Capitolo sette - Daily Star

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31 marzo 1976

I due fratelli avevano smesso di curarsi di non farsi vedere assieme, ormai erano stati scoperti, Regulus si era sentito estremamente tradito dalla sua famiglia, aveva deciso che non gli sarebbe importato più nulla di ciò che pensavano loro. Questo perché, nei giorni successivi alla serata in discoteca, i giornali erano letteralmente esplosi, titoli diversi. Ma ognuno aveva sempre la stessa e identica foto: uno scatto in bianco e nero, un po' confuso, ma non abbastanza da coprire l'identità dei due fratelli. Non tutti i giornali diedero i crediti per le foto, ma il noto giornale "Daily Star" aveva una piccola scritta in fondo alla foto, quasi impercettibile, ma quel nome rimarrà sempre impresso nella testa del corvino: Bellatrix Black.

01 aprile 1976

Regulus e Sirius stavano recuperando il tempo perso, perso a farsi paranoie a causa della famiglia, nel modo migliore che conoscevano: stavano organizzando una serata, qualcosa di grande. Durante l'organizzazione, però litigarono in modo molto animato. Si trovavano nei dormitori Grifondoro in quel momento, era mattina; quindi, la maggior parte delle persone era già a lezione o a fare colazione, ma i malandrini si svegliavano sempre più tardi di tutti, per cui sentirono tutto. «Non puoi fare sempre come vuoi tu! Ho una vita anche io e non ho bisogno del babysitter!» quel dibattito acceso alquanto pare si basava inizialmente su quanto Sirius fosse teoricamente troppo soffocante verso Regulus da quando era rientrato nella sua vita. «Sei solo uno stupido ragazzino! Per un attimo che ti lascio da solo inizi a fumare, bere, drogarti! Senza un minimo di ritegno!» Sirius era frustato, non riusciva a farsi capire. «Come se tu alla mia età fossi stato un Santo! Ancora adesso ho molto da ridire! Innanzitutto, mi hai sfruttato quando ero ancora solo un bambino piccolo, credi che per un bambino di undici anni non fosse stancante rimanere sveglio fino a tarda notte perché tu dovevi "esprimere te stesso"! A me non ci pensavi? Alla mia salute?» il discorso di Regulus risultò lineare, ma a Sirius infastidiva il tono che stava utilizzando. «Si tratta sempre di te, quindi? Poco fa mi hai accennato al fatto che tu ti sentissi come se vivessi in un ombra oscura, sai che ti dico? Al diavolo! Questa ombra oscura da oggi e per sempre prenderà il nome di Sirius e continuerà a diffondere la sua oscurità finché non avrà conquistato il cazzo di pianeta Terra! Sei sempre stato il piccolo prodigio di famiglia, che schifo!» Regulus da un tono stizzato, passò a un tono proprio incazzato nero. «Quando mai si è trattato di me? Una vita intera costretto nell'ombra del grande casinista Sirius Orion Black!» il fratello più grande perse le staffe. «Non azzardi mai più a chiamarmi con quel nome! Non ero un Black quando mi avevano cacciato, figurati ora!» continuarono a strillare finché gli altri malandrini non uscirono dalle loro camere per andare a controllare la situazione. «Volete stare un po' zitti! Che diamine!» Peter, ancora assonnato, nemmeno scandì bene le parole, ma la sua frustrazione nella sua voce era palese. «Che sta succedendo?» James uscì così di fretta da dimenticarsi gli occhiali da vista, mentre si stropicciava l'occhio si rese conto che Remus aveva un piede senza pantofola. «Non succede assolutamente niente! Anzi non succederà mai più niente da nessuna parte con nessuno! Un vero Black sta per abbandonare questo schifo di dormitorio pieno di falliti! Addio cari e stupidi vecchi Grifondoro!» dopo la sparata, Regulus se ne andò via. Sirius a quel punto sputò sul pavimento e si mise le mani fra i capelli, segno di disperazione. «Non so proprio che fare con lui, sembra sempre altrove quando provo a dirgli qualcosa di serio! Non voglio giustificarlo perché è piccolo, arriva a dire una mole di cattiverie certe volte che mi fa impazzire!» Sirius raccontò il suo punto di vista con molta drammaticità. «Può darsi sia un meccanismo di difesa che attua senza accorgersene, cerca di comprenderlo, per lui è stato tutto una prima esperienza quest'anno fuori dal suo guscio» James cercò di formulare delle ipotesi che magari potessero calmare il suo amico, ma queste fecero incazzare anche Remus. «Perché dovrebbe dargliela vinta? Perché è un moccioso? Sirius non può farsi semplicemente scivolare le cose di dosso, non è un cazzo di oggetto! Il ragazzino dovrebbe imparare a gestire le proprie emozioni» Si avvicinò a Sirius per abbracciarlo e accarezzargli i capelli. «Curioso che questo discorso lo faccia proprio tu, Lupin» si intromise Peter nella discussione, stava accendendo una miccia provocando Remus in quel modo. «Ragazzi non mettiamoci a litigare tra noi! Sirius ha bisogno di supporto e questo potrebbe solo far peggiorare la sua condizione mentale! Direi che, come prima cosa, oggi si saltano le lezioni e andiamo a fare un abbondante colazione dove ci spiegherà tutto con calma» James odiava dettare legge in modo netto, aveva mantenuto la sua naturale dolcezza nel pronunciare quelle parole, ma non andavano a cambiare il concetto alla base del discorso. I tre ragazzi intanto annuirono scocciati, tornarono tutti nelle loro rispettive stanze per lavarsi e cambiarsi. Una volta pronti andarono tutti in un bar in città, ordinarono tutti un semplice caffè e qualche biscotto, tranne James che aveva l'abitudine di prendere il tea nero in quel bar. «Hai voglia di parlarne?» il ragazzo riccio rivolse la domanda nella maniera più confortevole che potesse, nonostante ciò, ricevette un movimento della testa come risposta, che stava ad indicare un no. «Ho solo voglia di parlarvi di stasera...» si interruppe un attimo per guardare bene i volti dei suoi amici, le loro facce lo fecero sorridere. «Ho uno spettacolo, quelli dei miei per intenderci, ma è particolare stavolta! Sarà su una spiaggia fuori città... Doveva accompagnarmi Regulus, ma non voglio riparlargli io; perciò, mi chiedevo se...» guardò dritto negli occhi Remus, questo perché la sua 500 poteva anche essere da rottamare, ma non ci sarebbero entrati tutti nella Peter-Panda mobile. «Certo amore, non c'è nessun problema» Sirius si alzò un attimo per andargli a dare un abbraccio. «Siete carini, ma assieme alla colazione non posso digerire tutto questo zucchero, siete pregati di nascondervi perlomeno» Peter scatenò una risata generale. Forse era l'unico a pensarci sul serio in quel momento e non era neanche giusto che la sua mente lo portava a quel pensiero, ma James non poteva fare a meno di pensare a come stesse Regulus.

The show must go on || Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora