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CAMILLA JOHNSON
data: 22 luglio 2006
orario: 10:00

io e tom stiamo salendo sull'aereo per tornare a berlino, volevo salutare mamma un'ultima volta e soprattutto devo partecipare al suo funerale.
ho insistito per tornare indietro da sola, ma lui diceva che non voleva e che non poteva lasciarmi sola.

ogni cosa che guardo é bianca e nera, nulla ha più senso ormai, l'unica persona che mi è sempre stata accanto e che mi avrebbe sempre sostenuta se ne andata.

sento ancora questo peso che fa malissimo e soprattutto sento il vuoto immenso che si è creato dentro di me.

senza mia madre io non posso essere nessuno, mia madre era colei che credeva in me e che mi avrebbe sempre fatta felice.

avrei solamente voluto sapere di queste malattie.

SKIPTIME - ALL'ARRIVO A CASA
orario: 23:00

io e tom siamo appena scesi dal taxi, durante il viaggio siamo stati in silenzio, almeno dopo due giorni sono riuscita a dormire due orette.

«allora..ci vediamo mattina al funerale..» dissi guardando tom.
«ma..non vuoi che io resti lì con te?»
«no, voglio stare da sola.»
«almeno in salotto?»
«tom.»
«okok, va bene, qualunque cosa chiamami per favore.»

annuii e mi feci abbracciare da lui per poi staccarmi e correre dentro casa.

TOM KAULITZ
per me la mamma di camilla era una seconda madre anche per me, voleva sempre vedermi e mi invitava a cena tutte le sere.

diceva che ero il ragazzo giusto per camilla, che li avevo fatto tornare la luce negli occhi e che li avevo riacceso l'anima che si era spenta dopo il mancamento del padre.

certo che la morte di un genitore dev'essere proprio dura da superare, camilla dopo la morte di suo padre ha sofferto di molte cose e per guarire completamente c'ha impiegato quattro anni.

appena entrai in casa vidi subito mia madre guardarmi dispiaciuta, loro due avevano sviluppato un rapporto bellissimo, si definivano quasi "migliori amiche"

si avvicinò a me ad abbracciarmi e subito dopo mi guardò mettendo le sue mani sulle mie braccia.

«come sta lei?» mi chiese
«si riprenderà..»
«tienila d'occhio mi raccomando»
«si mamma, non ti preoccupare»

gli sorrisi e poi andai in camera mia.
mi fiondai subito alle tende per aprirle, ma lei non era in stanza.

CAMILLA JOHNSON - LA MATTINA DOPO
mi guardo allo specchio mentre mi preparo per andare al funerale di mamma.

indosso un vestito nero che mi arriva alle ginocchia e una camicia sempre nera ne troppo spessa ne troppo sottile.

ho messo giusto un po' di mascara e i capelli li lasciai così com'erano.

non faccio neanche così tanto bella figura come figlia del defunto, ho gli occhi rossi e gonfi, le labbra tutte screpolate e le mani piene di croste di sangue.

stanotte sono un po' impazzita, non riesco ad accettare che mamma se ne sia andata così.

quando passai per la cucina, mi fermai a vedere il quadro con la foto di mamma e papà insieme, felici.
magari ora riusciranno a essere di nuovo felici come in questa foto.

sentì bussare alla porta, mi avvicinai a essa ed aprì.
era tom, pronto per venire con me al funerale.

«ei stella..»
«ciao»
«stai meglio?»
«si, andiamo»

chiusi la porta dietro di me e lo superai.
lui ci impiegò un po' a recuperarmi, forse perché la mia freddezza l'aveva colpito, ma sinceramente non mi importava nulla.

non molto più avanti di casa mia iniziai ad intravedere la gente che sarebbe venuta al funerale.
riconobbi varie zie e varie amiche di mamma.

odio la famiglia, ora verranno da me e mi faranno mille domande sulla mia vita sorridendo e ridendo come se non fosse appena morta una loro conoscente.

«ei camilla!!»
ecco, come non detto.
«ei, ciao zia»

era mia zia olga, non la sorella di mia mamma ma la sorella di mia nonna.

«come stai? e questo ragazzo? hai il fidanzatino?»
«si sto bene, si lui è tom il mio ragazzo»

mi stava salendo il cristo, da così tanto fastidio quando fanno così.
per fortuna arrivarono altri due vecchi che iniziarono a parlare con lei perciò presi tom dal braccio e lo trascinai via.

arrivammo davanti la chiesa, c'era la bara con dentro il corpo di mamma aperta.
mi avvicinai ad essa e mi fermai a guardare il suo volto pieno d'amore anche se spento.

era più bianca del cotone e più fredda del ghiaccio, iniziai ad accarezzarle la mano delicatamente e in dieci secondi mi passarono davanti tutti i momenti migliori passati con lei.

non volevo mettermi a piangere lì davanti a tutti, perciò tolsi la mano dalla sua e smisi di guardarla.

«andiamo dentro per favore» dissi a tom.

SKIPTIME - DOPO IL FUNERALE
ci trovavamo al cimitero, stavano ricoprendo la bara di mamma con la sua lapide, c'è un silenzio assordante, cazzo ma tra tutta la famiglia proprio mia madre?

pian piano la gente iniziò ad andarsene ma io rimasi lì immobile a guardare la sua foto, senza sbattere le palpebre.

sento le lacrime riempirmi gli occhi, il dolore al petto diventare più pesante e il vuoto dentro di me ingrandirsi.

«puoi andartene..p-per favore?» dissi a voce bassa rivolgendomi a tom.

lui era sempre lì, dietro di me che rispetta il mio silenzio, non mi lascerebbe mai sola ma in questo momento ne ho davvero bisogno.

«stella..preferisco stare qua.»
«no tom, voglio che te ne vai.»
«io non me ne vado, non puoi restare sola.»
«VATTENE»

mi girai verso di lui e urlai iniziando a piangere, per fortuna erano andati via tutti.
mi guardava spaventato, come se in questo momento riuscissi a controllare le emozioni.

«per favore..» aggiunsi calmandomi e respirando più forte.
non disse nulla, abbassò le sopracciglia ed iniziò a camminare verso l'uscita del cimitero.

non avrei dovuto urlare, avrei dovuto stare calma e diglielo gentilmente.
non ho motivi per arrabbiarmi con lui, voleva solo assicurarsi che io stia bene, sono una cogliona.

SKIPTIME
ho perso il controllo del tempo, sono ancora qui, saranno passate ore, ho sentito il telefono squillare varie volte ma non ho mai dato risposta.

decisi di tornare a casa, appena mi alzai sentì la testa girarmi, mi appoggiai ad un muro e respirai profondamente.

una volta che presi di nuovo il controllo di me stessa mi misi in equilibrio ed andai verso l'uscita.
ogni passo che faccio è come sprofondare nel nulla.

CONTINUA...

enemies OR lovers? - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora