Capitolo tre - There's a Starman

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28 dicembre 1975

Sirius non era più tornato, Regulus, Andromeda e Narcissa sembravano essere gli unici preoccupati per lui, si interrogavano spesso su dove fosse andato, e si riunivano ogni sera per buttare giù le idee, le due sorelle maggiori facevano parlare soprattutto Regulus dato che era quello col rapporto più stretto verso Sirius. Il problema è che le domande erano sempre le stesse "Quali erano i suoi amici? Sai se può essere andato da uno di loro? Si drogava? Aveva dei segreti?" Regulus aveva risposte per ognuna di queste domande, ma non le avrebbe mai divulgate con le sorelle, soprattutto l'ultima. In quei giorni Regulus dopo le riunioni con le sorelle, andava al locale dove Sirius fa la drag queen, nella speranza di vederlo sul palco, ma niente. Nel frattempo, colui che bombardava più di tutti di domande era Remus, che nel frattempo era rimasto a casa loro. Era decisamente troppo tranquillo per non sapere cosa stesse succedendo, ma faceva sempre finta di nulla. Quella fu una sera come le altre, nulla di nuovo. Bellatrix intanto era rimasta bella e sorridente, lei seguiva molto le orme dei suoi genitori, loro due avevano iniziato a far finta che Sirius non fosse mai esistito, Bellatrix invece era quasi felice del fatto che Sirius era diventato un "non-black". Era notte, Regulus si stava preparando per andare al locale, come ogni sera da tre giorni, ma mentre camminava notò la luce della cucina accesa. Merda, pensò. Non poteva permettersi che qualcuno lo vedesse uscire a quell'orario. Poi però notò un'altra cosa, cibo a terra, sporcizia... Forse era un ladro. Si fece coraggio e si incamminò verso l'entrata della cucina, una volta arrivato sul ciglio della porta vide che a combinare quel disastro era stato Remus. Aveva gli occhi chiusi, ma si muoveva come se li avesse aperti, con naturalezza e stava perfino mangiando. «Remus?» si sentì da dire solo quello, doveva svegliarlo? Regulus lesse che non bisogna mai svegliare un sonnambulo, anche se non se li immaginava così iperattivi. Decise di sedersi sul pavimento e aspettare che finisse nella speranza che si sarebbe addormentato definitivamente. A Regulus venne in mente la conversazione che avevano avuto lui e Sirius in bagno "da Peter fu un completo disastro". Peter. Un nuovo nome, una nuova pista, forse Sirius era da lui. Remus finì di mangiare tutto ciò che poteva, poi si alzò e si incamminò, nel farlo ha tirato un calcio a Regulus che lo stava osservando sul pavimento. Il ragazzino emise un piccolo gemito di dolore, poi si alzò anche lui per seguirlo. Continuava a sbattere la testa contro la porta di ingresso, stava cercando di uscire. Regulus aprì la porta, ma fu un errore, perché Remus si mise a correre, Regulus in panico prese di fretta e furia la macchina e lo inseguì, non poteva di certo essere più veloce di una macchina. Decise di superarlo e mettersi davanti a lui, Remus così prese in pieno la carrozzeria e cadde a terra. Regulus scese dal veicolo e molto goffamente, dopo svariati tentativi riuscì a caricarlo sui sedili posteriori della macchina. Di certo non sarebbe riuscito a portarlo a letto, dato che avrebbe dovuto prenderlo in braccio per due rampe di scale, così Regulus decise di andare comunque al locale quella sera, tanto gli pareva che Remus dormisse tranquillo sui sedili posteriori della sua macchina. Arrivò davanti al luogo auspicato e scese assicurandosi di aver chiuso per bene. Una volta dentro al locale iniziò il suo solito giro di "Scusa, sai che fine possa aver fatto Padfoot?" il più delle volte riceveva occhiatacce, sia dai clienti, sia dalle altre drag, anche se loro erano sempre più gentili nei suoi confronti. Le drag che lo conoscevano cercavano sempre di essere comprensive, era chiaro che conoscessero la situazione in cui vivevano lui e suo fratello, questo lo metteva un po' a disagio, ma continuò comunque a cercare, anche solo un piccolo indizio... Finché non vide un Remus barcollante girovagare per il locale, aveva ancora gli occhi chiusi. Come diavolo ha fatto a scendere dalla macchina e ad entrare qui? Si domandava il giovane. Tra corpi di persone sudati, spintoni e parolacce, raggiunse Remus e lo prese sottobraccio. «Per essere uno che sta dormendo, hai una imponenza notevole» gli disse sforzandosi di trascinarlo via, ma alla fine fu Remus a trascinare via per il locale il povero Regulus. Alla fine, si sedette su uno sgabello vicino al bancone, appoggiò la testa su di esso e prese a russare molto forte. Regulus si sedette sconfitto sullo sgabello affianco per tenerlo d'occhio, ma gli si avvicinò il barista. «Gli ubriachi li cacciamo fuori, non gli facciamo il lettino per dormire» era un palese invito ad andarsene «Oh, beh io volevo bere qualcosa, e lui... Voleva riposare gli occhi, in realtà è sveglissimo!» Regulus tirò fuori la sua voce da panico, cioè una voce stridula che gli viene in situazioni di emergenza. Intanto Remus per non concordare sulla sua versione dei fatti emise un grugnito molto forte, aveva un modo di russare indecente. «Si, e io sono nato ieri, sicure...» Regulus lo zittì con la mano, poi si ricompose subito sullo sgabello «Portaci due drink... Direi due margarita» il cameriere era infuriato «Non credo che tu abbia l'età per bere, ragazzina» ed è così che per Regulus diventò una questione di principio e non più una scusa per stare al bancone seduti tranquilli. «Portami da bere o ti faccio causa, certo sarebbe fantastico avere una denuncia da un Black, ma non so quanto ti convenga» odiava utilizzare il nome della sua famiglia per fare minacce, le sue sorelle, soprattutto Bellatrix, lo facevano in continuazione e fieramente, Andromeda molto di meno, ma comunque le è capitato di farlo anche a lei. Per avvalere la sua tesi, prese la borsa che si portava dietro, aveva il logo dei Black sul davanti e la prese principalmente per mostrare il logo al barista, ma con la scusa di cercare il portafogli, «Potrebbe essere falsa, non ci casco, e tu non hai la minima idea di quanto siano rigidi i Black, non vorrebbero mai che uno dei loro figli sia in uno squallore del genere» a quelle affermazioni si offese tantissimo, era lui ad avere i lividi, i segni di violenza e i traumi della famiglia Black sulla pelle e incisi nella mente. Regulus scattò in piedi, aveva le gambe molli, prese una foto che portava con sé nel portafogli, la aveva con sé nella speranza di una famiglia migliore, ma la mise sul bancone di peso. La foto ritraeva tutta la famiglia Black insieme, non sorridenti, ma comunque insieme. Aveva qualche anno in meno, ma il viso di Regulus era perfettamente riconoscibile. «Oh, cazzo. Mi scuso umilmente, i vostri due drink ve li offrirà la casa» parlò balbettando, vittoria «Non c'è né il bisogno. Basta che ti sbrighi» il cameriere annuì e andò a riferire l'ordinazione al barman. Nell'attesa Regulus si mise a studiare il volto di Remus: era pieno di cicatrici, chissà come se le era procurate; aveva gli occhi lividi, probabilmente a causa delle pillole aveva sempre sonno e questo gli portava ad avere le occhiaie; i capelli castano chiaro erano tutti impolverati, era come se si mettesse delle ceneri in testa appositamente; abiti non di marca, poco costosi, scarpe rotte, non veniva palesemente da una famiglia ricca... Lupin, mai sentito come cognome. «Ecco la sua ordinazione» tornò il cameriere appoggiando i due cocktail sul bancone davanti a loro, per poi andarsene subito dopo, come se Regulus avesse tutto d'un tratto tutto il potere del mondo. Cominciò a sorseggiare il suo margarita, gli piaceva particolarmente per il sale sul bicchiere che aggiungeva un sapore tutto nuovo a quello che stava bevendo, ma forse per una persona minorenne che non aveva mai avuto esperienze con l'alcool se non qualche sorso di birra non era propriamente adatto come primo alcolico da bere del tutto da solo. Una volta finito, prese il bicchiere di Remus e glielo avvicinò alla bocca, forse l'alcol aveva risvegliato i suoi istinti animaleschi, questo perché si mise dritto ad annusare il bicchiere, quando Regulus glielo porse vicino alle labbra, lo inclinò per farlo bere, Remus inghiottiva tutto l'alcol, finché non aprì gli occhi e non vide la situazione. Allontanò il bicchiere e si guardò attorno confuso «Dove stracazzo siamo!?» normalmente Regulus gli avrebbe spiegato la situazione, ma un ragazzino brillo in un nightclub non lo avrebbe di cero fatto. Rise alla domanda del ragazzo e finì il margarita al posto suo, per poi buttare il bicchiere di vetro dietro il bancone frantumandolo in mille pezzi. «Chi sei tu delle sorelle di quell'altro scemo mo'» chiese Remus più a sé stesso che a quel Regulus «Sono il fratello!» rispose il ragazzino sempre sorridendo «Fratello? Oh, fantastico, fra tutte le cose che poteva nascondermi, un fratello! Mi spieghi perché siamo qui?» Remus non aveva per niente un tono calmo «Te lo faccio vedere, ma devi andare sotto al palco!» a quel punto Regulus si alzò e scappò chissà dove. Intanto Remus iniziava a mettere a fuoco quel luogo, lo riconobbe. Decise di ordinare del whisky and cola e di andarsi a sedere sotto il palco, nella speranza che Regulus sarebbe tornato in fretta così da andarsene. La musica si fermò e una voce al microfono cominciò a parlare: era il presentatore delle serate, questo voleva dire che stava per cominciare uno spettacolo. «Signore bu-o-na se-ra! Con molto entusiasmo sono lieto di presentarvi un piccolo stronzetto che ha insistito per salire a tutti i costi su questo palco! Nel caso lo spettacolo non vi piaccia, lui ci ha pagati per esibirsi, ma nel caso vi piaccia, invece lo abbiamo invitato noi! Eccolo qui! Re-re Black!» Partì, dopo la presentazione, la canzone Starman di David Bowie. Venne sul palco un Regulus coperto da una lunga giacca nera e un cappello, aveva una sigaretta accesa in mano, inizialmente camminava a passo lento sulla passerella, fumando. "some rock 'n' roll" si tolse di botto il cappello lanciandolo al pubblico. "Then the loud sound did seem to fade" cominciò a togliersi con movimenti soavi la giacca. Scoprì così una maglia a quadrettoni verdi e neri, e dei pantaloncini di pelle attillati. "There's a Starman" Regulus prese il ritmo della canzone, ballando sul palco in maniera sensuale e indicando il cielo. "He told me" alla fine del primo ritornello della canzone si tolse i pantaloncini e li lanciò al pubblico. Remus non poteva fare altro che bere a quella vista. Durante la seconda strofa della canzone, Regulus prese ad avere atteggiamenti che facevano intendere che si sarebbe tolto anche la maglietta. "There's a Starman". Infatti, così fu. Scoprì il suo corpo, ancora coperto in parte grazie al binder, ma su di esso c'era una scritta "CORPI TRANS LIBERI" fece roteare la maglietta per un po', ma alla fine lanciò sul pubblico anche quella, che finì dritta in faccia a Remus. "He's told us not to blow it" Lupin non poteva credere di essere davvero finito in quella situazione, pensava che questo fosse molto peggio rispetto ad aver sbranato il divano di Peter. Svegliarsi dopo non sapere chissà che danni aveva combinato, in un locale "per adulti" (era perlopiù frequentato da adolescenti e neo-diciottenni in realtà) a vedere il fratello di Sirius su un palco a denudarsi era decisamente peggio rispetto all'avere distrutto il divano di Peter. "But he thinks he'd blow our minds" Regulus a quel punto era completamente libero, continuò a muoversi da una parte all'altra del palco ed era felice di star dando sfogo alla sua identità di genere finalmente. Ovviamente l'alcol aveva decisamente aiutato. "La, la, la, la" sulla canzone in chiusura, Regulus si fermò al centro del palco, sfoggiando il suo binder e inchinandosi al pubblico che lo applaudiva e fischiava. Forse a suo fratello Sirius piaceva proprio questa sensazione euforica di attenzioni su di sé. Una volta finita ufficialmente la canzone scese dal palco e andò subito da Remus, ancora in boxer e binder. «Allora? Ti sono piaciuto?» gli chiese tutto euforico «Si, si... Ora torniamo a casa dai» subito Remus si alzò «Ma io non voglio» Regulus si mise in ginocchio per pregarlo di rimanere, ma Remus lo alzò in piedi. Gli mise addosso il maglione che stava indossando, rimanendo in canotta, poggiò il braccio sulla vita del ragazzino per accompagnarlo fuori dal locale, ma vennero interrotti da un gruppo di tre uomini ubriachi. Di solito non c'erano uomini così vecchi in quel locale, anzi in certe serate nemmeno li facevano entrare. «Dove vai con la signorinaparlò per primo un uomo con un ciuffo di capelli bianchi dati dall'età. «Eh già! Sarebbe un peccato se ne andasse già adesso...» continuò il secondo. «Vogliamo solo offrirle qualcosa da bere, da fumare, da succhiare...» Remus non voleva perdere altro tempo, non rispose nemmeno alle allusioni dei tre vecchiacci e mise Regulus alle sue spalle, per poi sferrare un pugno al primo dei tre bavosi. Sentì il secondo fischiare a quell'azione, era iniziata una rissa impari. Remus, però, era preparato, e gli bastò un cenno con la testa per far aggiungere alla questione un secondo ragazzo. Era parecchio grosso, non muscoloso, solo grosso, più di Remus. Aveva gli occhi chiari e i capelli biondo cenere, un taglio semplice. La rissa non era comunque al pari, anche se con Regulus raggiungevano il numero giusto, loro erano dei ragazzini, brilli, e i loro avversari degli adulti sulla cinquantina. «Facciamola pagare a questi molestatori, Peter» disse Remus prima di gettarsi di peso sull'uomo che aveva iniziato il tutto. Peter lo seguì iniziando a picchiare il secondo. Regulus non aveva molta forza, ma prese una sedia e la buttò di peso sull'uomo libero, questo lo stordì un attimo, il tempo giusto per menargli un calcio sui genitali. Proprio grazie a Regulus, il primo di tre uomini era già andato, occupato a toccarsi per il dolore, invece di alzarsi in piedi. Il ragazzino andò a dare una mano a Peter, non che fosse in difficoltà, ma in due era più divertente. Remus stava sfogando le sue emozioni, ormai l'uomo era a terra e quasi non respirava più, ma il ragazzo continuava a colpirlo, come se volesse effettivamente farlo fuori. Nel mentre attorno a loro, una folla di spettatori, chi coi telefoni, chi urlava, chi incitava i ragazzi a fare di peggio. Tutto finì quando Peter prese in braccio Regulus e lo lanciò in testa all'ultimo uomo rimasto. «Volevi vedermi il culo? Beh, eccolo qui!» così finì a fargli una puzza in faccia e il tizio svenne completamente. Dovettero fermare loro due Remus, altrimenti avrebbe davvero ucciso quella persona. Una volta redentosi conto della situazione i tre scapparono dal locale, si mise Peter alla guida della macchina di Regulus, dato che quest'ultimo era ancora brillo e non faceva altro che ridere, mentre Remus con le nocche insanguinate tremava, non faceva altro che pensare che quella sera stava per uccidere qualcuno. Peter decise di accendere la radio, per smorzare un po' la tensione ed effettivamente la musica del gruppo musicale "Queen" ebbe subito un effetto calmante sui ragazzi, che iniziarono a canticchiare la canzone "Killer queen". «Quindi... Come ti chiami fratello di Sirius?» chiese Remus «Regulus, Regulus Black!» era ancora sbandato, sia per l'alcol, sia per lo spettacolo, sia per la rissa, era una montagna russa di emozioni quella sera. «Sirius ha un fratello? Bastardo, figlio di buona donna! Sono sicuro che meni meglio di lui! Ecco perché ti ha nascosto, sennò lo avremmo già sostituito con te!» risero tutti alle affermazioni di Peter. «Io sono ancora sconvolto dal fatto di essere in macchina con un Black che non sia quel figlio di puttana di Sirius» continuò Remus «Sicuramente è un figlio di puttana, ma non credo che abbia preso da sua madre» Regulus stava forse dimenticando che la mamma di Sirius fosse anche la sua, ma era esattamente quella la sensazione di fratellanza che cercava, essere in macchina brillo, dopo aver fatto delle cose assolutamente illegali con dei ragazzi che lo vedevano per ciò che era. «Oh no, versione in miniatura di Sirius, fidati tuo fratello è il primo ad essere una puttana» risero tutti di nuovo «Peter! Io il tuo nome lo uso, tu faresti meglio ad usare il mio!» rispose Regulus con un tono mezzo ironico mezzo autoritario «Strano che tu lo utilizzi dato che non mi sono ancora presentato» a quell'affermazione fermò la macchina e scese. Non erano affatto a dimora Black, ma li aveva portati sulla cima di un precipizio. «Perché siamo qui? Sono distrutto» Remus era effettivamente quello con più diritto di scegliere che fare, dopotutto aveva usato tutte le sue energie quella sera senza un attimo di pausa. «Dai rilassati, voglio solo mostrargli la città da un'altra prospettiva» Peter così strinse a sé Regulus e gli mostrò il paesaggio: le luci accese erano l'unica cosa che si distingueva per bene nel buio della notte, ma, nonostante ciò, Regulus si emozionò comunque alla vista e più guardava più scorgeva dettagli piccolissimi da là su. Remus si unì a loro, appoggiando il braccio sulle spalle di Regulus. Decisero di sedersi lì terra, rimanendo abbracciati in quel modo fino all'alba, che non tardò ad arrivare.

29 dicembre 1975

Dopo la nottata, Peter tornò alla dimora Black, parcheggiò la macchina dove Regulus gli indicò e scesero. I tre si salutarono abbracciandosi, dopodiché i due ragazzi salirono sulla 500 di Remus e se ne andarono, mentre Regulus fece attenzione a non fare rumore mentre rientrava in casa. Quando usciva di notte rubava le chiavi di casa a sua madre, dato che lei non si fidava ancora a lasciarle ai figli minorenni. Una volta dentro casa Regulus, vestito ancora di soli boxer e binder e col maglione XL di Remus a nasconderli, si ritrovò proprio Walburga Black ad attenderlo. «Sei una svergognata» bastò una frase per spegnere tutto l'entusiasmo collezionato da Regulus quella notte. Le persone attorno a loro durante la rissa alquanto pare avevano delle macchine fotografiche appresso e c'erano parecchie foto e video finiti ai telegiornali locali. Non si parlava di Remus o di Peter, ma ovviamente tutti i titoli erano riferiti a Regulus:

"La vedo Black!"

"Un pugno in faccia alla realtà"

"Fatto di cronaca Black"

"Occhio nero... o forse occhio Black?"

"Rissa, sangue, e poi tutto divenne Black"

Si, insomma. Erano tutti così.

Regulus fu in punizione e costretto a rimanere chiuso al piano di sopra per il resto delle vacanze.

The show must go on || Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora