Capitolo 1-so you're running late

56 16 11
                                    

Quando il cuore smette di battere il cervello agisce per altri 7 minuti. Per questo, in caso di interventi medici, la morte viene dichiarata soltanto tra i 2 e i 10 minuti che susseguono il cessare del battito cardiaco. Esistono molte teorie su cosa possa succedere in quei 7 minuti. La mia preferita? Quella per cui si ricordano i momenti migliori accaduti durante la propria vita, longeva o breve che sia.

7 minuti. 420 secondi. 420000 millisecondi. Numeri che possono sembrare infinitamente grandi o infinitamente piccoli a seconda del modo con cui li si guarda. La vera domanda però è una. "Chi comparirebbe in quei 7 minuti?" Rettifico: "Compariresti nei 7 minuti della persona che è comparsa nei tuoi? Hai davvero la consapevolezza che quella persona possa davvero tenere a te come tu tieni a lei?"
La verità è che io sono perfettamente consapevole del fatto che non potrei far parte di quel minimo spazio temporale che invade la mente umana di una persona.
Probabilmente nei miei 7 minuti si troverebbero le storie di alcuni dei miei libri preferiti. Sono sempre stata un'amante della lettura, o meglio dire delle storie d'amore, a partire dalle più banali fino ad arrivare a quelle più particolari e intriganti. Sentire come due vite possano intrecciarsi, ingarbugliarsi come i fili delle cuffiette per ascoltare la musica, è semplicemente magico. Lo sguardo complice tra due persone, i sorrisi impercettibili, la luce nei loro occhi è qualcosa che ho sempre invidiato a tutte le coppiette che vedevo passare per strada. Ma c'era una storia che amavo in particolare: quella dei miei nonni materni.
Quando ero bambina mia nonna era costretta a raccontarmela più e più volte per farmi addormentare ma spesso finiva per addormentarsi prima lei di me. Era una ragazza umile che abitava in una cittadina sconosciuta al mondo, i suoi genitori faticavano per arrivare a fine mese e lei cercava di fare tutto ciò che le era possibile per aiutarli. Iniziò con piccoli gesti come preparare la cena o accompagnarli a casa da lavoro, ma presto capì che questo non sarebbe bastato per aiutarli. Per questo chiese a sua zia di portarla con sé a lavorare per lei come sarta, nonostante ciò implicasse cambiare città. Fu difficile inizialmente, ma la determinazione aveva sempre fatto parte del carattere di mia nonna. I soldi che ricavava riuscivano ad aiutare i suoi genitori e a lei importava solo quello. E fu proprio mentre lavorava in una città che non era la sua, mentre viveva una vita che non era quella che aveva pianificato che incontrò mio nonno. Non era un cliente abituale ma lo diventò presto. E solo quando iniziarono ad uscire lui le propose di mettere su famiglia.
Un trillo mi fece sobbalzare. La pallina da tennis che stava rimbalzando sul soffitto cadde proprio al centro della mia testa mentre il cellulare vibrava. Imprecai per il dolore.
"Dove sei?" Un messaggio da parte di Tess.
"Sto arrivando, sono per strada" digitai velocemente. Non era vero. Ero in ritardo. Come sempre. Mi alzai di scatto dal letto mentre le vertigini avevano la meglio su di me. Mi fermai qualche secondo con la mano premuta sulla testa come a cercare di fermare la stanza che continuava a girare attorno a me. Ripresi a correre un istante dopo, precipitandomi verso l'armadio per cercare qualcosa da mettere. E dopo infiniti istanti in cui i miei vestiti continuavano a cadere terra uno dopo l'altro come se fossero una cascata e il mio armadio mi supplicava silenziosamente per smettere di essere smembrato mi fermai per ammirare la mia scelta. "Trovato" bisbigliai soddisfatta. Il mio istante di ammirazione finì quando mi ricordai perché stavo correndo. Saltellai per la stanza per mettermi i jeans imprecando mentre cadevo di faccia per la mia goffaggine. Mi rialzai a fatica mentre cercavo con lo sguardo la maglia meno stropicciata che potessi possedere in giro per la camera, infilai poi lo zaino e corsi giù per le scale fino ad arrivare davanti al portone. Feci per uscire quando ebbi un'illuminazione. Mi girai di scatto trovandomi mio fratello maggiore davanti.
"Dannazione Lee mi hai spaventata" sbottai.
"Le chiavi" me le porse e dopo aver aperto la porta mi spinse fuori.
"Grazie Lee, felice di sapere che ti mancherò durante questa mia breve uscita" ma non riuscii a finire la frase perché mi chiuse la porta in faccia.

Plot TwistDove le storie prendono vita. Scoprilo ora