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•Cosa desideri?•

"Drake devi ascoltarmi!" sussurro a mio fratello mentre lo seguo verso il campo da rugby.

"No Alicia, ho detto no" dice con tono severo stanco delle mie lamentele.

"Non posso lasciargliela passare liscia! Ha infranto il regolamento, mi ha attaccata nel bel mezzo della scuola, mi ha lanciato incantesimi che neanche ci insegnano a scuola e sono davvero pericolosi! E a te non importa niente?" domando furiosa e scioccata da lui.

Da quando si è fatto marchiare è diventato molto più freddo con me, molto più severo.

"Come ti ho già detto mille volte, è il nostro prossimo capo, perciò prendilo come un onore, esserti esercitata con lui" dice con calma voltandosi a guardarmi per la prima volta "Devi capire che non possiamo fare tutto ciò che ci pare Alicia, c'è in gioco la vita della nostra famiglia, te ne vuoi rendere conto per una buona volta?" sussurra per evitare che altri ragazzi ci sentano.

"Vorrei solo un po' di comprensione da parte tua Drake, non chiedo tanto... sei mio fratello, vorrei ci tenessi a me" dico sinceramente e sento il naso pizzicare un po' e gli occhi inumidirsi, ma non posso permettermi di piangere davanti a lui.

"Credimi Alicia, quando dico che lo faccio per il tuo bene" sono le ultime parole che dice prima di entrare negli spogliatoi per prepararsi per l'allenamento.

Sospiro e sollevo gli occhi al cielo per ricacciare dentro le lacrime.

Non ho voglia di tornare a scuola, perciò resto ancora un po' fuori, ho bisogno di prendermi un momento per me...

Entro nel boschetto accanto all'istituto e mi avvio ad un laghetto che ho scoperto i primi anni.

Mi siedo a riva e poso la borsa al mio fianco.

Lo osservo, il verde degli alberi riflette sull'acqua, nascondendo il fondo alla vista. Afferro un sasso e ce lo tiro facendo creare all'acqua tanti piccoli cerchi. Faccio per prenderne un altro ma un fiore cattura la mia attenzione, è una Viola. L'unica in mezzo a questi sassi e alla ghiaia, strano sia riuscita a nascere qui. In questo momento mi sento proprio come questo fiore, sola in mezzo a tanti sassi comuni.

Lo afferro e decido di metterlo nel mio quaderno nero, perciò lo afferro e lo srotolo posandocelo nella prima pagina, poi faccio un piccolo incantesimo per incollarcelo.
Sotto scrivo:

But there's a hope that's waiting for you in the dark.

Sospiro rimettendolo in borsa per poi alzarmi. È ora di tornare all'istituto, è quasi ora di cena e non mi va di stare nel bosco col buio.

Quando arrivo in camera mia mi stupisco di trovarci Mattheo e Cole a parlare con Maz. Ma quando entro chiudono subito bocca.

"Cuginetta cara, sei tornata, stavo giusto chiedendo se ti avessero visto" mi saluta Maz alzandosi dal suo letto.

Ma il mio sguardo passa a quello di Mattheo appoggiato alla scrivania, con lo sguardo ancora perso. Non credo minimamente alle parole di mia cugina, c'è sicuramente qualcosa che non mi vogliono dire, lo si può capire dalle loro facce appena sono entrata.

"È ora di cena no? Andiamo?" domanda Cole e Maz gli risponde che è un'ottima idea.

Escono e Maz cerca di afferrarmi per il braccio ma mi strattono via "Voi andate" dico seria mantenendo il mio sguardo ancora su di lui immobile alla scrivania.

Si lanciano un'occhiata e poi mi sorpassano chiudendo la porta alle mie spalle.

Mi avvicino a Mattheo e mi posiziono esattamente davanti a lui, solo allora alza lo sguardo sul mio. I suoi occhi sono di un marrone scuro, quasi nero per via della poca luce.

"Cosa desideri?" pronuncia con sguardo freddo.

Sbatto un paio di volte le palpebre, pensandoci un attimo, cosa voglio?

"Perché io" rispondo e fa un cenno di confusione "Perché te la stai prendendo con me, mi hai quasi uccisa l'altro giorno"

Una leggera risata esce dalle sue labbra mentre forma un mezzo sorriso.

"Non ero minimamente vicino all'ucciderti"

Respiro sonoramente incurvando le labbra e serrando i pugni. Sparisco un secondo in bagno e quando torno gli porgo il suo fazzoletto. Fa passare lo sguardo da esso a me per poi dirmi "Tienilo, serve più a te che a me"

"Oh ne sei proprio certo?" domando io in risposta "Perché prima che arrivassi tu, non una goccia di sangue ha lasciato il mio corpo, non una cicatrice, al contrario tuo che ne hai parecchie, quindi mi sa che sei tu che ti porti dietro i tuoi cazzo di casini, perciò evita di coinvolgermi grazie, ho già i miei di problemi" sputo tutto fuori d'un fiato, incazzata, per poi dargli in mano il fazzoletto e allontanarmi per riprendere fiato.

"Ora ti senti meglio?" domanda con un po' di divertimento e ironia nella voce e io lo fulmino con lo sguardo.

"Non mi sento affatto meglio Reynolds, prima mio fratello, ora tu, si può sapere perché mi odiate tutti?" gli urlo contro e solleva le sopracciglia.

"Vogliamo ricordare che sei stata tu, la prima, a comportarti da stronza?" ribatte con un filo di fastidio nella voce "E invece di ringraziare per quello che ho fatto per te, vieni a buttarmi addosso le tue ridicole lamentele da ragazzina viziata" inizia ad alzare la voce avvicinandosi minacciosamente a me. Aiutarmi? Ma che cazzo dice.
"Mamma e papà non ti hanno spiegato che la vita non è tutta rose e fiori? Eppure dovresti minimamente saperlo da figlia di seguaci" un tono di voce scazzato, infastidito.

C'è sotto qualcosa di personale per lui. Immagino che essere il figlio di una persona così cattiva non sia così facile, essere la figlia di un seguace ha i suoi vantaggi e svantaggi, ma è comunque già dura, esserlo dell'uomo a capo... un po' di compassione mi colpisce.

Mi guarda negli occhi per poi sorpassarmi e andarsene sbattendo la porta.

Il Marchio Nero - New EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora