Capitolo 7

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The Lovecats - The Cure
Canzone consigliata per questo capitolo

PdV: Eva

"Com'è andata in questi giorni?" Sara è piegata a testa in giù nella posizione del cane e quasi si torce il collo a cercare di guardarmi. Io non sto messa meglio.

"Bene, dai. Ho conosciuto le mie due classi, non sembrano male." Provo a parlare piano, siamo in fondo alla sala, mentre l'insegnate di Yoga ci mostra il saluto il sole. Tra guardare lei, parlare con Sara e rispettare le posizioni, il mio collo chiede pietà.

"Scherzi? Ti hanno smollato una prima superiore e le prime non le vuole nessuno." Corpo poggiato a terra, testa e spalle verso l'alto. "E una classe di disadattati che lasciamo solo perdere!"

È vero. È da poco che sono un'insegnate, ma so come funziona l'attribuzione delle classi e so che ai docenti giovani vengono rifilate tutte le rogne che non si vuole accollare nessun altro.

"Pensa che..." mi viene da ridere "...durante il collegio docenti il preside mi ha consegnato un dossier con tutti i profili degli iscritti al corso di recupero. A quanto pare, alcuni sono stati ex studenti dell'istituto che hanno causato qualche problema. Così parti preparata, mi ha detto, non per spaventarti, ma alcuni di loro sono dei veri malandrini."

Sara ridacchia. "Malandrini? Che idiota."

"Tutto bene laggiù in fondo?" L'insegnate ci richiama all'ordine.

"Sì, tutto bene!" Esclamiamo in coro io e Sara, scambiandoci uno sguardo d'intesa.

A fine lezione, ci cambiamo nello spogliatoio.

"Quanto vorrei che ci fossi anche tu." Le dico stringendole una mano. Io e Sara siamo amiche dai tempi del liceo, entrambe insegnanti.

"Sì, sarebbe bello se una volta capitassimo insieme nello stesso istituto." Ricambia la mia stretta. "Usciamo stasera?"

"Ma è mercoledì!"

"E allora?" Mi conosce, ma me lo chiede lo stesso.

"Lo sai che sono vecchia dentro. Alle 22 sono già nel letto con tisana, libro e canottiera della salute. Non vedo l'ora di raggiungere la mia età biologica."

"Cioè settant'anni?" Mi strizza l'occhio.

Rido. "Esatto."

Una volta arrivata a casa, mi faccio una doccia, preparo la cena e do da mangiare a Nefertiti.

È da poco che mi sono trasferita qui, saranno circa 2 mesi, e la casa non mi risulta ancora familiare. Pensavo che sarebbe stato difficile vivere da sola, dopo aver dolorosamente terminato la convivenza con il mio ex fidanzato ed essere letteralmente scappata dalla mia famiglia. Invece, l'amore per la solitudine mi sta permettendo di adattarmi in fretta. E poi, davvero sola, non lo sono.

Nefertiti si accoccola accanto a me sul divano, mentre prendo in mano il dossier sulla F. È la lettera che è stata associata alla classe di recupero, senza numero di anno.

Non l'ho sfogliato prima, non volevo che influenzasse la prima impressione che avrei avuto dei ragazzi. Se sono dove sono, è perché hanno fatto delle scelte che non mi riguardano. E se hanno deciso di riprendere in mano la loro vita, meritano di essere rispettati.

Passo rapidamente le pagine, più per associare le facce ai nomi che non per leggerne il contenuto. Diciassette in tutto.

La mia attenzione si sofferma su tre persone in particolare: Monti Francesco, Romeo Jessica, Riga Damiano. Loro hanno dimostrato un notevole affiatamento in questi pochi giorni di scuola, come se fossero già precedentemente amici. Se è così, trovo particolarmente inusuale che tutti e tre abbiano deciso insieme di tornare a scuola. Non è una scelta comune.

Monti Francesco.
Data di nascita: 27 Aprile 2000
Genitori: Monti Maria, operaia. Padre deceduto. Altre parentele non pervenute.

Romeo Jessica.
Data di nascita: 30 Giugno 2002
Genitori: non pervenuti.
Genitori affidatari: Lucia e Giuseppe Conti, nonni materni, in pensione. Lucrezia Romeo, sorella, 10 anni.

Riga Damiano.
Data di nascita: 11 Settembre 2001
Genitori: Luca Riga, meccanico. Madre non pervenuta. Altre parentele assenti.

Non leggo ciò che contengono i profili, il loro comportamento dimostrerà le loro personalità. Tuttavia, c'è qualcosa che non mi torna di questo trio.

Ho scelto di ignorare il fatto che Damiano ci abbia provato con me l'altra mattina, nonostante sia stata una sorpresa ritrovarmelo in classe qualche minuto dopo. Certo, lui non sembrava minimamente turbato... Anzi. Ma so cosa significa avere un'insegnante giovane. Quando ci andavo io a scuola, tra amiche eravamo solite fantasticare sui professori più giovani e trovarli attraenti, anche quando non lo erano. Quindi, non ho intenzione di dare troppo peso alla cosa, con lui come con nessun altro.

Passo il resto della serata a preparare le lezioni per domani. Mi è venuta un'idea per conoscerli meglio.

//

Davanti a me, diciassette paia di occhi mi fissano. Ho appena distribuito un foglio protocollo per ciascuno di loro.

"Oggi vorrei che scriveste un tema. Trovate un personaggio letterario di vostra preferenza con cui sentite una connessione particolare e scrivete cosa ha in comune con voi, o cosa voi avete in comune con lui. Siete liberi di utilizzare la forma che preferite, vi è concesso tutto, anche nel linguaggio. Il personaggio può appartenere a qualsiasi letteratura italiana o straniera. Verranno valutate la sintassi, il rispetto della traccia e la correttezza complessiva della forma. Avete due ore di tempo."

Tutti si mettono lentamente all'opera. Tutti, tranne Damiano.

Mi guarda per un po', un'espressione indecifrabile sul suo volto. Non è un tema difficile, ma capisco che possa essere personale.

Mentre gli studenti scrivono, compilo il registro e le presenze e mi porto avanti con le lezioni successive.

Mi piace il mio lavoro. Da quando vivo sola e mi sono trasferita in questa cittadina, mi ci sono buttata a capofitto, imparando a conoscere tutti i progetti che sono in attivo e prendendomi incarichi extra. Ho diversi programmi che vorrei attuare con le mie due classi. Diciamo che sono una workaholic.

Alzando gli occhi sulla classe, vedo che tutti sono impegnati ad ultimare i loro scritti, Damiano compreso. Allo suonare della campanella, ognuno mi porta il suo lavoro ed esce dalla classe.

Sono curiosa di leggerli, non vedo l'ora di conoscere i personaggi che hanno scelto, quindi mi cimento subito nella lettura e nelle correzioni.

Le scelte sono delle più varie: da Don Chisciotte a Bridget Jones, da Amleto a Daenerys Targaryen. Jessica ha scelto Giulietta.

Infine, quello di Damiano.

Ma i miei amici, i miei parenti dov'erano? Nessun padre aveva vegliato sui miei primi giorni, nessuna madre mi aveva fatto la grazia dei suoi sorrisi e delle sue carezze; o, se l'avevano fatto, tutto il mio passato era ora una macchia scura, un vuoto cieco in cui non distinguevo nulla. Se andavo indietro con la memoria, mi vedevo sempre con la statura e le proporzioni che avevo ora. E non avevo mai incontrato un essere umano che mi somigliasse o rivendicasse qualche vincolo comune. Che cosa ero io? Cosa significava tutto questo?
Provavo solo smania di vendetta e rabbia.
Ero come una belva, una fiera che avesse spezzato le catene e distruggevo tutto ciò in cui mi imbattevo. Tutti, tranne me, riposavano felici: io, come l'arcidiavolo, avevo in cuore l'inferno e non trovavo compassione. Volevo sradicare gli alberi, creare caos e desolazione intorno e poi sedermi e godermi la vista di tanta rovina.

Io sono crudele perché sono infelice.

Il Mostro di Frankenstein.

//

E voi? Quale personaggio letterario scegliereste?

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