QUATTRO

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HAILEY

Non sono riuscita a dormire durante la notte. Ho lasciato la casa di Vera ancora scossa e tremante per ciò che era accaduto. Dopo circa mezz'ora di messaggi incessanti, si sono improvvisamente interrotti, lasciandomi perplessa e terrorizzata. Non comprendo chi sia questa persona, cosa voglia da me, né il significato dietro il suo inquietante quesito.

Cosa rappresentano "acqua" e "fuoco"? Quali conseguenze avrebbe la scelta dell'uno o dell'altro? La mia mente era inondata da domande senza risposta, così sono tornata a casa dopo aver vagato per le strade deserte della città. In piena notte, da sola, senza una meta precisa. Alla fine, sono arrivata a casa con le prime luci dell'alba che facevano capolino nel cielo ancora buio. Mi sono gettata sul letto e, stremata, sono sprofondata in un sonno senza sogni, come se anche il cervello avesse deciso di concedersi una tregua da questa situazione insostenibile.

Mi risveglio di soprassalto, e guardando il cellulare, mi rendo conto di quanto sia tardi e di aver saltato il pranzo. Non importa, penso, non ho fame ora. Mangerò qualcosa più tardi. Mi stiracchio, avvertendo i muscoli che si allungano, regalandomi una fugace sensazione di leggerezza prima che le spalle tornino pesanti, le gambe deboli e il petto dolente. Sbuffo e inizio a leggere la valanga di messaggi ricevuti mentre dormivo. Vera mi chiede come sto, una domanda che suona quasi ironica. Sto davvero bene, direi. Ho solo uno stalker che mi chiede di scegliere tra due elementi di cui non conosco le conseguenze. Mi terrorizza, si è infiltrato nel mio luogo di lavoro per consegnarmi questi maledetti bigliettini e ha persino ottenuto il mio numero per tormentarmi. Ma sai, niente di grave...

sospiro e rispondo con una mezza verità per non farla preoccupare. Poi scorro i numerosi messaggi delle mie colleghe dell'agenzia che annunciano l'arrivo del mio vestito. Ripongo il cellulare sul comodino e mi preparo per uscire. Davanti allo specchio, vedo che il trucco colato mi rende inguardabile senza contare le lacrime glitterate causate dall'ombretto, che ho avuto la brillante idea di applicare. Sbuffo e lavo via tutto. Sono davvero esausta, fisicamente e ancor peggio, mentalmente. Avrei davvero bisogno di una pausa; faccio questa vita da quando ero piccola e ora, a ventitré anni, sono esausta. Applico ciglia finte per allungare lo sguardo e almeno sembrare una persona con uno stile di vita leggermente più sano, poi copro tutto con uno strato abbondante di correttore. Dopo dieci minuti sono pronta ed esco in fretta. Non incontro nessuno nel corridoio e per fortuna: non ho voglia di essere trattenuta da... chiunque. Il cellulare vibra nel palmo della mano, con poca voglia leggo l'ennesima notifica, già sapendo che si tratta di un ulteriore sollecito a recarmi in agenzia. Ed è proprio così. Rispondo che sto arrivando e sbuffo per l'ennesima volta da quando mi sono svegliata. Proprio mentre sto per premere invio, ricevo un messaggio dal numero sconosciuto.

"Buongiorno, piccola Hailey. Dormito bene? Suppongo di no." Riesco a percepire il sarcasmo nel messaggio e stringo il telefono tra le dita con tanta forza da rischiare di romperlo per la rabbia.
"Per colpa tua, bastardo" rispondo e non tarda a replicare.

"Chiedo scusa, ma non mi piace essere ignorato, cosa che stai facendo. Perché non rispondi alla mia semplice domanda?"

"Dovrei scegliere uno dei due elementi a caso e sperare che mi vada bene? Vai a farti fottere."

"Dove sarebbe il divertimento se ti spiegassi il significato?"

Emetto un gemito di frustrazione, guadagnandomi un'occhiata torva dall'anziano tassista attraverso lo specchietto retrovisore. Lo ignoro.

"Allora non sceglierò. Ci tengo alla mia incolumità e non ho intenzione di farmi ammazzare per uno stupido gioco del cazzo."

"Ma tu amavi questo stupido gioco del cazzo, Hailey. Vai per intuito e fai una scelta. Il tempo scorre."

Baby, don't blame me [ANTEPRIMA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora