Cap 6 - Famiglia Coleman

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In famiglia eravamo sempre stati solo noi tre, inseparabili fin da quando ne ho memoria, mio padre era sempre presente anche alle cose più scontate come le feste scolastiche di fine anno, nonostante avesse tanto lavoro lui era sempre lì pronto a sostenerci e a incoraggiarci.

Ricordo ancora i weekend dove mio padre insisteva nel portarci anche solo qualche giorno fuori città l'importante era poter passare del tempo insieme senza nessun imprevisto o disturbo e devo dire che la cosa funzionava alla grande.

Ci eravamo innamorati della natura e della calma che ci offriva ogni fine settimana e così col passare degli anni papà decise di accontentare la nostra richiesta di poter andarci più spesso. E così è stato per il nostro quinto anniversario di gite all'aperto nostro padre ci regalò uno chalet in montagna.

Era il nostro posto ideale per sfuggire alla quotidianità, al lavoro di papà e a tutte quelle persone che ricordo venivano spesso a casa di cui però non conoscevo nessuno. Era il nostro piccolo paradiso e nessuno veniva mai a trovarci fino al compimento dei quindici anni di mio fratello. Mio padre più diventavamo grandi più ci lasciava sempre più libertà e così siamo passati ad essere in tre ad andare nello chalet a diventare solo due, io e Ian.

Inizialmente era anche divertente ma poi Ian iniziò a portare i suoi amici, le ragazze con cui stava e che non me ne piaceva nemmeno una ma alla fine era la sua vita e io sempre meno andavo e la cosa si divenne  definitiva quando mi trasferì all'estero.

Mio padre possedeva due grandi società di cui una ereditata dal nonno mentre una costruita e gestiti a da zero insieme a mia madre.
Si conobbero al collegare al corso di economia, papà raccontava sempre che non su affatto amore a prima vista, anzi ci furono tante liti e odio finché con il passare degli anni le acque si calmarono permettendo loro di conoscersi e frequentarsi.
Avevano più cose in comune di quanto pensavano e la consapevolezza di poter contare l'uno sull'altro permise a quel sentimento di farsi spazio tra loro.

Quando papà mi raccontava spesso la loro storia d'amore avevo un unico e solo desiderio, innamorarmi in maniera genuina come loro senza che nessuno mi volesse solo perché sono una Coleman.

Mio padre faceva parte di una famiglia fondatrice il che significava che la storia scorreva nelle nostre vene e che tutti prima o poi volevano far parte del tuo mondo.

Ciò l'ho capito solo una volta diventata abbastanza grande e grazie anche alle storie che mi raccontava mia nonna prima che venisse a mancare, era una routine ormai serale quella che io e mio fratello vivevamo con mia nonna, cena storia della famiglia e la buonanotte.

Nonostante tutto eravamo una famiglia semplice che non pretendeva mai nulla e abbiamo sempre vissuto in maniera serena nella nostra cittadina anche se mio padre possedeva grand parte dei beni e molti furono la sua eredità.

Il fatto di vedere mio padre in casa da quando sono tornata è una sensazione favolosa e non vedevo l'ora di raccontargli tutto. Entrai correndo in casa lasciando sull'entrata le scarpe consapevole che avrei trovato mio padre sulla poltrona e il suo giornale in mano mentre si gusta  il suo amato calice di vino rosso.

<< Ciao piccola! >> disse con il suo tono caldo mentre appoggiava il giornale e venendomi incontro per abbracciarmi.

<< Ciao papà!! Che bello trovarti a casa ! Come è stato il volo?? Come stai? >>

<< Piano piano, tutto bene è andato come sempre rapido e tranquillo! Tu piuttosto come stai e come è stato il tuo rientro?>>

<< Tutto favoloso papà, il viaggio lungo ma ero entusiasta di rivedervi e a scuola tutto bene papà ho già fatto amicizia e alcuni sono anche amici di Ian ho scoperto.>>

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