanda.
«Infatti, ma a quanto pare ha cambiato idea su di noi.»
«Non ci credo, Gio, è assurdo.» esclama.
Sospiro e poi la sento dire:
«Non è che ha conosciuto una all'università?»
«Non lo so, Carly.» rispondo.
«Secondo me ha conosciuto una, sicuro.» dice lei, poi continua a parlare, ma io le parlo sopra, dicendo:
«Ha detto che mi ama ancora e che probabilmente mi amerà per sempre.»
«Che cazzata. Ha detto così, però ti lascia. È il solito stronzo anche lui.» esclama la mia migliore amica, e io non posso che darle ragione.
«Possiamo mettere giù, Carly? Vorrei restare in camera mia a piangere.» le chiedo.
«D'accordo, Gio. Ci sentiamo domani.»
Metto giù e poco dopo mia madre entra in camera mia, chiamandomi.
«Che c'è, mamma?» chiedo, singhiozzando.
«Non puoi restare sempre a letto a piangere. Sono venuti Marco e Ale per consolarti.» mi informa.
Non faccio neanche in tempo a dire qualcosa, che un attimo dopo i miei amici d'infanzia sono in camera mia e mi salutano.
«Ciao.» li saluto.
«Come stai?» mi domanda Marco.
«Come credete che stia?» sbotto.
«Scusa, domanda stupida. Comunque se vuoi, sai che su di me puoi sempre contare.» dice Marco.
«Anche su di me, Gio.» salta su Alessandro.
«Lo so, ragazzi.»
«Alzati, dai. Non puoi rimanere sempre sdraiata.» mi sprona Marco, sorridendomi.
Mi tiro su a sedere e Marco si siede accanto a me, dicendomi:
«Non ti ho mai visto piangere così tanto.»
«È vero. Se piangevo lo facevo per cose stupide.»
«Sì.» concorda Marco, sorridendomi e accarezzandomi i capelli neri.
Deglutisco e ci guardiamo negli occhi.
«Ho un'idea per farti distrarre. Domani andiamo tutti e tre insieme in centro e ci stiamo tutto il giorno. Oppure andiamo al centro commerciale, così ti distrai. Chiama anche Carlotta, se vuoi.» propone Alessandro, facendomi sorridere.
«Grazie, ragazzi, ma credo che domani me ne starò a casa.»
«Avanti, Gio, esci con noi. Vedrai che ritroverai quel bel sorriso che hai sempre.» insiste Marco.
«Marco ha ragione, Gio. Dai, esci con noi domani.» salta su Alessandro.
Ci guardiamo fra di noi e dieci secondi dopo dico:
«Okay, va bene.»
«Perfetto. Ti passiamo a prendere alle undici, va bene?» mi chiede Marco.
«Sì.»
«Vuoi compagnia o vuoi restare da sola adesso?» mi domanda Marco, osservandomi.
«Preferisco restare da sola.» rispondo, così i miei amici mi salutano e se ne vanno.
Rimango in camera mia tutta la sera, fra pianti e pensieri, poi ad un tratto mi addormento.

Qualcosa di piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora