Capitolo 5- Am I allowed to cry?

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Aubrey

L'outfit che Tess aveva scelto per me non mi convinceva per niente. Era bellissimo e adoravo come mi stesse ma allo stesso tempo detestavo uscire vestita in quel modo. Ero troppo scoperta e temevo che avrei attirato occhiate sgradite.

Di solito non ottenevo proprio occhiate. Ero sempre stata la ragazza invisibile e tranquilla di cui non preoccuparsi, persino io ne ero consapevole. Ma la verità era che di sera nei pub era pieno di mezzi uomini squallidi che avrebbero fatto di tutto per mettere le mani su una ragazzina di 17 anni.

E il termine mezzi uomini non era usato a caso.

"Sei bellissima Aubrey" disse Tess sospirando "non capisco perché non sei convinta".
Rifilai un'altra occhiata allo specchio scrutando la mini gonna bianca che indossavo e il top nero a mezze maniche che mi lasciava scoperta la schiena. La mia parte preferita però erano gli stivali di pelle neri che arrivavano poco sotto il ginocchio.

"Non saprei" feci un sorriso tirato e poi mi girai verso di lei "non vorrei attirare le attenzione dei ragazzi sbagliati".

"Non so cosa stia frullando in quella testolina" disse Tess alzandosi dal letto tirandomi uno schiaffetto sulla fronte "ma mi sento in dovere di dire due cose. La prima è che tu non ti sei vestita per attirare le attenzioni di nessuno, tu ti vesti per te stessa e per il puro piacere di guardarti allo specchio e dire "sono una grandissima fregna stasera". E seconda cosa: Jack sarà con te per tutto il tempo. È alto 1 metro 87 e ha una stazza che farebbe paura persino a quel figone di The Rock. Scommetto che se qualcuno oserà anche solo guardarti gli caverà gli occhi come negli stupidi libri che leggi" aggiunse iniziando a frugare per la mia stanza in cerca di qualcosa.

Riflettei bene su ciò che disse Tess prima di rispondere: "The Rock non è un figone. Ha la testa a punta".

Tess a quel punto si girò per guardarmi con una faccia scocciata "Hai ascoltato almeno una parola di ciò che ti ho detto?"

"Se non lo avessi fatto non ti avrei sentito dire quella stupidaggine. Insomma pensaci, ha proprio la testa a punta" le dissi mentre disegnavo in aria la testa dell'attore.

"O signore aiutami" disse più a sé stessa che a me alzando le mani al cielo a mo' di preghiera. Non riuscii a trattenere le risa.

"Che cerchi?" le chiesi qualche secondo dopo essermi ricomposta.

"Questo" disse alzando una bomboletta in aria con un'aria talmente fiera che sembrava avesse vinto le olimpiadi.

"Sei seria? Lo spray glitterato? Sono già piena di illuminante! Così Jack mi scambierà per un terzo abbagliante" sbuffai.

Tess mi guardò come se le avessi ucciso il gatto "Tu non sai quello che dici. I glitter non sono mai troppi Aubrey Moore. E adesso fai una piroetta". Feci ciò che mi chiese ormai sottomessa al suo potere.

Proprio in quell'istante Lee fece il suo ingresso in stanza facendo un po' troppo rumore. Tess urlò e puntò lo spray in direzione di mio fratello che fece appena in tempo a tapparsi gli occhi.

Solo quando si rese conto di chi si trattasse Tess abbassò la lattina visibilmente scioccata mentre Lee si toglieva le mani dalla faccia per lanciarle uno sguardo glaciale. A quel punto io e Tess collassammo per le risate.

"Non ridete, non è divertente" disse con tono irritato.

A quel punto anche mia mamma fece il suo ingresso in camera mia "Ragazze sono tornat-" si interruppe e alzò un sopracciglio "Lee vuoi spiegarmi perché sembri una palla da discoteca?".

Non potei che ridere più forte mentre mia madre usciva dalla stanza sghignazzando.

"Sembra quel troll" disse Tess tra una risata e l'altra cercando di respirare "quello tutto sbrilluccicoso".

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