10 Gennaio 1976
Capodanno terrificate, Regulus credeva che quello fosse il termine giusto per definire il Capodanno di quell'anno. La sua unica consolazione era che tra qualche giorno sarebbe ritornato ad Hogwarts, lontano da quella maledetta famiglia. Dalla notte del ventotto aveva ricevuto solo critiche su critiche, insulti, e inoltre i suoi genitori erano tipi maneschi. Lo rinchiusero in casa, levandogli anche la macchina ovviamente. L'unica consolazione era che era spesso solo, cosa che accadeva anche prima, ma in quel periodo era una liberazione, praticamente quando aveva un minimo di solitudine andava sul balcone di camera sua a fumare e per fortuna non venne mai beccato. Ed era proprio ciò che stava facendo in quel momento, era sera, e dopo un'altra giornata di stress e violenza psicologica, ma anche fisica talvolta, era proprio ciò che gli voleva. Un'altra delusione arrivò ben presto, aprì il pacchetto di sigarette e ne erano rimaste tre, senza contare quella che stava fumando già. Doveva sopravvivere a quelle torture altri tre giorni. Tre giorni, tre sigarette.
Era notte fonda e Regulus non riusciva a dormire. Era stato così annoiato in quei giorni tanto da fare le valigie per partire e disfarle per poi farle di nuovo. Era quasi tentato di rifarlo di nuovo quando sentì dei rumori da fuori la sua finestra. Qualcuno stava lanciando dei sassolini su di essa. Sirius! Fu il suo primo pensiero, così si mise una maglietta a caso e uscì subito fuori, beccandosi uno dei sassolini addosso. Non era Sirius, ma Peter, cosa voleva? Regulus gli fece cenno di non fiatare, se qualcuno lo avesse sentito sarebbe stata la fine. Così Peter si mise a fare gesti incomprensibili. Già aver capito che si trattasse di Peter in quel buio era stato complicato, ma cercare di capire qualcosa di lui che muoveva le braccia come un pazzo era anche peggio. Regulus gli fece capire che non capiva assolutamente nulla e così vide Peter allontanarsi. Il ragazzo sul balcone attese per un po', poi Peter tornò con qualcuno, Remus. Aveva una corda in mano e stavano provando a lanciarla fin su il balcone di Regulus, senza successo. Che li avesse mandati Sirius? Quel pensiero lo rese operativo. Andò dentro casa, prese le lenzuola che aveva nell'armadio e le legò tra di loro, fortunatamente erano abbastanza per scendere. La notte aveva da sempre l'abitudine di chiudere la porta della sua stanza a chiave; quindi, era negativo che qualcuno entrasse a controllare. Si calò da quella sfilza di lenzuoli, tutto era affidato al primo lenzuolo legato ad un piede del letto, se quello si fosse tolto si sarebbe spiattellato a terra, non lo aveva legato molto bene. Peter dal basso era in panico per quello che stava facendo Regulus, faceva avanti e indietro cercando di capire dove sarebbe caduto nel caso ci fosse stata la necessità di prenderlo e salvarlo, Remus invece rimase calmo. Man mano che scendeva, il nodo del primo lenzuolo si staccava sempre di più, sempre di più, sempre di più, finché non si staccò del tutto. Peter era quasi svenuto a terra, ma per fortuna ad acchiappare Regulus c'era Remus, che aveva già calcolato tutto. Subito dopo nascosero i lenzuoli ed andarono verso il boschetto, dove i due avevano lasciato la loro macchina. Stavolta non era la 500 scassata di Remus, ma una piccola panda gialla tenuta in buone condizioni. I tre ci salirono sopra «Benvenuto nella Peter-Panda mobile!» annunciò Peter prima di mettere in moto e partire. «Come mai siete venuti a prendermi?» domandò Regulus entusiasta «Ah; quindi, tuo fratello non ti manca nemmeno un po'?» da stanco e assonnato, il ragazzino passò sull'attenti «Sapete dove si trova?» ora l'entusiasmo era a mille. «Un malandrino sa sempre dove si trova un malandrino» rispose prontamente Remus. Effettivamente Regulus non ci aveva ancora ragionato, per conoscere così bene Sirius tanto da frequentare il posto dove lui fa gli spettacoli drag avevano per forza un legame stretto, e con chi poteva avere un legame più stretto se non con persone con il quale stava insieme da quasi sei anni, giorno e notte, tutti i giorni, tranne che per qualche mese. Continuarono a chiacchierare perlopiù di ciò che avevano fatto a Capodanno, da come ne parlavano, Regulus aveva intuito fossero senza un'effettiva famiglia o qualcuno che li controllasse, erano praticamente delle versioni alternative di suo fratello, con la differenza che era sicuro che Sirius avesse sofferto di più la separazione dai suoi cari, non per i loro genitori, ma per lui e per le sorelle, perfino di Bellatrix, che tanto diceva di odiare. Arrivarono in un parcheggio parecchio grande, nonostante ciò, non c'erano molte macchine parcheggiate. Scesero dalla Peter-Panda mobile e Regulus seguì i due fino a una pila di massi enormi tutti vicini. I due ci salirono sopra con non-chalance non preoccupandosi di lasciare indietro Regulus, che invece aveva un po' di difficoltà a stargli dietro. Camminarono per un bel po', finché i sassi non divennero scogli e si ritrovarono circondati dal mare. Arrivarono in un punto preciso, Regulus lo intuì perché Peter analizzò con cura uno scoglio rialzato imbrattato di vernice rossa. «Scendiamo! È questo!» Remus annuì, e solo a quel punto diede una mano a Regulus, dato che con gli scogli già si scivolava, poi vicino l'acqua la situazione era anche peggiore. Lo sorreggeva tranquillo, il ragazzino si sentiva coccolato dalla sua presa. Stavano percorrendo gli scogli al di sotto del percorso originale, la stradina di rocce era più fine e più complicata da percorrere, ma dopo una manciata di minuti alquanto pare arrivarono. Regulus inizialmente era deluso, perché non era presente Sirius, ma un ragazzo, aveva un'aria familiare. Remus fu il primo a parlare «Dov'è Sirius? Avevi detto che lo avresti portato qui» Regulus cominciava a capire perché Remus prendesse le pillole per contenere le sue emozioni, non aveva ancora sentito una parola pronunciata dal ragazzo e già parlava in tono irritato, aveva perfino stretto la dolce presa che aveva sul ragazzo più piccolo. «Infatti, avevi detto "Si, si, lo porterò a costo di farmi ammazzare!!"» Peter fece appositamente una voce acuta e fastidiosa per intonare l'ultima frase. «Innanzitutto le buone maniere ragazzi suvvia, ciao piacere... Oh aspetta noi ci siamo già incontrati, Black» il ragazzo dalla penombra fece un passo avanti, a Regulus tornò a mente chi fosse. «Penso che tu mi debba un tea con dei biscotti, malandrino» la parola malandrino la pronunciò apposta in un tono finto dispregiativo, il ragazzo indiano rise «Poi lo andiamo a prendere insieme dai... In ogni caso, Sirius non si sentiva per niente bene, e non volevo costringerlo a scendere, penso che lui e Regulus possano vedersi tranquillamente a scuola» Remus e Regulus fecero la stessa espressione preoccupata «Che ha?» chiesero all'unisono. «Credo una qualche sorta di virus, allo stomaco, aveva un po' di febbre stamattina, ma quando l'ho controllato prima di scendere gli era passata» chi era davvero questo tizio? E perché faceva da mamma a Sirius? «Direi che i piani per questa sera sono passati» disse il ragazzo dalla pelle dorata e i capelli ricciolini, mentre si sistemava gli occhiali da vista. «Dai Regulus ti riaccompagniamo» il ragazzino non voleva per niente tornare, ma sapeva che era meglio non farsi scoprire, soprattutto se non fosse per una cosa importante come Sirius. Ormai era rimasto l'unico a cercarlo in famiglia, Andromeda era l'unica che di tanto in tanto domandava a Regulus se avesse novità, ma per il resto ormai Sirius in quella casa era a tutti gli effetti un non-black, e Regulus era convinto che questa cosa lo rendeva felicissimo e fierissimo di sé stesso. Una volta davanti al boschetto vicino a dimora Black, Remus prese dalla tasca una chiave. Aveva un portachiavi a forma di gatto nero sopra. «Te le manda Sirius, una notte fece la copia delle chiavi di casa e insomma ora non gli serve un granché tenerle» Regulus le prese come se fossero l'oggetto più prezioso al mondo, il gatto nero era il suo animale preferito, non quello di Sirius, aveva già intenzione di regalargliele? Era un modo per pensare a lui? Tutti quei pensieri lo fecero sorridere. «Grazie, salutatemelo da parte mia! Ditegli che, se appena arriva a scuola non si fa vivo in qualche modo, riceverà il peggiore scherzo che potrebbe mai ricevere! Parola di Regulus Black!» una volta preannunciata la sua autorità, scese dalla macchina di Peter ed entrò dentro casa. Era ancora notte, quindi tutti dormivano e poteva ritornare in camera sua senza alcun problema. Una volta dentro, sistemò le uniche due lenzuola rimaste appigliate al balcone, e si mise a dormire, con la chiave tra le mani.
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The show must go on || Regulus Black
Fanfic"In questo libro troverete il mio personale punto di vista per quanto riguarda la storia della famiglia Black, tra vita e menzogne, rimarrete stupiti! Inoltre, questo è anche il mio coming out al mondo, sono una persona transgender e sono innamorato...