Dama Bianca | Freenbecky

Jakarta

Decimo giorno di navigazione.

Freen, nel silenzio assordante della sua solitudine, iniziava a chiedersi che cosa ci facesse su quella barca tutta sola, inseguendo l'ultima richiesta di Becky. Avrebbe dovuto usare quel tempo per cercare la Dama Bianca e invece aveva voluto dare fiducia alla sua ex bugiarda, la quale aveva sprecato i suoi ultimi secondi di libertà per darle indicazioni poco esaustive per entrare in possesso di un regalo che le era stato promesso; in pratica Becky le aveva incartato e infiocchettato l'idea di una sorta di caccia al tesoro: una proposta irrinunciabile per una pirata.

Quella piccola furfante gliel'aveva fatta ancora, eh? Per non parlare del fatto che nell'ultima settimana aveva sognato per ben tre volte l'intenso bacio di addio che Becky le aveva dato sulla spiagga.

Di tutti i baci che aveva condiviso con Mon, perché continuava a sognare l'unico che aveva dato a Becky? Ogni mattina si svegliava scuotendo la testa per togliersi dalla mente quelle immagini, ma per tutto il giorno le rimaneva, nel naso la sensazione dell'odore di bucato pulito che aveva Becky quel giorno, e sulle labbra la sensazione del tocco morbido e bagnato delle sue labbra soffici.

Non era stato un bacio passionale come altri che si erano potute dare in occasioni più piccanti e neanche un bacio dolce e romantico come quelli che Becky le donava sempre dopo un abbraccio, eppure aveva sentito quel bacio fin dentro le ossa.

Becky, infatti, le aveva afferrato il labbro superiore con vigore e necessità e quella mossa, in un primo momento, aveva lasciato Freen sgomenta, paralizzandola sul posto con gli occhi sgranati, ma ci volle davvero un attimo alle labbra calde di Becky per far sciogliere la paura e la diffidenza di Freen, che chiuse il labbro inferiore di Becky tra le proprie e ricambiò quel bacio d'addio carico di emozioni contrastanti: amore, dolore, tristezza, affetto, rimpianto, rimorso, eccitazione.

Dicono che il primo bacio non si scorda mai, ma Freen iniziava a pensare che fosse l'ultimo quello che perseguita i tuoi pensieri e ti trascina nella valle dei rimpianti.

Ma che senso aveva crogiolarsi nel rimpianto? Era finita. Becky era sparita e la colpa era solo delle sue pessime scelte, quindi Freen non aveva niente da recriminarsi; adesso poteva solo guardare avanti, scordarsi il passato, scordarsi di Becky e rimettere in piedi la sua vita, possibilmente ritrovando la sua Dama Bianca e la sua ciurma, perché senza di loro lei non era nessuno. Cosa ne sarebbe stato di Freen senza la sua nave, i suoi uomini e il suo titolo di capitano? Come sarebbe sopravvissuta da sola, senza un lavoro e né un alloggio?

Eppure, lentamente, sembrava che le sue capacità di adattamento e sopravvivenza si stessero sviluppando; stavolta infatti - rispetto alla precedente fuga su quella piccola barca a vela - aveva rubato una barca peschereccio, rinunciando alla comodità di un giaciglio, ma assicurandosi un modo per pescare grandi quantità di pesce ogni giorno, che poi rivendeva o scambiava con mercanti o locandieri. Ogni sera, infatti, era costretta ad attraccare al molo di qualche villaggio costiero poiché non poteva proseguire la navigazione in solitaria mentre dormiva e così approfittava dell'occasione per rifornirsi di acqua, cibo e indumenti. Nell'ultimo villaggio visitato aveva addirittura trovato un fabbro ed era riuscita a scambiare del pesce per una spada e una guaina.

Piano piano il capitano Freen stava tornando. La donna si ergeva orgogliosa al timone del peschereccio, con i capelli raccolti in un man bun, una camicia bianca con un paio di bottoni aperti sul petto, un pantalone nero che nascondeva le sue non troppo pronunciate forme femminili e la sua nuova lama che pendeva dalla cintura legata in vita.

L'immagine del capitano c'era, ora mancava solo la nave e Freen aveva un paio di idee su come rintracciarla... ogni cosa a suo tempo però.

Adesso era fondamentale recuperare il regalo di Becky per chiudere definitivamente quel capitolo della sua vita.