Capitolo 33

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Avevo promesso che la pausa sarebbe stata piccola e infatti eccomi qua<3

Per farmi perdonare, doppio aggiornamento!

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Protect Me From What I Want - Placebo
Canzone consigliata per questo capitolo

PdV: Eva

Fuori dal cortile della scuola, Olivetti illustra a Sara tutti i bar e ristoranti della zona in cui poter andare a pranzare tutti insieme dopo le lezioni. A nulla è valso dirgli che lei vive qui da diversi anni e conosce perfettamente cosa offra la piazza.

La sua simpatia si è immediatamente estesa anche a lei non appena gliel'ho presentata.

Dopo aver condiviso un caffè, rientriamo nell'edificio sorpassando studenti dalle facce affrante a causa della ripresa della scuola.

Nell'angolo più infrattato del cortile e distante dal resto della massa, Damiano fuma, lo sguardo rivolto verso l'alto. Insieme a lui, Francesco, Jessica e Viola parlano animatamente tra loro.

"Cominciare a metà anno non è mai il massimo," spiega Sara "spero di avere delle buone classi."

Mi volto verso di lei, tentando di distogliere l'attenzione.

"Non ti preoccupare cherie, con il tuo carisma saprai conquistare tutti." Olivetti si dimostra come sempre immancabilmente gentile.

Tuttavia, le loro voci mi arrivano distanti, mentre sento due occhi perforarmi la schiena. I battiti del mio cuore si fanno più pesanti, mentre poso lo sguardo nella sua direzione.

Damiano è intento ad ascoltare la conversazione dei suoi amici. O almeno, a fingere di farlo, con il suo tipico atteggiamento scostante.

Quando sposto nuovamente la mia attenzione su Sara e Olivetti, la sensazione di essere osservata torna a impadronirsi di me.

Con un'oppressione nel petto, mi dirigo verso la sala professori dove Sara fa conoscenza con i colleghi presenti. Per lo meno, ora posso contare sul suo appoggio a scuola.

La prima ora del lunedì la svolgo nella classe di Damiano. Quindi, come una condannata a morte, sospiro profondamente ed entro in aula.

Se di solito è il primo a entrare, tentando di approfittare dell'assenza degli altri studenti per dirmi qualcosa di inopportuno, oggi lo vedo arrivare con estrema calma. Ha l'aria annoiata di chi darebbe qualsiasi cosa pur di non essere qui.

Si va a sedere di fianco a Jessica e, per il resto dell'ora, non mi degna minimamente della sua attenzione.

Proseguo la lezione cercando di mantenere la mia compostezza, nonostante mi reputi un'emerita cretina per quanto è successo. Se da una parte mi sento in colpa per lui, per la scuola, per non aver saputo mantenere il controllo, dall'altra vorrei solo correre tra le sue braccia e lasciarmi andare.

Non ho mai provato con nessuno le cose che mi fa provare Damiano, ma non posso fare a meno di pensare che sia profondamente sbagliato. Senza contare che non so praticamente nulla della sua vita, di cosa combini, in che guai si vada a cacciare. E lui non sembra avere la minima intenzione di spiegarmelo.

In ogni caso, non ha più importanza. Non mi riguarda e, a questo punto, non mi riguarderà mai.

Un grosso nodo mi si pianta in gola.

Quando suona la campanella, gli studenti prendono le loro cose per dirigersi alla lezione successiva.

"Damiano?" Chiamo il suo nome prima ancora di rendermi conto di cosa sto facendo.

FEEL MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora