#3|the party

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Oggi

Il ricordo di quel giorno, quella promessa mi fa ridere, dovevo immaginarmelo che sarebbe accaduto, non dovevo crederci, le ho raccontato quello che non ho mai voluto dire a nessuno e lei...
A distrarmi dai miei pensieri fu Sophie, la mia migliore amica. Sophie è una ragazza davvero bella, ha i capelli biondi, di media taglia, piastrati e di solito li tiene sciolti, al contrario di me che ho i capelli ondulati; è alta più o meno un metro e sessantacinque come dice lei, anche se a me sembra di meno. L'ho conosciuta il primo giorno delle scuole superiori e non avrei mai immaginato di far amicizia con lei già il primo giorno, ma eccoci qua.
-Vic, io non capisco un cazzo di quello che sta spiegando la prof - mi sussurra lei
-Siamo all'ultimo anno di liceo, cosa ti aspettavi?- le chiedo io scherzando cercando anche di stare attenta alla lezione di matematica perché nemmeno io come Sophie e il resto della classe, ci stavo capendo qualcosa.
-Insomma non potrebbero mandare dei professori di matematica che sappiano insegnare bene?- mi chiede lei mettendo la testa sul banco ormai stanca
-Su questo hai ragione davvero però non solo in matematica, io direi in tutte le materie scientifiche.- dico io mettendomi sul banco come lei sperando che l'ora finisse il più presto possibile.

Dopo finalmente 5 ore suona la campanella e vado alla fermata, a quindici minuti da scuola, per prendere l'autobus. Per fortuna che c'è Mavi che prende il mio stesso autobus alla fermata prima e mi tiene il posto perché sennò non riuscirei nemmeno a sedermi.
Mavi è il figlio degli amici dei miei genitori che ho conosciuto durante una cena che abbiamo organizzato per il compleanno di mio padre, ha tre anni più di me però va ancora all'ultimo anno perché era stato bocciato due volte, ha origini indiane dato che i suoi sono entrambi indiani, al contrario di me che ho solo la madre indiana; è alto un metro e ottanta, moro, occhi azzurri, pelle abbronzata e ultimo ma meno importante, tutte le ragazze gli vanno dietro e giuro pagherebbero milioni pur di essere al mio posto, solo che io non lo trovo così attraente cioè è carino, gentile e tutto con me però non mi attrae.

Arriva l'autobus e come tutti i giorni lui è seduto negli ultimi posti, in fondo insieme ai suoi amici.
Io dopo averli salutati tutti vado a sedermi accanto a lui.
-Allora Vic?- mi dice Mavi
-Allora cosa?-chiedo confusa
-Stasera ci sei?
-Dove?
-Te l'ho detto due giorni fa, oggi è il 13 ottobre
-Quindi..?
Lui sospira e uno dei suoi amici mi spiega:- È già un mese che è iniziata la scuola, tutti i ragazzi della scuola si riuniscono per festeggiare.-
Ah giusto la solita festa che organizzano ogni anno a un mese dall'inizio della scuola, io non ci sono mai andata perché non ne capisco il senso e infatti nemmeno sta volta ci andrò.

Mavi sembrava avermi letto nel pensiero e infatti mi disse:
-TU-mi dice puntandomi il dito contro -stasera ci vieni-
stavo per replicare ma lui disse prima ancora che potessi parlare:-ho già parlato con i tuoi e mi hanno dato il permesso di portare te e tua cugina alla "festa di compleanno di Alis".- disse facendo le virgolette con le dita
Io lo guardai sbalordita per un attimo. Lui ha parlato con i miei genitori senza chiedere se io lo volessi venire o no.
Io sospirai:-IO non ci vengo.-
-No tu ci vieni invece
-Dimmi solo un motivo per cui dovrei, questa festa non ha senso.-
-Sta sera ci saranno tutte le tue amiche e lo sai che ci saranno ma tu non hai trovato una scusa decente per convincere i tuoi quindi ora fai finta che non ti importi di venire quando invece vorresti. Ho ragione?-
Lo guardai stupita, sì ha ragione ma non volevo ammetterlo, in effetti non avevo nessuna scusa per convincere i miei e lui mi ha fatto solo un favore, però poteva almeno dirmi che parlava con loro.
Dopo qualche minuto di silenzio mentre i suoi amici mi pregavano di venire con loro, gli chiesi solo:-A che ora passi a prendermi?-

Dopo le esultazioni dei ragazzi, appena entrai in casa, mio padre iniziò a farmi domande sulla festa di compleanno di questa Alis, che nemmeno so chi è, infatti mi sono inventata che è una mia amica, che va nel mio stesso anno però in una sezione diversa, gli ho detto la posizione della festa e tutto il resto. Sì loro non vogliono che vada in discoteche, club ecc, perché pensano che potrebbe accadermi chissà che cosa.
È una vera tortura quando devo uscire, perché mi fanno sempre troppe domande e se gli sale anche un piccolo sospetto che io stia mentendo non mi lasciano, soprattutto alle feste. Vogliono che non mi metta nulla di troppo scoperto, non mi scriva o senta con ragazzi, che stia sotto il loro controllo ecco, e a volte è soffocante.
È come stare in una prigione, più tu vuoi uscire e stare con gli amici, più la gabbia ti va ristretta perché pensano di proteggerti ma in realtà ti fanno solo stare male.
Insomma non fumo, non bevo, non faccio uso di droghe, allora perchè devono sospettare di me?
Vabbè la cosa importante ora è che mi abbiano dato il permesso per uscire stasera, e la prossima missione è uscire vestita "coperta" di casa, poi mi cambio nell'auto di Mavi dove ci sarà anche Sophie sicuramente.

Ci ho impiegato ben due ore e mezza per prepararmi e scegliere cosa mettermi e alla fine scelsi di mettermi un vestito nero, corto che mi arrivava a metà coscia, un po' attillato così da mettere in risalto le mie forme, e aveva le maniche lunghe a rete. Ai piedi misi degli stivali sempre neri col tacco. Come trucco scelsi di fare una cosa semplice: mascara, correttore, un po' di blush, l'illuminante e infine un rossetto rosso scuro. Prima di uscire e di mettermi i pantaloni per coprire le gambe, mi guardai allo specchio un'ultima volta e ogni volta che lo faccio mi vengono in mente sempre quelle battute che facevano i ragazzi alle medie sul mio fisico, guardai le mie braccia snelle, le gambe palestrate, i glutei sodi come anche i seni. A quel punto alzai lo sguardo verso il viso e mi costrinsi a sorridere. Olivia poi entrò in camera mia anche lei con i pantaloni addosso. Mia cugina aveva messo un vestito sempre corto come il mio solo che il suo era bianco.
-Ragazza sembri una dea dell'Olimpo!- la complimentai io
-Graziee! anche tu non sei male. Se io sono scesa dall'Olimpo tu sembri la moglie di Ade.-
Olivia è mia cugina dalla parte di mia madre, abbiamo entrambe origini indiane e anche lei come me ha solo la madre indiana. Abita nella nostra stessa città ed è più grande di me di tre anni. Va al terzo anno di università però riuscirà ad entrare comunque nel club perché ci lavorano alcuni dei suoi amici.
Ridemmo entrambe finché non mi suonò il telefono e Mavi ci avvertì che era arrivato.

A un quarto alle nove Mavi venne a prenderci e come avevo già previsto c'era anche Sophie. Anche lei aveva un vestito corto fino alle cosce però color blu notte con le spalline sottili
e degli stivali col tacco che le arrivavano fino al ginocchio. Io e Olivia ci tolsimo i pantaloni e li lasciammo in macchina, sistemai il vestito prima di scendere, Mavi mi guardò dalla testa ai piedi due volte, alzò le sopracciglia e mi fece un sorrisetto come per dire "se non fossimo solo amici in questo momento saresti sopra di me", io alzai gli occhi al cielo e gli sorrisi, al che entrammo.

Appena entrati ci dirigemmo verso l'area privata del club, dove andiamo io e i miei amici di solito. Il club è davvero molto grande e spazioso, dopo l'entrata sia a sinistra che a destra ci sono dei divanetti vicino al muro con dei tavoli, in mezzo al locale c'è la pista da ballo, in fondo il dj, e sempre nella parte sinistra c'era il bar. Le scale invece per salire al secondo piano si trovavano dopo i divanetti nella parte destra, da cui si poteva vedere anche il piano sotto dato che aveva la forma uguale ad esso, circondata da una ringhiera. Questa area è come la parte dei divanetti, solo che è al secondo piano e possono entrarci solo le persone più chiuse agli organizzatori della festa oppure chi paga il doppio per il biglietto e dato che di solito sono sempre i nostri amici a organizzare le feste ci troviamo sempre qui. Mavi andò verso le scale e Olivia, io e Sophie lo seguimmo prendendoci per mano per non perderci. Appena salimmo le scale e arrivammo nella sala Olivia si bloccò davanti a me:-Cosa succede?-

Lei stava guardando davanti, io seguì il suo sguardo e la vidi. Su uno dei divanetti c'era una ragazza mora, capelli lisci, occhi seducenti. La riconobbi. Lei era lì. Jessica Miller.

Deception|l'ingannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora