Da sempre odiavo mia cugina. Se qualcuno mi avesse chiesto il perché avrei potuto semplicemente rifilare la scusa della mia bambola preferita a cui lei aveva tagliato la testa. Ma quella non era la verità.
Da sempre lei era stata la preferita di tutti. La bimba perfetta. Bella, gentile, brava nello sport, brava a scuola ed estroversa. Aveva tutto, la riempivano di elogi e complimenti mentre io ricevevo sempre e solo le solite frasi.
"Aubrey dovresti prendere esempio da Gracie, nell'ultimo test ha fatto scintille" oppure "Aubrey perché non vesti più femminile come Gracie".
Gracie qui, Gracie là, bla bla bla.
Da quando si era trasferita stavamo tutti meglio. Non c'era bisogno che tornasse. Un rumore mi fece sobbalzare.
"Tutto bene?" Tess si era affacciata nella mia stanza. Sbuffai.
"Sai come la penso su quella vipera" le risposi.
Molti penserebbero che parlare così della propria cugina sia offensivo e fuori luogo. Ma quando passi tutta la tua vita a essere paragonata allo standard a cui sai di non poter arrivare fa male. E non lo dice la me di adesso. Lo dice la me di 5 anni che si ripeteva che non sarebbe mai stata abbastanza se non fosse stata come sua cugina. La bambina a cui veniva ripetuto costantemente che non era abbastanza. La bambina che cercava di essere come volevano tutti ma sbagliava ogni cosa. Una stramaledetta bambina che aveva solo bisogno di essere accettata per ciò che era, amata e coccolata e invece veniva costantemente denigrata e derisa per i suoi tentativi di essere come qualcuno che non poteva essere. E tutto ciò fa ancora più male se la persona che quella bambina aspirava di diventare era così vicino. Era lì. Accanto a lei ma allo stesso lontano chilometri.
"Magari è cambiata" Tess entrò e si distese sul letto accanto a me.
"Ma io non sono cambiata Tess" le lacrime cominciavano a fare capolino "sono il solito disastro di 12 anni fa. Lei sarà sempre avanti a me. Sempre più bella e più brava in tutto".
Sentii la sua mano stringere la mia "Aubrey quando capirai che sei abbastanza?"
Non risposi.
Abbastanza. Abbastanza buona come seconda scelta.
"Non ti ho convinta vero?" Tess girò la testa verso di me e con la coda dell'occhio potevo vedere la sua delusione nell'apprendere che non sarei mai riuscita a reputarmi abbastanza per qualcuno.
"Oh Aubrey" le si inumidirono gli occhi e mi abbracciò.
"Puoi rimanere qui a dormire?" non mi ero resa conto di star piangendo fino a quel preciso istante.
"Quando vuoi" mi strinse più forte.
Il giorno dopo a scuola non ero dell'umore per fare niente. Me ne stavo seduta con la testa sul banco a rimuginare come sarebbe stata la mia vita con l'arrivo di Gracie.
Da quando se n'era andata ero riuscita a costruirmi la mia vita, a smettere di essere la sua ombra ed essere solo Aubrey. Avevo conosciuto Tess e da quel momento non ero più stata un mezzo per arrivare a qualcun altro.
Sin dalla tenera età, infatti, i miei coetanei mi chiedevano di giocare con loro solo per avvicinarsi a Gracie e dopo essere riusciti nel loro intento mi scaricavano.
"Signorina Moore" la voce del signor Thompson mi riportò alla realtà. Suonava stranamente vicino.
"Si?" alzai la testa e cacciai un urlo quando lo ritrovai a fissarmi a un centimetro dalla faccia. Si alzarono delle risatine per tutta la classe.
"Stava dormendo?" chiese con tono indagatorio.
"Se avessi dormito non le avrei risposto così in fretta" risposi in tono acido. Non sapevo cosa mi stesse prendendo. Non avevo mai risposto ad un professore prima d'ora ma avevo così tanta rabbia repressa che nemmeno io riuscivo a riconoscermi.
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Plot Twist
RomanceUna ragazza apparentemente normale. La sua gelosia. E un omicidio che non voleva commettere. Aubrey Moore chi è? E come farà a liberarsi di ciò che ha fatto? Sarà davvero l'insabbiamento di quell'oscuro segreto a salvarla o sarà quella che pensava e...