3. La gelosia di Tommaso

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Sono passate due settimane ed è l'ultimo sabato di giugno. Io e Tommaso stiamo insieme ufficialmente e per il momento lo sa solo la mia migliore amica Carlotta, che appena gliel'ho detto ha letteralmente urlato dalla gioia.
«Ti va di venire a correre con me?» mi chiede Tommaso, sdraiato sul mio letto con solo i boxer addosso, quando torno in camera mia dopo essere andata in bagno.
«Sì. Mi vesto e andiamo.» rispondo, poi mi tolgo la canottiera.
Mentre sono in reggiseno, scelgo un completo sportivo, e sento Tommaso dire:
«Ogni giorno sei sempre più bella, Giorgia.»
Mi siedo accanto a lui e affermo:
«Anche tu.»
Gli do un bacio e mentre ci baciamo ci sdraiamo sul mio letto.
«Dai, fammi vestire.» esclamo, mentre Tommaso mi bacia il seno.
«Prima facciamolo e dopo andiamo a correre.»
«No, Tommy.» dico.
Cerco di staccarmi da lui, e tra un bacio e l'altro lui si alza e dice:
«Che hai, Giorgia?»
«Niente.» rispondo, ma dopo aggiungo:
«È solo che non voglio che la mia seconda volta sia così.»
«Okay, okay, hai ragione. Scusami.»
»Perdonato.» dico, e gli sorrido.
Poco prima di uscire di casa vedo che ci sono dei messaggi nel gruppo Whatsapp con i miei due amici d'infanzia Marco e Alessandro. Li ho conosciuti il primo giorno di elementari e i miei genitori e i loro erano anche molto amici, finché non si sono trasferiti a Firenze nel duemiladiciassette. Marco ha la mia età, mentre Alessandro ha un anno in meno di me.
«Con chi messaggi?» mi chiede Tommaso, mentre sto ridacchiando con il telefono in mano.
«Con Marco e Ale.» rispondo, e poi alzo lo sguardo su di lui.
«Ragazzi, io vado a correre un po'. Buona serata per dopo se non ci sentiamo.» dico in un messaggio vocale Whatsapp e poi chiudo l'app.

«Giorgy... ma quanto ti senti con Marco e Alessandro?» mi domanda Tommaso mentre stiamo correndo al Parco del Lago dell'EUR mezz'ora più tardi.
«Tutti i giorni. Perché?»
«Così, per sapere. Quindi ci sei ancora in buoni rapporti?»
«Sì.»
«Così in buoni rapporti tanto da dirgli di noi?» mi chiede.
«Non ho detto loro di noi. Lo sa solo Carlotta, te l'ho detto.» rispondo.
Lo osservo e credo che sia geloso di Marco e Alessandro. Ma perché? Vivono a Firenze da sei anni e poi io sono innamorata di lui.
«Sei geloso, Tommy?» gli domando.
Smette di correre e risponde:
«No. Perché dovrei essere geloso di loro due?»
«Non lo so. Dimmelo tu. Mi sembri geloso.»
«Non lo sono.»
Dice di non esserlo, ma credo proprio che lo sia invece. Beh, sono entrambi dei bei ragazzi, questo l'ho sempre pensato, ma sono due anni che non ho occhi che per lui.

Mentre nel pomeriggio mi sto preparando per uscire a cena in centro a Roma con Tommaso, squilla il mio telefono.
«Ciao, Marco. Come stai?»
«Ciao, Giorgia. Tutto okay. Tu?»
«Tutto okay anch'io e anche Ale.» risponde.
«Come mai hai chiamato? Di solito non lo fai mai.» gli chiedo.
«Ho una notizia da darti.» risponde.
«Quale?»
Marco aspetta un po' prima di parlare, ma quando lo fa dice:
«Ritorniamo a Roma.»
Cosa? Ho sentito bene?
«Gio, ci sei? Sei ancora lì?»
«Sì, scusa. È che non so proprio cosa dire. Mi hai lasciato senza parole. Non me l'aspettavo proprio.» rispondo.
«Immaginavo.»
E lo sento ridacchiare, poi aggiunge:
«Comunque torniamo sabato prossimo, il primo luglio.»
Continuo a parlare cinque minuti con Marco e poi interrompo la chiamata altrimenti non finisco più di prepararmi.
«Giorgia, ma con chi stavi parlando?» mi domanda Tommaso, arrivando in bagno.
«Ha chiamato Marco. Ha detto che lui e la sua famiglia tornano a vivere a Roma sabato prossimo.»
«Ah.» dice semplicemente.
«Cos'era quel "ah"?»
«Niente. Non avrei di certo immaginato che sarebbero tornati.»
«Neanche io, ma sono contenta che ritornino. Sono sempre stata con loro per anni fino ai miei dieci anni.» dico, dandomi l'illuminante sul viso.
Tommaso non dice niente, così mi volto verso di lui ed esclamo:
«Non dirmi che sei geloso.»
«No, me l'hai già chiesto stamattina. Perché dovrei essere geloso?»
«Sembri scocciato che tornino a vivere a Roma.» gli faccio notare.
«Non è vero. Sono contento che tornino. Sei molto amica loro quindi ti farà sicuramente piacere.»
Lo osservo senza dire niente, poi esclamo:
«Stavo pensando... e se io organizzassi una cena per il loro ritorno? Tu mi daresti una mano, vero?»
«Sì. E quando vorresti organizzarla?»
«Loro tornano sabato prossimo, quindi potremmo invitarli il giorno dopo a cena. Sai, magari saranno stanchi per il viaggio, quindi è meglio il giorno dopo.» rispondo.
«Okay, prima però bisogna parlarne con i nostri genitori. Anche se io martedì avrei l'orale. » mi ricorda.
«Sì, certo che prima gliene parlo. Comunque avrai sabato, domenica fino al pomeriggio e lunedì per studiare, Tommy, dai. E poi ricordati che martedì sera c'è il concerto di Blanco. Non vedo l'ora.» dico, come per convincerlo.
«Me lo ricordo bene il concerto. Non vedo l'ora anch'io.» afferma, poi sospira guardarmi e poi acconsente alla mia proposta, così gli sorrido e gli do un bacio, per poi continuare a prepararmi per uscire.
La mattina del giorno dopo informo subito mia madre del ritorno della famiglia Bonanni a Roma e lei ne è felicissima, poi le dico dell'idea dell'invito a cena e lei accetta, dicendolo ovviamente anche al mio patrigno.

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