Diario di bordo 05/05/1713

356 14 5
                                    

Stanotte attaccheremo il galeone spagnolo al largo delle Filippine.

Gli inglesi ci stanno ancora braccando dopo l'attacco fallito della scorsa settimana e forse sarebbe il caso di mantenere un profilo basso, ma l'occasione è troppo ghiotta e la ciurma inizia a scalpitare dopo una settimana di navigazione ininterrotta, gli uomini hanno bisogno di sfogarsi.

Spero fili tutto liscio, ho paura che possano sollevarsi alcuni malumori nell'equipaggio se inanelleremo un'altra sconfitta.

Il famigerato e temibile capitano Freen non perde mai contro i colonizzatori, almeno così narrano le storie che raccontano su di me.

Che stupidaggini!

In quelle storie mi dipingono come un uomo alto, muscoloso e barbuto. "Il tifone thailandese", così mi chiamano i bambini quando giocano a fare i pirati, perché dove passa il capitano Freen non si salva nessun veliero. Una volta ho addirittura sentito un ragazzino definirmi "il diavolo del Siam". Che ridere...

Se solo sapessero la verità... Qualcuno mi temerebbe ancora? Non mi importa, l'importante è il rispetto di questi uomini fidati che ho guadagnato col sudore di oltre 50 battaglie.

È un onore per me poterli definire la mia ciurma e stanotte sarà un onore condurli verso l'ennesima vittoria.

Perché sì, stanotte scorrerà tanto sangue spagnolo, ne sono certa!


Toc toc.

Il cigolio della porta di legno avvisò il capitano dell'ingresso di qualcuno nella sua stanza.

- "Capitano, abbiamo avvistato all'orizzonte il galeone spagnolo. Sembra essere più grande di quanto ci aspettassimo. Quali sono gli ordini?"

- "Issate le vele e spegnete tutte le fiaccole, ci avvicineremo lentamente nell'ombra. Li coglieremo di sorpresa a notte fonda."

- "Sì capitano!"

- "Ah Billy, ovviamente voglio tutti in rigoroso silenzio! Non voglio sentire cadere una piuma!"

- "Certamente capitano!"

Il giovane marinaio uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando il capitano nuovamente da solo.

- "Un vascello più grande del previsto, eh?" mormorò il capitano tra sé e sé "non sarà un problema se agiremo nell'ombra..."

Freen restò alla scrivania a meditare a lungo, probabilmente a immaginare tutti i possibili scenari che si sarebbero potuti sviluppare quella notte e per ognuno di essi studiarne una strategia efficace per conseguire la vittoria.

Quando fu pronto, si alzò lentamente dalla sedia e si diresse verso il baule ai piedi del letto, per cambiarsi e prepararsi alla battaglia.

- "Ok Sarocha, finalmente è il tuo turno" disse con un malinconico sospiro sul finale.

Si spogliò completamente degli abiti del capitano e si guardò allo specchio. Solo delle bende bianche coprivano le sue nudità, in particolare una strana fascia bianca si stringeva intorno al petto. Rimosse il gancio che la teneva ferma e iniziò a srotolare la fascia, portando alla luce, a poco a poco, il piccolo seno chiaro e tondeggiante. Lo accarezzò dolcemente con entrambe le mani per alleviare l'indolenzimento della costrizione di quella dannata fasciatura, poi, dal baule, prese dei pantaloni neri tagliati all'altezza del ginocchio e una canottiera bianca striminzita. Si vestì velocemente e, finalmente, davanti allo specchio apparve una ragazza con le caviglie e l'addome scoperti e il seno avvolto dalla poca stoffa bianca che ne inturgidiva i capezzoli e li rendeva noti a uno sguardo esterno.

Dama Bianca | FreenbeckyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora