Capitolo 2-sweet dream was over

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La sveglia risuonava a tutto volume nelle mie orecchie. "Dannazione". Impressi la faccia nel cuscino e cercai di alzare le due estremità per coprirmi le orecchie, in modo da non sentire la sveglia, senza ottenere alcun risultato. 

"Detesto la mia vita". 

Alzai il busto, mi stropicciai la faccia e mi girai verso il comodino per spegnere la sveglia. Con gli occhi girovagai per tutta la stanza fino ad arrivare allo specchio situato nell'angolino più remoto della camera. I miei capelli erano un disastro. Io ero un disastro. 

"Direi che sono pronta per un'altra giornata di merda".

Arrivai a scuola a piedi e in ritardo. Non che mi importasse, non era di certo la prima volta in fondo.

"Scusi per il ritardo signor Thompson" dissi senza neanche mostrare un segno di stanchezza.

"Signorina Moore" mi riprese il professore già stufo dei miei ritardi dopo neanche due settimane dall'inizio della scuola. Penso si sia capito che non sono proprio la persona più puntuale sulla faccia della terra. "Si sieda".

 Attraversai lo spazio che divideva l'aula in due parti colmo di cartacce e fazzoletti sporchi. Avvistai Tess un paio di file di banchi più lontano dalla mia posizione e accelerai il passo.

Fremevo dalla voglia di raccontarle di come me la fossi inaspettatamente cavata bene la sera prima, quando sentii qualcosa colpirmi la guancia. Spostai l'attenzione in direzione della provenienza di ciò che mi aveva appena colpito. 

Un ragazzo della squadra di football teneva una cerbottana di carta in mano mentre mi faceva l'occhiolino. Una cerbottana? Sul serio? Ma dove pensa di essere, in terza media?

Rifilai lui uno sguardo indignato e mentre i suoi amici lo fischiavano per elogiarlo e gli davano spallate di approvazione mi sedetti accanto a Tess. "Allora com'è andata?"

D'improvviso tutta la tensione e la rabbia accumulata svanì perché con Tess era così. Semplicemente semplice.  Ci conoscevamo dalle medie, lei sapeva tutto di me e io tutto di lei. La nostra amicizia era stata sin da subito spontanea e genuina. Quando la incontrai la prima volta sapevo già che saremmo arrivate lontano insieme perché lei mi capiva a differenza degli altri. Lei sapeva ascoltare e questo la rendeva perfetta nonostante tutti i suoi numerosissimi difetti.

"Non ci crederai mai, ma incredibilmente bene" la mia felicità era palpabile "Stavo cercando di andare in camera mia ma lei mi ha fermata e mi ha detto che Wes, come previsto, aveva chiamato. Non mi ha neanche messa in punizione!" sputai tutto d'un fiato.

"SOLO?" proprio mentre Tess pronunciava queste parole con un tono piuttosto stridulo nella classe calò il silenzio più assoluto. 

Tutti si girarono verso di noi e la mia amica emise una risatina imbarazzata posando l'attenzione sul resto della classe. Quando riprese il chiacchiericcio continuò "Voglio dire, lo sai anche tu che questa non è l'Abigail che conosciamo. Bolle qualcosa in pentola" sembrava riflettere.

"A che pensi?"

"Potrei venire a cena a casa tua e cercare di farla parlare"

"Mi sembra un po' azzardato, non sappiamo nemmeno se nasconda qualcosa"

"Stai veramente parlando della stessa donna di cui parlo io? La stessa Abigail che ti ha tolto tutti i dispositivi elettronici e ha sospeso tutte le tue attività extra-scolastiche per un mese perché siamo andate ad una festa per cui gli avevi chiesto il permesso circa una settimana prima e lei si era completamente dimenticata che tu gliel'avessi chiesto? Dai Abby, torna nel mondo reale."

Riflettei qualche secondo. Per quanto assurdo sembrasse Tess aveva ragione. A mia mamma venivano in mente le idee più crudeli del mondo dopo un qualsiasi mio guaio. 

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