Fix you
-ColdplaySkye
Io, Lexy e Kylee siamo riuscite a trovare un posto per noi sul traghetto.
Da quando ci siamo accomodate, pochi posti più dietro, c'è un gruppetto di ragazzi che continua a fissarci.
In particolare c'è un tipo, che mi sembra di aver già visto da qualche parte, che o ha una paralisi facciale, o semplicemente ha voglia di divertirsi un po', con Kylee.
Lei, però, lo guarda gelida. Questo, in risposta, le manda un bacio da lontano, mentre i suoi compagni di avventure ridacchiano e ci lanciano occhiate maliziose.<<Kylee, ma conosci quelli lì?>> chiedo a bassa voce.
<<Sono i soliti ragazzi che guardano l'apparenza. Il tipo che mi manda i cuori, prima, mentre vi aspettavo, mi si è seduto accanto sulla panchina e non mi lasciava più... Per fortuna è arrivato Liam>>.
<<Mh...>> diciamo io e Lexy all'unisono.
<<Perché sta venendo qui, allora?>> aggiungo io.Kylee si gira con gli occhi fuori dalle orbite.
Cerca di sviare dicendo che deve andare in bagno ma i ragazzi la raggiungono prima che riesca a uscire dal suo posto.<<Ehi, bellezza, come va?>> dice il tipo con quel suo perenne sorrisetto malizioso.
Lei non dice nulla, ma al posto suo risponde Liam.
<<Scusami, tu, Leonard o come ti chiami...>> dice con un tono leggermente aggressivo e con uno sguardo fulminante.
<<Non sono stato abbastanza chiaro prima? Aspetta allora che te lo ricordo io. DEVI LASCIARLA STARE!>> sibila.
<<Non puoi nemmeno guardarla, è chiaro?>> aggiunge.<<E tu chi saresti per dire ciò, eh?>> chiede in tono canzonatorio Leonard.
Liam gli si avvicina all'orecchio, e gli sussurra qualcosa, ma non riesco a sentire cosa. Sta di fatto che il ragazzo impallidisce e fa qualche passo indietro.
Poi si volta e se ne va.<<Kylee, prendiamo un po' d'aria?>> chiede Liam con un tono dolcissimo.
Lei annuisce ancora stupefatta dall'accaduto.
Io e Lexy ci guardiamo come per dire <<Qui sta succedendo qualcosa>>, ma non abbiamo tempo di parlare perché veniamo raggiunte da Rhys, felice e raggiante, e Theo.
Lui.
Malefico essere senza cuore, deficiente, senza un minimo d'animo.
Rompiscatole.
Lui si diverte a chiamarmi sbadata? Bene, io mi divertirò a chiamarlo rompiscatole.<<Ehi, Lexy, hai voglia di venire su che c'è una vista fantastica?>> chiede Rhys.
Lei accetta con un timido cenno del capo. E se ne vanno, insieme.
Theo, prende posto di fronte a me.
Mi guarda.
Lo guardo.
Ci guardiamo.
Credo sia la prima volta che lo vedo così... calmo.
È molto bello quando è calmo...
No, aspetta, cosa sto dicendo? Ma cosa mi salta per la testa?
Mi sa che ho bevuto qualcosa di strano stamattina...
Lui non è molto bello, lui è un rompiscatole!Ha i capelli castani chiari e gli occhi di un marrone scuro, profondo, tendenti quasi al nero.
Sorride.
Poco, sorride poco, quasi impercettibilmente.
Ma io, quel sorriso, lo vedo.
Lo vedo eccome...<<Perché mi fissi?>> chiede fintamente infastidito.
<<Non ti sto fissando. Mi ero incantata>> mi giustifico.
<<Ti eri incantata a guardarmi, sbadata>> dice lui con la voce di un'ottava più bassa.
<<Mi ero incantata. Punto. Non mi ero incantata a fissare te>> dico.
Ride.
Ride.
La sua risata.
Roca, grave e calda.In questo momento non sembra il solito Theo. Non è il solito Theo. È calmo, in pace con se stesso.
Non è scorbutico, al contrario sembra molto socievole.
Ma, ovviamente, dopo un sogno c'è il risveglio.
Il gruppo di ragazzi di prima, eccetto Leonard, si avvicinano a noi.<<Ehi bella, come va?>> chiede uno.
<<Vieni con noi? Ci facciamo un giro qui nei dintorni e poi... beh decidiamo dopo cosa si fa dopo...>> aggiunge un altro con fare malizioso accompagnato dagli sguardi d'intesa dei compagni.<<N-no grazie>> dico.
<<Eddai... Su vieni>> insiste quello prendendomi per un braccio.
<<Ha detto di no>> dice Theo.
Il gruppo non lo calcola minimamente e continua ad insistere.
<<Ha detto di no!>> tuona sbattendo un pugno sul tavolo.
<<Calma, l'ho solo invitata a...>> dice l'altro ridendo.
Theo non gli lascia il tempo di finire, mi prende per un polso e mi porta fuori, dove non c'è nessuno.
<<Ehi, ma che ti è preso?>> gli chiedo ma lui non risponde.
<<Theo>> dico appoggiandogli una mano sul braccio per farlo voltare verso di me. Ma non si volta.
<<Theo>> ripeto <<Guardami>> stavolta si gira.
È furioso.
<<Stai bene? Ti ha fatto male quel bastardo?>> chiede preoccupato ma con la solita nota di fastidio misto a rabbia che gli macchia la voce.
<<I-Io no... cioè sì, sì sto... bene. Non mi ha fatto niente. T-Tu? >> rispondo blaterando come una sciocca, colpita dalla sua apprensione.Lui non mi risponde. Mi abbraccia.
Abbraccia me.
Io che con lui non c'entro nulla.
Io che con lui non condivido nemmeno l'universo.
Io che non ho nemmeno un lato bello.
Io, che non sarei nemmeno dovuta essere qui.
Io che dovrei essere al posto di mia sorella...Ricambio il suo abbraccio.
Mi aggrappo a lui con tutte le mie forze e lui fa lo stesso con me.
Come se stessimo precipitando.
Come se stessimo precipitando nel vuoto.
Come se stessimo precipitando negli inferi dei demoni che ci circondano.
Come se stessimo precipitando nei sensi di colpa che ci divorano.
Ci guardiamo negli occhi.
E nella profondità delle sue iridi, noto un scintilla, incastonata lì, nei suoi bellissimi occhi marroni, una scintilla di dolore.
La stessa che, nei miei occhi, si è nascosta talmente bene che solo un mago, riuscirebbe a scorgerla.
Solo qualcuno che ha perso una persona cara riuscirebbe a scorgerla, quella scintilla.
E, per ora, nessuno l'ha scorta.
Ed è meglio così.
Non voglio vedere la pena negli occhi di chi mi guarda.
Non voglio essere guardata con pena.
E nemmeno con comprensione.
Voglio solo un po' di pace.
La pace che non ho.
La pace che non ho mai avuto e che mai avrò.Sciogliamo piano l'abbraccio.
C'è qualcosa in Theo che non comprendo.
Un qualcosa di nascosto agli occhi e alle menti degli altri.
Io ho colto questo qualcosa, ma non so identificarlo.
Come la scintilla di dolore nei suoi occhi, come la forza con cui mi teneva stretta, come se avesse paura di qualcosa.
Di qualcosa di incontrollabile, implacabile e incontenibile.
Non so cosa sia, ma sono determinata a scoprirlo.
Non voglio e non permetterò mai che nessuno provi lo stesso dolore che ho provato io.
Che provo io.Siamo vicinissimi.
Non sono stata così vicina a nessuno prima d'ora.
Il traghetto si ferma e sento la nostra insegnante chiamare la nostra classe.
<<Sarà meglio... rientrare>> dico io.
Theo annuisce.
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THE SIX STARS OF PAIN
RomansaSei ragazzi, sei dolori differenti, ma uguali in un qualche modo tra loro, una sola possibilità di salvezza, ma la paura di dimenticare il proprio passato... Rhys, Liam, Theo, Skye, Kylee e Lexy sono sei ragazzi oppressi dal dolore. Si dice che il...