3- Scintille al primo giorno

2 1 0
                                    



Il sole era appena sorto quando mi svegliai nel mio nuovo letto. La luce filtrava attraverso le tende, riempiendo la stanza di un calore delicato. Oggi sarebbe stato il mio primo giorno di scuola in California, e nonostante il nervosismo, ero determinata a farlo funzionare. Volevo dimostrare a me stessa che potevo adattarmi, che potevo trovare il mio posto in questo nuovo mondo.

Dopo aver indossato il mio outfit preferito, scelsi uno zaino e sistemai dentro i pochi libri e quaderni che avevo già ricevuto. Cercai di non pensare troppo a Jackson e alle sue provocazioni della sera precedente. Questo era un nuovo inizio, e non volevo che lui me lo rovinasse.

Il tragitto verso la scuola fu breve e silenzioso. Wendy mi salutò con il suo solito sorriso solare prima di correre verso un gruppo di amici che l'aspettavano all'ingresso. Mi sentii un po' sola mentre mi dirigevo verso l'edificio principale, ma non ero disposta a lasciarmi sopraffare da quella sensazione.

Appena entrai nei corridoi affollati della scuola, tutto mi sembrava un po' caotico. Studenti che ridevano, parlavano, si muovevano in tutte le direzioni. La mia mente si concentrava sull'orientamento quando, all'improvviso, qualcuno mi urtò leggermente. Mi voltai, pronta a scusarmi, quando mi trovai davanti una ragazza dai capelli castani e ricci, con un sorriso contagioso.

"Ehi, scusa! Non ti ho vista," disse lei, ridendo leggermente. "Sei nuova qui, vero?"

Annuii, restando un po' sorpresa dalla sua energia. "Sì, sono appena arrivata. Mi chiamo Taylor."

"Piacere di conoscerti, Taylor! Io sono Bonnie. Vedrai, questa scuola non è poi così male... se sai come affrontarla." Il suo tono era scherzoso, ma c'era una nota di sincerità che mi fece rilassare. Sembrava davvero una persona genuina.

Bonnie mi fece strada attraverso il labirinto di corridoi, chiacchierando animatamente del suo amore per la musica e di quanto odiasse le lezioni di matematica. Era facile parlare con lei, e in breve tempo mi ritrovai a ridere delle sue battute e a raccontarle un po' di me stessa.

Proprio mentre pensavo che forse questa scuola non sarebbe stata così male, mi scontrai con qualcosa di duro. O meglio, con qualcuno. Sollevai lo sguardo e vidi Jackson, con il suo solito sguardo imperscrutabile. Il suo sorriso sarcastico non tardò a manifestarsi.

"Che tempismo perfetto, sorellina," disse, con un tono che mi fece stringere i pugni. "Spero che tu non pensi di cavartela così facilmente in questa scuola."

"Ciao anche a te, Jackson," risposi freddamente, cercando di non cedere alla sua provocazione. Ma il mio sguardo tradiva la mia frustrazione. Bonnie, percependo la tensione, lanciò un'occhiata interrogativa verso di me.

"Tutto bene?" chiese, notando il cambio di atmosfera.

"Perfettamente," risposi, mantenendo il contatto visivo con Jackson. "Stavo solo cercando di capire se Jackson sa anche dire qualcosa di gentile."

Jackson rise sommessamente, facendo un passo indietro ma senza distogliere lo sguardo. "Non sarà facile, Taylor. Ma vediamo quanto riesci a resistere."

Bonnie mi prese per un braccio, tirandomi leggermente. "Vieni, andiamo. Non vale la pena perdere tempo con certi individui."

La seguii, cercando di ignorare il battito accelerato del mio cuore. Jackson era già riuscito a farmi innervosire, e la giornata era appena iniziata.

Le lezioni iniziarono subito dopo. Io e Bonnie avevamo programmi diversi, quindi ci separammo dopo esserci augurate buona fortuna. Mi diressi verso la mia prima lezione, letteratura, sentendomi un po' più sola ma determinata a concentrarmi sugli studi.

Entrai nella classe e scelsi un posto vicino alla finestra, nella parte anteriore dell'aula. Speravo di poter ascoltare tranquillamente la lezione, ma quella sensazione di calma durò poco. Pochi minuti dopo, la porta si aprì ed entrò Jackson. Il mio cuore sussultò, e per un istante sperai che si sedesse da qualche altra parte.

Ma ovviamente, si sedette accanto a me.

"Che coincidenza," disse con un sorrisetto, mentre si accomodava. "Sembra che non possiamo proprio evitarci."

Lo ignorai, cercando di concentrarmi sui miei appunti, ma sentii subito una leggera pressione sulla mia mano. Jackson mi aveva sfiorato con il dorso della sua. Lo guardai torvo, e lui rispose con un'espressione innocente, ma i suoi occhi brillavano di malizia.

"Non sei proprio il tipo che si lascia ignorare, eh?" sibilai sottovoce, cercando di non attirare l'attenzione dell'insegnante che stava per iniziare la lezione.

"Non preoccuparti, sorellina," mormorò Jackson, inclinando la testa verso di me. "Riuscirò a rendere questa classe più... interessante per te."

Continuò a stuzzicarmi, sfiorando la mia gamba sotto il banco e facendomi perdere la concentrazione. Cercai di mantenere la calma, ma ogni gesto suo sembrava studiato per innervosirmi sempre di più. Sentivo il calore salirmi alle guance, e la mia pazienza stava per esaurirsi.

Quando finalmente persi la calma, cercai di allontanarlo con un gesto brusco, colpendo accidentalmente il banco e attirando l'attenzione di tutti, insegnante compreso.

"Taylor! Jackson! Fuori dalla classe, immediatamente!" esclamò il professore, con una voce carica di esasperazione.

Jackson si alzò con calma, facendo un inchino teatrale prima di dirigersi verso la porta. Io lo seguii, sentendomi umiliata e frustrata. La giornata, che già non era iniziata nel migliore dei modi, era appena peggiorata.

Mentre camminavamo lungo il corridoio, Jackson rideva sotto i baffi. "Ammettilo, sorellina, la noia di questa scuola non sarà mai un problema per te finché ci sarò io."

Non gli risposi, troppo arrabbiata per trovare le parole. Quando finalmente tornai a casa, mi ritirai subito nella mia stanza. Mi sentivo confusa, arrabbiata e vulnerabile. Mi sdraiai sul letto, cercando di mettere in ordine i miei pensieri. Jackson sembrava deciso a rendermi la vita difficile, ma io non mi sarei lasciata abbattere.

Qualunque cosa accadesse, sapevo che dovevo restare forte. Questo era solo l'inizio, e avevo tutta l'intenzione di dimostrare che potevo affrontare qualsiasi cosa, anche un tormento come Jackson.

Tangled HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora