Capitolo 74

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- vi amo tuttə

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Like Toy Soldiers - Eminem
Canzone consigliata per questo capitolo

"Stai giù." sussurro.

Eva annuisce e si rannicchia dietro di me, mentre un paio di uomini sono accovacciati sul corpo della guardia che sorvegliava l'esterno del garage. Uno fa cenno all'altro di entrare per controllare la situazione. Questo si guarda intorno, prima di estrarre la pistola.

Mi appiattisco contro il muro e allungo un braccio indietro, verso Eva, per assicurarmi che sia ben nascosta. Il cemento brucia, sotto il sole del primo pomeriggio. Fa un caldo fottuto qui fuori.

"Hai caldo?" mormoro.

L'uomo fa qualche passo nella nostra direzione.

"Che?" la voce di Eva è un soffio.

"Stai bene? Hai caldo? Sai, con il giubbotto."

L'uomo è sempre più vicino.

"Damiano, ma chi cazzo se ne frega del caldo!!"

Mi volto appena e trattengo una risata. Eva, più che caldo, ha una paura fottuta. È evidente sul suo bel viso aggrottato. Non ha ancora capito che, ora che è finalmente con me, a chiunque le si avvicini, faccio saltare il cervello.

L'uomo lancia un ultimo sguardo intorno. Infine, entra nel garage. Quello rimasto fuori, estrae il telefono, compone qualcosa sullo schermo e se lo porta all'orecchio.

"Seguimi."

Afferro la mano di Eva e ruotiamo verso la direzione opposta del muro, quella in cui è steso il primo che ho abbattuto. Eva emette un piccolo gemito, appena lo vede a terra, ma porta subito il palmo a coprirsi la bocca.

Io mi sporgo per capire se c'è qualcuno nei paraggi. Se riuscissimo a raggiungere il retro del suv senza farci vedere, potremmo provare a fare la strada a ritroso. Dobbiamo ancora tornare a scuola a recuperare Alex e Fra.

Per ora, la via è libera, ma non lo sarà per molto. Avranno sicuramente chiamato i rinforzi. Dobbiamo davvero essere veloci.

Mi volto verso Eva, pallida e con gli occhi rossi, sgranati. Sto facendo una cazzata a portarla con me. Mi sento una merda per tutto ciò che ha subito e continua a subire.

Le prendo di nuovo la mano e mi avvicino al suo viso.

"Sei ancora in tempo. Posso portarti da Sara e-"

"No." si ricompone, drizza le spalle. "No, ce la faccio. Non ti lascio."

Sospiro. È una battaglia persa.

"Va bene, allora corriamo insieme verso quella macchina, d'accordo?" le indico il punto e mi assicuro che stia alla mia sinistra, coperta dal mio corpo contro i possibili attacchi dei due uomini.

Stringe le dita intorno alle mie e annuisce con forza, probabilmente cercando di scacciare la visione del sangue a terra. So che entrambi dovremo fare i conti con questo, dopo.

Lancio un ultimo sguardo oltre il muro, poi faccio un cenno a Eva e scattiamo fino al suv. Nonostante sia stanca e piena di lividi, lei sostiene la corsa senza battere ciglio. Raggiungiamo la macchina e ci accovacciamo per restare nascosti, ma non proseguo, finché non mi fa segno che sta bene.

Quando provo ad aggirare il veicolo per uscire allo scoperto, sull'ampio stradone compare un altro suv di Pollo.

Cazzo.

Siamo costretti ad aspettare.

Cazzo, cazzo, cazzo.

Più sono, più sarà difficile metterla in salvo.

FEEL MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora