Dama Bianca | Freenbecky

Oceano Indiano

Era passato oltre un mese dall'incontro con Billy in quella taverna di Singapore e la vita di Freen trascorreva lenta, lentissima, immersa nella noia della monotonia.

Dopo quell'incontro infatti, l'eterogeneo trio Freen-Charlotte-Richie si era riunito sulla Black Queen e aveva deciso di salpare per lo Sri Lanka, la meta designata per il prossimo scalo della Queen Elizabeth, la nave dell'ammiraglio.

Richie era particolarmente fiducioso di poter recuperare, a bordo della veloce barca di sua sorella, i due giorni di ritardo che li separavano da lei.

Così, il giorno stesso, caricarono la barca di tutte le provviste necessarie e salparono per la grande isola nel mezzo dell'Oceano Indiano.

Freen era un po' timorosa all'idea di imbarcarsi in un viaggio così lungo, in un oceano sconfinato a lei sconosciuto e senza la sua ciurma esperta. Non aveva idea del tipo di intemperie che avrebbero potuto incontrare nell'Oceano Indiano e non si fidava delle capacità di quei due viziati ragazzini mezzi inglesi. Per lei quindi era quasi un viaggio della speranza, ma era l'unica soluzione per poter portare in salvo Becky... l'idea di lei impiccata in pubblica piazza, o peggio decapitata alla ghigliottina, le faceva letteralmente bruciare lo stomaco e rivoltare l'intestino. Quella non era affatto la fine che meritava Becky. La sua donna coraggiosa e leale meritava di vivere e lei avrebbe fatto di tutto per restituirle la vita che ingiustamente le era stata privata.

In parte era colpa di Freen se la ragazza inglese si trovava in prigione; la sua cella infatti avrebbe dovuto portare il nome di Freen a caratteri cubitali. Era lei che meritava quel posto, ma Becky, credendo erroneamente di non avere più niente per cui vivere, si era sacrificata affinché una feroce pirata come Freen potesse vivere in libertà.

Per tutto quel tempo Freen aveva mal giudicato la sua "ex", l'aveva etichettata come inglese e di conseguenza come nemica, ma la verità è che quella ragazza si era dimostrata ben lontana dall'essere inglese. Aveva visto Freen per la donna che era e non per il ruolo che ricopriva. Non l'aveva mai giudicata per i suoi crimini da pirata e per tutte le vite che aveva spezzato, anzi per sua stessa ammissione trovava eccitante quando Freen si armava di spada e vestiva i panni della sexy pirata Sarocha. Per questo non aveva avuto alcun dubbio nel momento in cui decise di salvarla.

Per Becky, Freen non era una criminale - come la etichettava la Marina Inglese - ma era soltanto la donna che amava. Perché Becky amava tutto di Freen, anche il suo essere pirata. E finalmente Freen lo vedeva e lo sentiva chiaramente. Quello di Becky era amore vero e incondizionato.

Prima di Becky non aveva avuto relazioni, perché di solito le ragazze la desideravano solo per il fascino della pirata, ma al contempo non avevano alcuna intenzione di legarsi a una persona che rischiava la vita ogni giorno e viveva in mare solo per uccidere e depredare.

Becky invece si era innamorata di lei proprio mentre assisteva a tutto ciò: l'aveva vista nei suoi momenti peggiori, l'aveva vista sporca di sangue nemico, ma anche del proprio sangue, aveva curato le sue ferite e il suo orgoglio e, nonostante tutto, si era innamorata di lei, senza paura.

Una volta, nella stanza di un comandante spagnolo, aveva trovato un piccolo ritratto di una donna che portava la scritta "mi alma gemela" e Becky le spiegò che significava che quella era la donna alla quale quell'uomo era destinato, quei due erano nati per amarsi e appartenersi, era scritto nel loro destino.

E se nel destino di Freen era scritto l'amore di una donna, quella donna doveva per forza essere Becky.

Becky era la sua alma gemela (anima gemella).

E Freen voleva salvarla e dimostrarle che aveva ancora tanto per cui vivere... C'era una donna che aveva ancora bisogno di lei e del suo amore, perché il loro amore meritava finalmente di essere vissuto, sempre se Becky desiderasse ancora condividere qualcosa insieme a lei.