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CAMILLA JOHNSON
la lezione era quasi giunta al termine, sono seduta con i piedi sul mio banco mentre guardo il cielo attraverso la finestra accanto a me.

«johnson! si sieda composta!» mi urlò contro la prof.
sbuffai e tolsi i piedi dal banco per poi rimetterli appena la prof distolse lo sguardo.
cinque minuti dopo suonò la campanella e io non vedevo l'ora di tornare a casa.

presi velocemente lo zaino e me lo misi su una spalla e mentre camminavo per andare a casa mi arrivò una chiamata da rebecca.

«amo dimmi»
«amoo»
«eh»
«sei uscita?»
«si»
«sono troppo curiosa di sapere cosa ti metterai stasera alla festa, sono felicissima che hai deciso di andarci»

era felice perché io non sono una molto sociale e sono sempre chiusa in casa, lei mi consiglia spesso di uscire anche da sola per fare una passeggiata ma io ho sempre detto di no, infatti appena le ho raccontato di voler andare alla festa lei ha iniziato a saltellare.

«eh»
«appena sei pronta chiamami e fammi vedere che bonazza sei mi raccomando»
«si si ciao»
attaccai.

sbuffai e rimisi il telefono in tasca continuando a camminare.
«dunque stasera c'è una festa?» mi chiese palesemente kaulitz.

«ma devi sempre starmi dietro dio santo»
«t'ho sentita parlare con la tua amica» disse come se non li avessi detto nulla.
«eh»
«che festa c'è?»
«un ragazzo del quinto anno ha invitato tutta la scuola al suo diciottesimo in un locale, quindi ho deciso di andarci, poi ha anche detto di portare chi volevamo»

«serata movimentata quindi»
«si, voglio ubriacarmi fino a perdere la cazzo di ragione»

notai che alzò le sopracciglia e che chiuse lentamente gli occhi, sembrava geloso.
«sai almeno di chi è il compleanno?» mi chiese senza guardarmi.
«penso di matteo, quello della sezione C»
«e tu lo conosci?»

«non ci ho mai parlato infatti voglio andarci solo per ballare e bere, quando l'ho detto alla mia migliore amica era tipo felicissima che uscivo di casa»
«e chi sarà il tuo babysitter dato che vuoi ubriacarti»

sbuffai e girai l'angolo per entrare in casa, lui invece si fermò davanti la sua porta a guardarmi senza dire una parola, è davvero strano.

TOM KAULITZ
mi posizionai davanti la porta di casa mia e la guardai mentre entrava in casa sua senza dire una parola, appena la sua figura sparì, sbuffai ed appoggiai la testa alla porta.

«questa ragazza sarà la mia rovina..» sussurrai tra me e me.

appena salì in camera mia la vidi seduta sulla sua scrivania ancora vestita, probabilmente starà aspettando a cambiarsi per fare la doccia.
è così bella, mi verrebbe da andare lì e riempirla di baci ovunque cazzo.

ma cosa sto dicendo?!

SKIPTIME - CINQUANTA MINUTI DOPO

sono coricato nel letto che scrollo facebook annoiato fino a quando sentì l'esigenza di uscire sul balcone e fumare, perciò mi alzai, presi la sigaretta e quando alzai lo sguardo verso la porta di vetro mi bloccai.

«porca troia..»
non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, indossava un vestito nero molto attillato e soprattutto molto corto.
era così perfetta, ha un carattere da stronza ma chiunque potrebbe innamorarsi di lei solamente guardandola.

CAMILLA JOHNSON
mi stavo guardando allo specchio per vedere se stavo bene con il vestitino che avevo scelto, però sentì una voce arrivare dalla mia destra, così girai la testa ed indovinate?
era kaulitz.

«ti sento brutto stronzo!» urlai.
«non posso neanche più apprezzare?»

sembrava quasi aver difficoltà a parlare e li tremava la mascella, è davvero un rotto in culo.
non li risposi ad afferrai il telefono per videochiamare rebecca.

«amo dim- UOOO AMO MA CHE BONA SEI»
«secondo me non mi sta neanche così tanto bene»
«ma tu scherzi, sei una specie di dea»
«ora mi trucco e poi vado»
«va bene amo, goditi la serata e se ti senti male chiamami»

sorrisi ed attaccai la chiamata, lei è l'unica ad esserci sempre stata nei momenti in cui chiedevo aiuto, l'unica.

«non ti sta bene?!»
sentì di nuovo una vocina alla mia destra, palesemente era di nuovo kaulitz, ma è capace a stare un po' zitto?

«ma sei capace a-»
mi fermai, anzi, il mio corpo si bloccò.
riuscì solo a spalancare leggermente gli occhi e ad abbassargli sul suo corpo, era a dorso nudo cazzo.

io non ho fatto niente, è successo tutto all'improvviso e non ho avuto neanche il tempo di elaborare la cosa.
che cazzo fa per avere degli addominali così?!

anche il suo sguardo finì sul suo petto e sorrise per poi tornare a guardarmi

«che c'è? hai qualcosa da chiedere?»
stava per indossare un'altra maglia, però si fermò quando vide che ero ancora ferma con gli occhi sui suoi addominali.

«eh? cosa? n-no.»
questa volta la mascella tremava a me, non so cosa mi stia prendendo, i miei occhi non si vogliono staccare dal suo fottuto corpo.

«sicura? guarda che puoi guardare»
sorrideva con i denti e dopo questa frasi si sfilò la maglia che stava per indossare.
«no grazie.»
invece si, forse volevo guardare ma di sicuro non posso mostrare alla persona che odio di essere attratta da lui, che storia sarebbe?!

ma poi perché sono attratta da lui in questo momento?

«non ho niente da nascondere eh» disse uscendo sul balcone
«odio quando ti credi così figo.»
«io non lo credo, lo sono.»

dopo qualche secondo finalmente riuscì a spostare gli occhi altrove e smettere di guardarlo, cazzo.
mi risedetti sulla scrivania e tirai fuori tutte le cose necessarie per poi iniziare a truccarmi.

SKIPTIME - DIECI MINUTI DOPO
avevo finito di truccarmi e io sento ancora lo sguardo di kaulitz addosso, mi alzai velocemente e presi una sigaretta e l'accendino per poi uscire sul balcone, sia per fumare e urlargli contro.

«non ti stanchi mai kaulitz?» dissi sedendomi.
lui alzò gli occhi al cielo e sospirò.

iniziai a fare vari tiri fino a quando non chiesi a kaulitz il perché lui non venisse alla festa.

«perché dovrei venire?» mi rispose.
«non lo so, è invitata tutta la scuola quindi pensavo venissi anche te, poi magari ti trovi qualche nuova troietta da farti»

avevo sottolineato con la voce l'ultima frase e lui alzò un sopracciglio.

«saresti gelosa?»
«io? nah.»

mi guardava mentre il suo sguardo sembrava chiedermi se fossi sicura di quello che avevo appena detto, mi sta tormentando, perciò buttai la sigaretta sull'asfalto e tornai nella stanza senza dire una parola.

TOM KAULITZ
sono passati dieci minuti da quando non la vedo e mi sto annoiando, sono ancora seduto sul balcone che osservo le macchine passare, però un rumore di una porta riuscì a distrarmi.

mi alzai in piedi e mi attaccai alla ringhiera del balcone, era camilla che stava andando via.

«te ne vai già?» dissi a voce alta.

lei sbuffò e si girò verso di me.
«si»
«vestita così?!»
«cosa pensavi?!»

riprese a camminare e scomparì dalla mia vista.

lei non può andare la dentro vestita così, potrebbe succedergli di tutto, so che è una ragazza più che in gamba ma io non posso permettere che lei vada a quella festa ad ubriacarsi, tutti potrebbero toccarla e giocare col suo corpo.

CONTINUA...

enemies OR lovers? - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora