Nella mia idea, c'erano solo due visioni per quell'evento: una parte dei ragazzi era contenta, mentre l'altra preferiva che l'estate continuasse all'infinito.
Fino a due anni prima, io facevo parte della seconda categoria. Odiavo la scuola e le persone che ci andavano, tanto che facevo il più possibile per non andarci. Spesso mi ero finta malata.
Ma adesso che, dopo un anno, mi avevano permesso di tornarci, non potevo negare di essere un minimo elettrizzata. Speravo anche che potesse essere un nuovo inizio, per dimenticare tutto quello che era successo nella mia scuola precedente.
Per fortuna, anche dal riformatorio, avevo seguito le lezioni con degli insegnanti che venivano appositamente, quindi non ero inizierei con il programma e non c'era bisogno che ripetessi l'anno.
Non appena varcai la soglia, andai verso i due agenti di polizia - due donne, per fortuna. Lasciai che mi controllassero lo zaino e mi tastassero. Una volta sicure che non fossi armata, mi permisi di continuare.
Vedevo le occhiate che mi lanciavano gli altri studenti, ma sinceramente poco mi importava.
Avevo imparato a farmi scivolare certe cose addosso. Non mi sarei fatta buttare giù da un branco di idioti.
Mi inoltrai nei corridoi, le cui pareti erano per la maggior parte tappezzate di armadietti color sabbia.
Osservai il bigliettino con il numero del mio armadietto e il codice che mi era stato dato. Una volta individuato, lo aprii e ci misi dentro quelle poche cose che mi ero portata dietro.
«Hey, Rory» mi salutò una voce.
Sam si appoggiò all'armadietto di fianco al mio, sorridendomi col suo solito fare gentile.
«Sam» salutai «È tutto ok?»
«Sono un po' stanca» ammise «La festa di Moon è stata... tosta».
Annuii, ridacchiando.
«Capisco quello che dici» dissi.
Osservai la pettinatura che portava: i capelli le cadevano mossi sulle spalle, ma una specie di coroncina fatta a treccia le circondava la testa, proprio vicino alla fronte.
