DORIAN
Ryan lo stronzo era veramente innamorato di Hailey; era palese. Il suo sguardo perso mentre la osservava distratta, parlava da solo. Era sempre pronto, attento a soddisfare ogni sua necessità come se fosse il suo cagnolino devoto.
Aveva freddo? Le offriva subito la sua giacca, posandogliela sulle spalle con un gesto da vero gentiluomo. Era nervosa? Si affrettava a tranquillizzarla; se era triste per qualche delusione lavorativa, si presentava con il suo gelato preferito o si recava da lei con il suo cane, perché lei adorava i cani. Aveva delle prove? Lui era lì ad accompagnarla. Pensierosa? Le raccontava qualsiasi cosa gli passasse per la mente pur di distrarla. Lei rideva. E lui la osservava ridere, sorridendo soddisfatto. Si inebriava del suo sorriso. Anche lui come tutti gli altri era caduto nella sua rete senza scampo. Tranne me; io ero riuscito a resistere al suo incantesimo. Avevo sviluppato una sorta di immunità verso di lei, evitando di cedere alla tentazione di quella strega. Eppure, per quanto cercassi di negarlo a me stesso, capii che lui a differenza mia avrebbe potuto renderla davvero felice. Era un bel ragazzo, la trattava con delicatezza e rispetto, aveva un futuro promettente. Era il tipo di uomo che le madri approvano e che i padri portano con sé alle partite di baseball. Un ragazzo disposto a fare qualunque cosa pur di trattare Hailey come una regina.E questo, a me, non andava bene.
Avrei dovuto intervenire o lui me l'avrebbe portata via, insieme alla mia possibilità di trasformarle la vita in un inferno. Perché lei faceva lo stesso con me da sempre. O con me o con nessuno. E con me sarebbe stato comunque "nessuno," perché non mi sarei mai abbassato al punto di costruire una vera relazione amorosa con lei. Sarebbe sempre rimasto così.
Quel giorno, per fortuna, quella che era la mia "fidanzata" era a casa con la febbre. Me ne stavo appoggiato al muro accanto all'aula aspettando la fine della pausa pomeridiana. Di fronte a me si trovava una fila di armadietti per la palestra, compreso quello di Hailey. La vidi arrivare, aprire l'anta, dopo avermi rivolto uno sguardo rapido. Ricambiai con occhi gelidi, facendo finta di essere assorto nei miei pensieri. Stavo ritagliando pezzi da incollare per l'ennesimo striscione del progetto; ne avevo davvero le palle piene ma ormai ci ero dentro e dovevo portare a termine ciò che avevo iniziato, solo per starle accanto e non perderla di vista. Un ragazzo più grande di un anno si avvicinò a lei: Devon Lakes, appoggiandosi con una spalla accanto a lei. -Ciao- disse lui.
Hailey si voltò di scatto, probabilmente sorpresa.
-Ciao...?- Rispose il tono era quasi interrogativo. Lui le sorrise; avrei scommesso qualunque cosa che quello fosse il sorriso studiato per fare colpo. Continuai a osservarli, cercando di non farmi notare, ritagliando i pezzetti di carta con una precisione quasi meccanica.
Si scambiarono qualche parola sulla palestra; lui riconobbe la sua professione e si complimentò per la sua recente sfilata, e lei sembrava a suo agio nell'accettare i complimenti. Lo vidi avvicinarsi sempre di più, finché non prese una ciocca dei suoi capelli, rigirandola tra le dita. -Hai dei capelli morbidissimi, sono spettacolari.- Hailey sorrise in modo enigmatico, i suoi occhi volarono per un istante nella mia direzione, una frazione di secondo appena. In quel momento non riuscivo a capire se stesse fingendo o se fosse davvero interessata alle parole di quell'idiota. Forse le era appena tornato in mente il mio commento su quanto i suoi capelli fossero assolutamente comuni. Non avevano niente di speciale, ma mi piaceva trovare qualunque scusa per toccarli, magari tirandoli quando mi faceva innervosire. Quella era una cosa che adoravo.Qualcosa scattò nella mia mente. Dovevo farmi odiare. Da lei. E dovevo privarla di ciò che quel ragazzo, e chissà quanti altri, ammiravano in lei... perché nonostante tutto nessuno aveva il diritto di toccarla. Attesi che il tipo decidesse di togliersi dai piedi e mi avvicinai a Hailey, imitando il modo di fare di Devon. Lei alzò gli occhi al cielo e chiuse l'armadietto con uno scatto. -Che vuoi?- Sibilò, cercando di andarsene, ma le sbarrai il passo, avvicinandomi tanto da costringerla a sollevare lo sguardo per affrontarmi. -Mi stavo solo chiedendo se questo è il tipo di ragazzo che frequenti ora.- Si guardò intorno un istante, il petto che si alzava e abbassava in fretta. La piccola aveva paura, probabilmente temeva che il suo adorato Ryan potesse spuntare da un momento all'altro e trovarla con me. Sapevo che mi temeva, era ben consapevole che Hailey apparteneva a me. Tentò di scappare di nuovo, ma io non ero disposto a lasciarla andare.
-Spostati.-
-Rispondi alla domanda.- Fece un sorriso amaro. -Sai, forse dovresti concentrarti sulla tua puttanella invece di giudicare i ragazzi che, a quanto dici, "frequento".- Calcò l'ultima parola mimando le virgolette. Scoppiai a ridere ma probabilmente non aveva colto il senso delle mie parole e delle mie azioni. Dio, la odiavo quando faceva la finta ingenua. Perché non poteva semplicemente accettare il destino che le avevo scritto? Mi avvicinai pericolosamente e lei indietreggiò d'istinto, il suo corpo ormai rispondeva automaticamente. Mi piegai su di lei sfiorando la sua guancia con la mia.
-Stai attenta a chi ti avvicini, piccola. Potrebbe andarti bene... ma anche molto... molto male» le sussurrai all'orecchio. Lei mi spinse via. -Non hai voce in capitolo Dorian, non decidi tu chi posso o non posso frequentare!- Esclamò col volto livido di rabbia. Attorno a noi si era radunato un gruppo di studenti, attratti, come sempre, dalla nostra continua faida.
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Baby, don't blame me [ANTEPRIMA]
RomanceLui è la mia rovina e mi trascinerà con sé all'inferno. E la cosa che più mi distrugge è che io glielo lascerei fare, basta che stia con me.